Il desiderio di rendere gli Stati Uniti nuovamente una superpotenza economica e militare è sempre stato uno dei principi cardine della retorica politica di Donald Trump. La scorsa settimana, nel tentativo di perseguire questo ambizioso obiettivo, il Presidente americano ha annunciato l'introduzione di nuovi e pesantissimi dazi commerciali nei confronti di una lunga lista di Paesi che comprende anche molti storici partner economici degli Stati Uniti. La strategia del Presidente è chiaramente quella di ridurre il disavanzo commerciale degli Stati Uniti e incentivare la produzione interna attraverso barriere tariffarie mirate che scoraggino l'importazione di beni dall'estero.
Gli effetti sui mercati finanziari
L'annuncio dei nuovi dazi da parte del presidente Trump ha scatenato un'ondata di panico sui mercati finanziari globali, portando a quello che molti analisti hanno definito un "lunedì nero". Le borse asiatiche sono state le prime a subire l’effetto delle minacce statunitensi registrando perdite ingenti che hanno toccato il -9,7% alla Borsa di Taipei e del -9,2% per l'indice Hang Seng di Hong Kong.
In Europa l’apertura dei mercati è stata altrettanto disastrosa mandando in fumo circa 890 miliardi di euro di capitalizzazione. Il DAX di Francoforte ha aperto con un calo del 9%, il FTSE MIB di Milano ha perso il 7,6%, mentre la Borsa di Londra ha registrato una caduta del 5,2%.
In America anche Wall Street ha seguito la tendenza negativa globale con l'indice S&P 500 in calo di -3,6% all’apertura dei mercati di lunedì scorso. I mercati, una volta digerita la notizia dei dazi, hanno riacquistato fiducia e già nel corso della giornata di lunedì si è registrato un rialzo degli indici dei principali mercati di contrattazione.
Di fronte a queste turbolenze, il presidente Trump ha minimizzato le preoccupazioni, dichiarando che "a volte è necessario prendere una medicina per risolvere qualcosa", sottolineando la sua determinazione nel perseguire una politica commerciale aggressiva per raggiungere il suo scopo nonostante le reazioni negative dei mercati.
Gli effetti sull'economia italiana
Si stima che l'introduzione dei nuovi dazi statunitensi avrà un impatto significativo sul commercio europeo e sulle esportazioni di prodotti italiani. Infatti, secondo un'analisi dell'Istat, nel 2024 gli Stati Uniti hanno attirato circa il 10% delle esportazioni italiane, l’equivalente di più di un quinto delle vendite totali verso mercati extraeuropei. L'applicazione dei dazi annunciati dall'amministrazione Trump potrebbe quindi recare danni ingenti per l'economia italiana.
Per il nostro Paese le conseguenze delle neo introdotte barriere tariffarie destano particolare preoccupazione. La filiera produttiva italiana, infatti, è fortemente orientata all'esportazione, in particolare di attrezzature e macchinari, di prodotti del comparto manifatturiero avanzato e dell'agroalimentare. La Banca d'Italia, inoltre, ha preavvisato che un inasprimento dei dazi da parte degli Stati Uniti avrebbe "effetti significativi sulle aziende italiane che esportano verso il mercato statunitense, soprattutto le piccole e le medie".
Le restrizioni commerciali avrebbero anche effetti negativi per i produttori che, pur non esportando direttamente, forniscono sottocomponenti essenziali per i beni destinati agli Stati Uniti. I dazi, infatti, porteranno anche effetti indiretti come l'aumento dei costi delle materie prime e dei semilavorati importati dagli Stati Uniti. La lievitazione dei costi di produzione finirà per erodere i margini di profitto delle imprese italiane e rallentare l'attività industriale, in particolare nel Nord del Paese, dove si concentrano i principali distretti produttivi orientati all'esportazione.
Le reazioni politiche
Le nuove misure tariffarie imposte dal Presidente Trump hanno non solo destato preoccupazione tra i principali partner commerciali del paese ma anche colpito economicamente molte aziende statunitensi. Le principali big tech statunitensi tra cui Google, Microsoft, HP e in particolare Apple hanno subito gravissime perdite in borsa a seguito delle dichiarazioni del Presidente. In particolare, è stato il gigante di Cupertino a farne maggiormente le spese per via della filiera produttiva dell’azienda. Da anni, infatti, Apple ha distribuito le fasi produttive di componenti e dispositivi in paesi come India, Cina e Vietnam al fine di ridurre le spese produttive e massimizzare guadagni e distribuzione capillare sui principali mercati del mondo.
Una forte opposizione è arrivata anche da Elon Musk, CEO di Tesla e braccio destro del Presidente a capo del neoistituito DOGE (Dipartimento per l’Efficienza del Governo), che ha criticato duramente l’architetto delle tariffe Peter Navarro sottolineando il fatto che tariffe di questo tipo danneggiano inevitabilmente le catene di approvvigionamento più complesse.
In risposta alle tariffe statunitensi, l'Unione Europea sta cercando di raffreddare le tensioni politiche e far rientrare l’allarme economico offrendo un accordo per rimuovere i dazi per tutti i prodotti industriali. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: "Siamo pronti a negoziare con gli Stati Uniti. Abbiamo già offerto tariffe zero-per-zero sui beni industriali come abbiamo già fatto con successo con molti altri partner commerciali". Nonostante ciò, l'UE ha anche preparato contromisure, proponendo dazi del 25% su alcune importazioni statunitensi nel caso in cui i negoziati non portassero a risultati concreti.
In Italia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato un incontro con il presidente Trump a Washington il 17 aprile per discutere delle nuove tariffe imposte sulle importazioni dell'Unione Europea. Meloni ha criticato queste misure definendole "sbagliate" e sottolineando che misure protezionistiche di questo tipo finiranno per danneggiare sia l’economia europea sia gli Stati Uniti. La Presidente Meloni che ha espresso il suo sostegno alla proposta della Commissione Europea per un accordo di “zero per zero” sui dazi industriali cercherà quindi di difendere l’industria italiana che lo scorso anno ha registrato esportazioni verso gli Stati Uniti per 40 miliardi di euro.
Sebbene gli indici di borsa siano in risalita dopo aver assorbito il colpo per l’annuncio dell’amministrazione Trump, occorre mantenere una fredda cautela verso quello che succederà nelle prossime ore. Le decisioni dell’amministrazione americana, da alcuni reputate sconsiderate, da altri giudicate come drastiche ma calcolate, sono in ogni caso estremamente mutevoli e imprevedibili.
Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2025
Condividi il post
L'Autore
Jacopo Biagi
Categorie
Tag
USA Cina India UE Italia Donald Trump Elon Musk Giorgia Meloni Ursula Von der Leyen Economia Mercati DaziCommerciali Borsa crisi economica