La questione migratoria: un fenomeno quanto mai divisivo

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  Tiziano Sini
  25 febbraio 2023
  2 minuti, 57 secondi

Se c’è un tema, che ciclicamente torna prepotentemente a dividere l’Europa è proprio la questione migratoria.

Fenomeno a tutti gli effetti epocale e che per antonomasia non può essere risolto in maniera semplicistica, non a caso, le soluzioni concertate con difficoltà negli ultimi anni continuano, ad essere fattualmente limitate e insufficienti.

A questo proposito, ad acuire la situazione ci ha pensato l’aumento dei flussi migratori verso l’Europa, compresa la rotta mediterranea che investe l’Italia, con l’hotspot di Lampedusa che attualmente si trova sotto fortissime pressioni per il numero di nuovi arrivi[1].

Una tendenza che è stata certificata anche da EASO (Agenzia dell’Unione europea per l’Asilo), che ha evidenziato una crescita considerevole di richieste di asilo che, ammontano a circa 1 milione, per l’anno 2022. Un trend in forte crescita rispetto agli anni precedenti (+50% rispetto al 2021), e che si avvicina molto al periodo 2016.

A cui ovviamente si aggiungono i circa 4 milioni di ucraini in fuga dalla guerra che hanno ottenuto la protezione temporanea[2].

A rendere ancora più incandescente il dibattito europeo è stata la contrapposizione fra Governo francese e quello italiano, che a più riprese si sono scontrati sul tema con toni estremamente forti[3].

Il difficile compito di ricomposizione degli equilibri è ovviamente spettato all’UE, che con difficoltà ha cercato di spostare la contrapposizione all’interno delle Istituzioni europee, facendo prevalere la dimensione negoziale a livello sovrannazionale rispetto allo scontro nazionale.

L’occasione propizia per aprire un dibattito in merito è stato il Consiglio europeo straordinario del 9 febbraio, i cui tempi in discussione, oltre alla questione migratoria sono stati la guerra in Ucraina, la situazione economica, il terremoto in Turchia e Siria ed il dialogo Belgrado-Pristina[4].

Tornando alla questione migratoria, le conclusioni a margine del Consiglio mostrano, il permanere di una condizione di impasse sul tema; per quanto, infatti, la Presidente italiana Giorgia Meloni si sia ritenuta soddisfatta per i passi avanti fatti, oltre ad alcuni orientamenti, non è possibile riscontrare tangibili novità.

Quello che è emerso durante il vertice è, infatti, la piena volontà da parte dei leader di rafforzare i controlli alle frontiere, con la finalità di bloccare i migranti irregolari anche attraverso l’adozione di nuovi metodi.

Ovviamente alla base della strategia c’è la volontà di una maggiore cooperazione con i Paesi di origine e di transito dei migranti, essenziale per cercare in primo luogo, di prevenire le partenze, ma anche per agevolare la gestione dei rimpatri, per quei soggetti le cui richieste di asilo saranno respinte.

Elemento dirimente, che fornisce la cifra distintiva dell’intero piano, oltre che estrema rilevanza per comprendere le decisioni future è la scelta di focalizzare l’attenzione esclusivamente alla dimensione esterna del fenomeno migratorio. Un orientamento che in qualche maniera sembra finalizzato a placare la preoccupazione di quei Paesi maggiormente coinvolti dal fenomeno, a cui si coniuga anche la definizione data all’iniziativa “una sfida europea che richiede una risposta europea”, quasi a marcare come l’Europa non lascerà soli i singoli Paesi di fronte ad una sfida epocale[5].



[1] https://www.open.online/2023/02/21/viminale-migranti-nazionalita-sbarchi-2023/

[2] https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2023/02/22/un-milione-di-domande-dasilo-in-2022-e-record-da-2016_d1064845-385a-4be9-a6ed-201758f98352.html

[3] https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/11/11/migranti-crisi-italia-francia.-lue-tenta-la-mediazione-si-lavora-ad-un-vertice-ad-hoc_02490fa2-e4e6-4fcf-9ca9-7f719c583c54.html

[4] https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2023/02/09/

[5] https://it.euronews.com/my-europe/2023/02/10/rimpatri-si-ricollocamenti-no-muri-forse-la-nuova-politica-migratoria-dellue

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