L’ambiguità della posizione cinese nello scontro Russia-Ucraina

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  Sofia Termentini
  18 ottobre 2022
  4 minuti, 47 secondi

È evidente come, a livello ufficiale, la posizione della Cina non sia mai cambiata. A renderlo ancor più chiaro è la frase ripetuta dal dragone cinese “La Cina rispetta la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi che fanno parte delle Nazioni Unite” e “allo stesso tempo comprendiamo le legittime preoccupazioni della Russia”. 

Da ciò emerge la sua strategica neutralità, in quanto da un lato non vorrebbe mai la caduta di Putin, perché ciò porterebbe la perdita di un vicino con la quale condivide un confine di oltre quattromila chilometri e la retorica anti-americana. Attraverso questo ultimo dettaglio, la Cina vuole giustificare la sua volontà di inglobare Taiwan, seguendo la stessa corrente di pensiero utilizzata nella guerra attuale, per la quale la Russia ha dovuto difendersi a seguito dell’espansione orientale della Nato. Allo stesso tempo, la Cina non vuole mettere a repentaglio l’accesso ai mercati occidentali, di conseguenza non ha appoggiato i referendum di Donetsk e Lugansk e si è astenuta alla risoluzione proposta dagli Stati uniti e Albania presso il Consiglio di Sicurezza. Le azioni cinesi sono sempre accompagnate da una strategia velata, basti pensare a come non avesse riconosciuto l’annessione della Crimea da parte della Russia con il solo obiettivo di attirarla verso di sé. La Cina non farà mai mancare il suo sostegno politico e retorico al Cremlino, poiché il suo incubo più grande sarebbe vedere il regime russo attuale sostituito con uno filoccidentale, ma, nonostante ciò, le attività, soprattutto in campo tecnologico, rallentano. Al contrario, gli acquisti di petrolio e gas sono nettamente aumentati, non tanto per aiutare l’amico russo, ma piuttosto per la convenienza che i cinesi ne traggono.

Il “tandem” cino-russo mostra dei limiti, infatti, lo stesso Putin, al summit della Shangai Cooperation Organization, ha espresso che la Repubblica Popolare Cinese nutre “dubbi e preoccupazioni” sul conflitto, non sbagliando; a poche ore dalla mobilitazione di Putin e dopo l’annuncio dei referendum di indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, Wang Wenbin ha nuovamente sottolineato il sostegno all’integrità territoriale e sovranità di “tutti i paesi”. Evidente e mai nascosta è la volontà diretta al cessate il fuoco da parte della Cina; infatti, Wang Yi ha portato quattro proposte per risolvere pacificamente il conflitto all’ONU in quanto “la situazione in Ucraina mostra un trend in espansione e a lungo termine, con ricadute sempre più gravi, che la Cina non vuole vedere”. Il rappresentante cinese ha anche affermato di sostenere l’Ue e i principali paesi europei, tanto da sottolineare come continueranno a “mediare attivamente e fare ogni sforzo per la pace”, poiché la Cina ha sempre sostenuto “l’istituzione di un’architettura di sicurezza europea, equilibrata, efficace e sostenibile per fornire una garanzia duratura per la pace”. Le idee principali per porre fine agli scontri tra Mosca e Kiev sono “dialogo, de-escalation, favorire un accordo e intervento umanitario”. Il primo elemento è quello più esaltato, infatti la Repubblica Popolare Cinese spera che le parti coinvolte non rinuncino al dialogo, ma, al contrario, lo utilizzino per affrontare le preoccupazioni. Lavrov, in risposta, ha dichiarato che “la sicurezza è indivisibile e la Russia è ancora disposta a risolvere i problemi attraverso il dialogo e i negoziati”.

ll dragone cinese non ha mai abbandonato la sua ambiguità, al contrario è convinto che la sua posizione sia chiara e coerente. Ma non si può nascondere che, dal punto di vista politico, Pechino si aspettava un esito differente. L’alleanza Nato avrebbe dovuto sfasciarsi, invece sembra più unita di prima, ora che si sta rinnovando con nuove adesioni e che l’America sembra determinata e meno incentrata su se stessa. Lo scenario peggiore è però legato all’aumento di instabilità nel continente euroasiatico, in quanto l’Azerbaijan ha attaccato l’Armenia e si sono verificati scontri al confine tra Tagikistan e Kirghizistan. Nonostante ciò, la Cina non ha intenzione di scaricare Putin perché questa mossa non eliminerebbe le tensioni con gli USA e l’occidente. Inoltre, è un partner comodo, sempre più legato e dipendente, che comporta vantaggi commerciali e strategici notevoli, come l’importo di energia a prezzi scontati, con la conseguente diffusione della propria moneta e una maggiore padronanza da parte della Repubblica popolare cinese sull’Asia centrale. La Cina e la Russia vogliono sottolineare la profondità dei loro rapporti sotto i riflettori, in particolare agli occhi degli Stati Uniti. Per questo, i passi maggiori sono stati fatti alla luce del giorno, come le manovre militari congiunte, nonché i passaggi di Cina e Russia intorno all’arcipelago giapponese e attraverso i suoi stretti strategici. Il Segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev e il diplomatico cinese Yang Jiechi hanno annunciato un approfondimento della cooperazione militare incontrandosi a Pechino. Ma lo stesso Joe Biden ha riconosciuto che per il momento Pechino non ha fornito alcun aiuto militare a Mosca sull'Ucraina.

Pechino condanna le azioni americane, non solo con il fine di poter utilizzare questo contro di loro in virtù della situazione a Taiwan, ma anche perché sostengono che l’intenzione americana è di un “regime change” a Mosca. Il dragone cinese non può permettersi il crollo di Putin, in quanto sta guadagnando dalla situazione attuale. Infatti, la Russia impegnata in Ucraina, comporta un maggior legame tra i due giganti e dà la possibilità al dragone cinese di chiedere spazio per aeree strategiche. Proprio per questo, la Cina teme un innalzamento del conflitto, infatti se Mosca perdesse, Pechino farebbe meglio a fermarsi in tempo per non trovarsi a fare i conti con la realtà cruda di una Russia debole e sconfitta.

Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.wired.it/article/c...

https://formiche.net/2022/09/c...

https://www.ilgiornaleditalia....

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L'Autore

Sofia Termentini

Sofia Termentini, class 2000, is a student of a Master’s triple degree in International Management-MIEX program. She is interested in international relations that keeps alive the world,especially the economic dimemsion and she has always been interested in the area of China. In the context of Mondo Internazionale she holds the position of Junior Researcher MI G.E.O. - Economic Area.

Sofia Termentini, classe 2000, è una studentessa del Master’s triple degree in International Management-programma MIEX.

Interessata alle relazioni internazionali, in particolare alla dimensione economica e da sempre appassionata all’area della Cina. All'interno di Mondo Internazionale ricopre la carica di Junior Researcher MI G.E.O. - Area Economia.

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