Al giorno d'oggi si discute molto di eco-asia, ma di cosa si tratta esattamente?
Molti giovani sono preoccupati per il nostro pianeta, tanto che ogni volta che si parla di cambiamento climatico, riscaldamento globale e ambiente vanno in ansia, si sentono sopraffatti dalle emozioni, come bloccati in un mondo il cui futuro sembra peggiorare inesorabilmente. I giovani più sensibili e attenti alla natura, quindi, non riescono a non pensare al fatto che abitiamo un pianeta sempre più fragile e colpito da eventi estremi che distruggono tutto: case e campi, attività produttive e centri di aggregazione. A questo si aggiunge, inoltre, la consapevolezza che il tempo rimasto per agire non è molto.
Quando psicologi e psichiatri si sono accorti che sempre più persone erano in qualche modo toccate dall'eco-ansia, hanno cominciato a interessarsi di questo fenomeno e, di conseguenza, intorno all'argomento si è creato un dibattito sempre più fitto. “L’eco-ansia, o ansia climatica, ci dicono gli psicologi, rappresenta una preoccupazione crescente nella società contemporanea, legata alle gravi minacce ambientali e ai cambiamenti climatici. Questa ansia può influenzare il benessere emotivo e psicologico di individui di tutte le età, specialmente coloro che sono sensibili alle problematiche ambientali”.
Si è dunque riscontrato che gli effetti del cambiamento climatico possono influenzare negativamente la salute mentale delle persone, causando ansia, stress e depressione. In particolare, le conseguenze dei disastri naturali possono avere un impatto duraturo sulla psiche di coloro che ne sono colpiti direttamente o che ne subiscono solo l’esposizione mediatica.
Per un certo verso si tratta di reazioni anche utili, in quanto potrebbero incentivare l'adozione di comportamenti più virtuosi nei confronti dell'ambiente, a patto però che non diventino eccessive. Se questo è il caso e le preoccupazioni legate all'ambiente arrivano a interferire con la vita quotidiana, allora si può parlare di ansia vera e propria: un disturbo che va gestito in maniera appropriata.
Ad essere più colpite dall’eco-ansia sono le giovani generazioni: più sensibili ai problemi ambientali e generalmente più educate al rispetto per il pianeta e per la natura. Abbiamo insegnato ai ragazzi e alle ragazze a non inquinare, a rispettare la natura in ogni sua forma e, di conseguenza, adesso sono loro che possono insegnare alle generazioni precedenti come preservare la salute del pianeta adottando uno stile di vita più sano.
Christina Popescu, una psicologa sociale dell’università del Québec a Montréal, sta conducendo la prima ricerca di dottorato proprio sul tema dell’eco-ansia: “L’obiettivo è elaborare una scala di misura per la sua valutazione scientifica, visto che non sono ancora stati stabiliti i criteri discriminanti per identificare chi ne soffre”. Intanto, per stimolare un dibattito su questo malessere e sentirsi meno soli, nel Nord Europa sono nati i Climate café, degli incontri in cui ciascuno può esprimere liberamente il proprio disagio, senza discriminazioni e giudizi. Il primo antidoto contro l’eco-ansia, infatti, è proprio la possibilità di parlarne e condividere il proprio vissuto.
L'eco-ansia a volte spinge molte persone a informarsi, leggere libri e guardare film e video sull’argomento, fattore che può sfociare nella scelta di intraprendere la strada dell’attivismo e dell’impegno concreto per il pianeta, o di adottare uno stile di vita più sano e sostenibile. Anche in questo caso, sono i più giovani ad abbracciare l’attivismo e le proteste contro il cambiamento climatico come strada principale, Nonostante siano spinti da un desiderio sincero di difendere il pianeta e la natura, spesso c’è il rischio di arrivare ad atti estremi che poco o niente hanno a che fare con l’ecologia.
“Paura e impotenza di fronte alle catastrofi naturali, panico e insicurezza davanti alla mala gestione del Pianeta". Questa è la definizione che gli psicologi danno all’ansia da catastrofe ambientale, secondo cui è proprio il senso di impotenza che rende più depresso e frustrano chi ne è soggetto. Secondo gli esperti, inoltre, colpirebbe i più giovani perché esigono un cambiamento verso una gestione più responsabile delle risorse terrestri, ma ancora non hanno potere decisionale.
Vedere il pianeta che soffre a causa di decisioni sbagliate e percepire la propria impotenza davanti allo stato delle cose, infatti, spinge all’attivismo e alla protesta con la speranza che si arrivi a una svolta. L’eco-ansia, però, può anche “assumere la forma di passività ansiosa, nella quale la persona si sente ansiosa ma incapace di affrontare il problema del cambiamento climatico, e può assumere la forma di un disturbo d’ansia innescato o esacerbato da fattori di stress climatici. Un’ansia eccessiva può essere grave e debilitante, e merita attenzione clinica”.
In conclusione, l’eco-ansia può essere utile quando spinge ad attuare dei comportamenti virtuosi che possono essere presi come esempio da tutti coloro che hanno a cuore il pianeta. Al tempo stesso, qualora l'eco-ansia inizi a causare maggiori disagi, un gesto semplice come parlarne con persone che si trovano nella stessa condizione può essere un primo passo per sentirsi meno soli.
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L'Autore
Valeria Fraquelli
Mi chiamo Valeria Fraquelli e sono nata ad Asti il 19 luglio 1986. Ho conseguito la Laurea triennale in Studi Internazionali e la Laurea Magistrale in Scienze del governo e dell’amministrazione presso l’Università degli Studi di Torino. Ho anche conseguito il Preliminary English Test e un Master sull’imprenditoria giovanile; inoltre ho frequentato con successo vari corsi post laurea.
Mi piace molto ascoltare musica in particolare jazz anni '20, leggere e viaggiare per conoscere posti nuovi ed entrare in contatto con persone di culture diverse; proprio per questo ho visitato Vienna, Berlino, Lisbona, Londra, Malta, Copenhagen, Helsinki, New York e Parigi.
La mia passione più grande è la scrittura; infatti, ho scritto e scrivo tuttora per varie testate online tra cui Mondo Internazionale. Ho anche un mio blog personale che tratta di arte e cultura, viaggi e natura.
La frase che più mi rappresenta è “Volere è potere”.
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