Lo spazio extraatmosferico e l’Agenda 2030

Ecco come le tecnologie spaziali possono aiutare a raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.

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  Elisa Modonutti
  30 giugno 2023
  5 minuti, 13 secondi

Fin dai tempi più antichi gli esseri umani hanno sognato di poter scoprire i segreti del cielo. Tuttavia, è stato solamente a partire dal XX secolo che la tecnologia spaziale ha reso possibile l’esplorazione dello spazio extraatmosferico. Dopo il secondo conflitto mondiale e l'intensificarsi della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica, lo spazio venne usato come arena di sfida per dimostrare la supremazia di ciascuna potenza sull’altra, portando ad un più rapido sviluppo delle tecnologie aerospaziali.

È proprio negli anni Sessanta del Novecento, infatti, che il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin diventò il primo uomo ad andare in orbita (1961) mentre alla fine del decennio (1969) la missione americana Apollo 11 raggiunse la luna, facendo sì che l’astronauta Neil Armstrong diventasse il primo uomo a camminare sulla superficie lunare. Dopo la fine della contrapposizione tra i due blocchi lo spazio extraatmosferico, da arena di contrasti tra le due superpotenze, è diventato uno spazio di cooperazione e collaborazione. In particolare, in virtù di questa unione, sono state migliaia le missioni spaziali organizzate dagli anni Novanta a oggi così come gli sviluppi congiunti da parte di moltissimi Stati creatori di tecnologie spaziali innovative. Numerosissimi sono i satelliti che oggi si trovano in orbita - per il 2022 si parla di più di 10.000 satelliti orbitanti attorno il nostro pianeta -, che contribuiscono ad aiutare l’umanità ad affrontare varie questioni inerenti al nostro pianeta. Infatti, tramite i dati forniti da queste apparecchiature, è ad esempio possibile fare previsioni sulle prossime precipitazioni e sulle variazioni di temperatura, ma anche in relazione al degrado del suolo, allo stato delle acque e per molti altre misurazioni.

Inoltre, le tecnologie spaziali svolgono un ruolo importante all’interno dell’Agenda 2030, varata con la risoluzione A/RES/70/1: Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015, la quale prevede 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (17 Sustainable Development Goals, SDGs). Queste tecnologie sono utili allo studio di numerosi fenomeni terrestri, dai cambiamenti climatici alla gestione delle risorse idriche, ma anche in questioni sociali come la lotta contro la fame nel mondo e la povertà, e nella garanzia di un’assistenza sanitaria adeguata. L’United Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA), ossia l’Agenzia delle Nazioni Unite per lo spazio extraatmosferico, nel 2018 ha creato congiuntamente con l’European Global Navigation Satellite System Agency un report illustrativo di tutti i benefici che le tecnologie spaziali possono apportare nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Agenda 2030. 

Tra i maggiori contributi che le tecnologie spaziali forniscono ai 17 SDGs, vi è il grande impatto positivo sull’obiettivo 13, che promuove azioni contro il cambiamento climatico e i suoi impatti sulla Terra. Infatti, le tecnologie spaziali hanno reso possibile sia una conoscenza approfondita del nostro pianeta che del cambiamento climatico e delle variabili ad esso associate. In questo ambito, l’UNOOSA ha successivamente promosso anche l’iniziativa “Space4ClimateAction”, una piattaforma di raccoglimento dati e progetti accessibili a tutti e utili alla battaglia contro il cambiamento climatico. Secondo le parole della Direttrice dell’UNOOSA, Simonetta di Pippo, “Al momento le tecnologie spaziali sono ancora sottoutilizzate”, quando in realtà “i satelliti per l’osservazione della Terra possono contribuire a monitorare le variabili climatiche e i dati satellitari permettono di capire i cambiamenti climatici con più precisione”. In sostanza, l’iniziativa intende promuovere la conoscenza e l’utilizzo delle tecnologie spaziali per raggiungere gli obiettivi climatici, offrendo risorse per lo sviluppo innovativo rivolte a tutti - cittadini, organizzazioni, aziende, università, politici ed esperti - per poter promuovere proprie ricerche e potenziamenti indirizzati ad una strategia comune.

Tuttavia, la lotta al cambiamento climatico non è l’unico obiettivo per il quale le tecnologie spaziali possono contribuire in maniera cruciale. Un altro ruolo fondamentale viene ricoperto anche in relazione ai punti 6 e 14 che rispettivamente promuovono l’accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari e alla vita sott’acqua. L’acqua, oltre a rappresentare circa il 71% della superficie terrestre, è fondamentale per la vita sulla Terra, con gli oceani che, in ultima istanza, regolano l’acqua piovana, quella potabile, il meteo, il clima, l’ossigeno e perfino l’aria che si respira. Ecco, quindi, perché un uso sostenibile delle fonti di acqua e la preservazione dei sistemi marini sono essenziali nel raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. In questo ambito, le tecnologie spaziali sono essenziali per la mappatura e il monitoraggio di aree naturali e protette, nella valutazione delle risorse marine e costiere, per il rilevamento dei cambiamenti climatici - in particolare, della temperatura dell'acqua -, ma anche nella localizzazione e nel controllo della qualità dell'acqua e delle fonti d'acqua dolce e, infine, per le previsioni metereologiche.

I progressi tecnologici in ambito spaziale contribuiscono al raggiungimento anche di obiettivi dell’Agenda 2030 maggiormente legati allo sviluppo sociale, come la lotta alla povertà (SDG 1) e la promozione di un adeguato livello di assistenza sanitaria (SDG 3). In relazione alla lotta contro la povertà, in particolare, grazie alle rilevazioni fornite dalle tecnologie spaziali, i governi e le istituzioni sono in grado di massimizzare lo sfruttamento delle risorse naturali, così fornendo un sostegno più efficiente alle persone vulnerabili. Ad esempio, le tecnologie spaziali giocano un ruolo importante nel caso di disastri naturali imminenti quando, grazie agli “early warning systems” spaziali, è possibile avvisare tempestivamente agricoltori o impiegati nelle filiere alimentari attraverso l'indicazione delle misure immediate da prendere a favore della sicurezza alimentare. Inoltre, in relazione alla promozione di una vita sana e del benessere di tutti e a tutte le età (SDG 3), le tecnologie spaziali studiano l’epidemiologia delle malattie: i dati derivanti dagli studi spaziali vengono usati per identificare i fattori ecologici, ambientali e di altro tipo che contribuiscono alla diffusione delle malattie, definendo allo stesso tempo le aree che richiedono una pianificazione del controllo della diffusione. Tra l'altro, tali tecnologie sono utili anche per il monitoraggio dei fattori che influenzano la salute e il benessere umano come il traffico e la qualità dell'aria.

Dai cambiamenti climatici alla lotta contro la povertà e alla promozione di migliori condizioni di salute, molti sono gli ambiti nei quali le tecnologie spaziali possono essere impiegate per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, per la promozione di uno sviluppo sostenibile e per la creazione di una vita migliore sul nostro pianeta.

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Fonti consultate per il presente articolo:

Fonte immagine: https://unsplash.com/it/foto/Q...
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https://www.unoosa.org/res/oos...
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L'Autore

Elisa Modonutti

Studentessa di Scienze internazionali e diplomatiche, amante della lettura, dei viaggi e con una curiosità innata di scoprire il mondo che ci circonda

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sviluppo sostenibile 17 SDG ONU cambiamento climatico acqua Zero Povertà Assistenza sanitaria Agenda 2030, Tecnologia spaziale UNOOSA salute ecosistema marino SDG 1 SDG 3 SDG 6 SDG 13 SDG 14