Quanto è rilevante il PNRR nei programmi elettorali?

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  Tiziano Sini
  20 settembre 2022
  4 minuti, 17 secondi

La data delle elezioni politiche si sta avvicinando, ed a pochi giorni dal voto i contendendo si stanno giocando le proprie carte migliori, in vista di qualche colpo di scena finale. Ma se da un lato la corsa al voto è scandita da forti contrapposizioni, anche personali; è altrettanto innegabile che all’orizzonte si stiano stagliando scenari sempre più preoccupanti.

Le prospettive del prossimo autunno, come acclarato, non saranno rosee, con inflazione ancora alta, nonostante il cambio di rotta da parte della BCE; ma, soprattutto, una crisi energetica i cui impatti potrebbero essere disastrosi. Su questi scenari si è concentrata buona parte della campagna elettorale. L’attenzione nei confronti delle scelte promosse dell’Unione Europea è stata assolutamente centrale. In particolare, si è concentrata sulle scelte finalizzate ad invertire la tendenza negativa che sta colpendo l’intera Europa.

In quest’ottica di primario interesse è stato la rilevanza data agli strumenti utili per scongiurare una nuova e profonda crisi sistemica in Italia, in particolare sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’analisi, soffermandosi sui diversi programmi elettorali promossi dai partiti politici, è finalizzata a far emergere e sottolineare le varie posizioni espresse in merio - comprese le criticità - iniziando dal partito leader, secondo i sondaggi, della coalizione di centro-destra: Fratelli d’Italia.

La forza politica, guidata da Giorgia Meloni, nel proprio programma chiarisce come le contingenze attuali non lascino spazio ad altre soluzioni che non siano una nuova programmazione degli obiettivi del PNRR. Non una novità, viste le perplessità espresse negli scorsi mesi durante l’opposizione al governo Draghi, anche se le posizioni di Meloni si sono notevolmente ammorbidite con lo scorrere della campagna elettorale e la possibilità di vittoria. Tornando al PNRR, la programmazione di nuove priorità dovranno mirare all’approvvigionamento ed alla sicurezza energetica; anche se non sono inseriti ulteriori particolari su quali politiche sarebbe doveroso adottare con tali fondi[1].

Anche la Lega Nord guidata da Matteo Salvini sembra propendere per le medesime conclusioni, anche se nel programma sono maggiormente chiare le finalità che i fondi del PNRR dovrebbero aiutare a raggiungere. Un esempio estremamente lampante in questo senso è testimoniato dalla volontà di potenziare il sistema infrastrutturale, con un intervento da 150 miliardi, di cui la metà dovrebbero essere garantiti proprio dal PNRR. Ma ancora, un elemento curioso, riguarda l’interesse da parte del partito ad investire fondi PNRR, nel settore del trasporto aereo, fino ad ora non previsto. Senza dimenticare la necessità di investire nuove risorse per contrastare la crisi energetica[2].

A conclusione il programma di Forza Italia. Il partito fondato da Silvio Berlusconi, infatti, nel suo programma mantiene una linea piuttosto vaga in merito alla gestione dei fondi del PNRR. Quello che fra i partiti della coalizione, sembra, sulla carta, il più europeista ed atlantista, nelle pagine iniziali del suo programma afferma una piena convinzione nei confronti delle prerogative europee (interessante il riferimento al “pieno supporto all’Ucraina”). Affermazioni che poche pagine dopo vengono in parte smentite dall’esplicitata volontà di modificare il PNRR, a seguito del mutare delle condizioni economiche e sociali[3].

Anche in quest’ultimo caso non è chiaro assolutamente quali interventi mirati saranno proposti in caso di vittoria elettorale, ma sembra chiaro che se ciò dovesse accadere la coalizione di centro-destra procederebbe ad una revisione del Piano di Ripresa e Resilienza.

Una lettura molto simile può essere estesa anche al programma del Movimento 5 Stelle. La forza politica che ha di fatto scaturito la crisi di Governo lo scorso luglio, non ha mai nascosto l’intenzione di modificare il PNRR, favorendo interventi già previsti durante il Governo Conte II, a cui si sommerebbero interventi finalizzati a scongiurare una crisi sistemica i prossimi mesi[4].

In antitesi alle posizioni precedentemente espresse, si pongono invece i programmi elettorali del Partito Democratico e della coalizione elettorale denominata Patto Repubblicano, costituita da Azione ed Italia Viva.

Per quando riguarda la linea adottata dal partito guidato da Enrico Letta, il rispetto degli accordi stipulati con le Istituzioni europee e la realizzazione degli obiettivi del PNRR, così come fatto negli scorsi mesi, sono obiettivi essenziali[5].

Analogamente, l’alleanza elettorale costituita fra i raggruppamenti politici guidati da Renzi e Calenda ha fra i propri punti programmatici proprio la realizzazione degli obiettivi contenuti nel Piano di Ripresa e Resilienza. In questo caso è ulteriormente puntualizzato l’impegno a perseguire quanto fatto in precedenza dal Governo Draghi gli ultimi mesi. Elemento dirimente, che è diventato un vero e proprio slogan elettorale della Coalizione (realizzazione della cosiddetta “Agenda Draghi”)[6].

Vi è una fortissima polarizzazione, quindi, intorno al tema di una possibile riforma del PNRR; divenuto, oltremodo, simbolicamente importante, per la continuità o discontinuità rispetto all’operato del Governo guidato da Mario Draghi.

Immagine: https://pixabay.com/it/illustrations/votazione-voto-scatola-carta-3569999/

[1] https://www.fratelli-italia.it/wp-content/uploads/2022/08/Brochure_programma_FdI_qr_def.pdf

[2] https://static.legaonline.it/files/Programma_Lega_2022.pdf

[3]https://dait.interno.gov.it/documenti/trasparenza/POLITICHE_20220925/Documenti/43/(43_progr_2_)-pdfa_-_programma_forza_italia_politiche_2022.pdf

[4] https://www.movimento5stelle.eu/wp-content/uploads/2022/09/Programma-M5S-completo-2022-09-12.pdf

[5] https://elezioni2022.partitodemocratico.it/programma-elettorale/

[6] https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1658753712.pdf

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Tiziano Sini

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