I dati recenti dell'International Labour Organization (ILO) offrono uno sguardo illuminante sulle prospettive economiche del Medio Oriente: l'incremento della partecipazione femminile alla forza lavoro potrebbe far crescere il PIL della regione di oltre il 10% nei prossimi dieci anni. Questo risultato riflette un cambiamento significativo in una regione tradizionalmente caratterizzata da elevati livelli di disoccupazione femminile e da restrizioni sia politiche che sociali.
Attualmente, la partecipazione femminile al mercato del lavoro nel Medio Oriente è molto inferiore rispetto ad altre regioni del mondo. Nel 2023, la percentuale di donne occupate in Paesi come l'Arabia Saudita e l'Egitto era tra le più basse globalmente, con l'Arabia Saudita che registrava una partecipazione femminile intorno al 17%, mentre l'Egitto si attestava intorno al 15%, secondo i dati dell'OECD. Questi numeri sono significativamente inferiori alla media globale, che è circa del 47%. Tuttavia, è importante specificare cosa si intende per Medio Oriente, poiché in alcuni Paesi del Golfo, come il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti, le percentuali generali dei lavoratori sono basse anche per gli uomini, in quanto molti cittadini vivono di rendita grazie alle risorse petrolifere e al sistema di welfare statale, riducendo così la necessità di partecipare al mercato del lavoro. Pertanto, basse percentuali di donne occupate non indicano necessariamente una mancanza di lavoro in generale, ma piuttosto un diverso modello economico.
L’ILO ha impiegato un modello econometrico avanzato, una tecnica che utilizza rappresentazioni matematiche e analisi statistica per stimare l'impatto di queste dinamiche. Secondo la ricerca, a partire dal 2024, un incremento del 10% nella partecipazione femminile al mercato del lavoro è realistico, supportato da vari fattori chiave. Le donne apportano nuove competenze e prospettive, che possono stimolare l'innovazione e migliorare l'efficienza in settori come il commercio al dettaglio e i servizi sociali. Inoltre, negli ultimi anni, è cresciuto il loro coinvolgimento nei settori della tecnologia e dell'innovazione, sebbene queste aree siano ancora in fase di sviluppo disomogeneo nella regione. L'inclusione di un maggior numero di donne potrebbe ampliare il bacino di lavoro, favorendo la crescita delle aziende e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il McKinsey Global Institute prevede che un incremento della partecipazione femminile potrebbe aggiungere fino a 28 trilioni di dollari al PIL globale entro il 2025. Diversi studi, tra cui quelli della Harvard Business Review, dimostrano che una maggiore diversità di genere migliora la produttività e l'innovazione, mentre la World Bank indica che i Paesi con maggiore uguaglianza di genere tendono a essere più coesi e stabili, riducendo il rischio di conflitti e instabilità sociale.
Tuttavia, per realizzare questi benefici, è fondamentale superare barriere significative. Le norme culturali e le leggi restrittive continuano a limitare l'accesso delle donne a opportunità economiche. La ricerca suggerisce che per superare questi ostacoli è necessario adottare politiche inclusive e promuovere programmi di formazione mirati. Riforme legislative, come la rimozione delle restrizioni professionali e l'implementazione di politiche di parità salariale, sono essenziali per creare un ambiente di lavoro equo. In Paesi come l'Afghanistan e l'Iran, dove le restrizioni sui diritti delle donne sono particolarmente severe, l'evoluzione verso una maggiore partecipazione economica è ostacolata da barriere quasi insormontabili. Qui, le donne affrontano non solo limitazioni alla libertà di parola e all'indipendenza economica, ma anche una carenza di diritti umani fondamentali, rendendo difficile una trasformazione rapida e significativa. Al contrario, Paesi come l'Arabia Saudita, che stanno implementando riforme per migliorare l'accesso delle donne al mercato del lavoro, mostrano segni di progresso più promettenti, offrendo una base più solida per la crescita economica e l’innovazione. L'Arabia Saudita, in particolare, sta cercando di diversificare la propria economia per ridurre la dipendenza dal petrolio, promuovendo non solo la partecipazione femminile, ma anche lo sviluppo del settore privato e l'espansione di settori come la tecnologia, il turismo e l'intrattenimento.
Se il miglioramento delle condizioni per le donne del Medio Oriente dovesse concretizzarsi, l'impatto globale sarebbe significativo. A livello internazionale, una maggiore partecipazione femminile nella regione contribuirebbe a una crescita economica più inclusiva e a una diversificazione nei settori chiave, come la tecnologia e l'istruzione. Questo cambiamento potrebbe promuovere un modello di sviluppo più equo e stimolare progressi in altre regioni con sfide simili. Sul piano dei diritti umani, una maggiore partecipazione delle donne potrebbe rafforzare l'uguaglianza di genere e influenzare positivamente le norme e le politiche internazionali, servendo da catalizzatore per un avanzamento globale verso l'uguaglianza di genere e i diritti umani universali.
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