Verso un Mondo Senza Plastica: Le Prospettive a Nairobi dopo INC-3

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  Marco Del Pioluogo
  28 novembre 2023
  4 minuti, 7 secondi

Si è da poco conclusa la terza sessione del Intergovernmental Negotiating Committee (INC-3).

L’evento ha avuto luogo a Nairobi, in Kenya, nel quartier generale del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), la principale autorità mondiale in materia di ambiente, tra il 13 e il 19 novembre 2023.

Tutto ebbe inizio nel marzo 2022 con la quinta riunione del United Nations Environment Assembly (UNEA 5.2), l’organo supremo dell’UNEP, costituito dai rappresentanti dei 193 Stati membri delle Nazioni Unite, delle imprese, della società civile e dalle altre parti interessate.

Riconoscendo che “i livelli elevati e in rapido aumento di inquinamento da plastica rappresentano un grave problema ambientale su scala globale, con un impatto negativo sulle dimensioni ambientali, sociali ed economiche dello sviluppo sostenibile", in tale riunione venne adottata una risoluzione di importanza storica, nella quale venne messo per iscritto l’impegno per lo sviluppo di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull'inquinamento da plastica, anche nell'ambiente marino.

Per raggiungere il suo scopo, l’UNEP ha creato un Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC), il quale ha iniziato i suoi lavori nella seconda metà del 2022, con l'ambizione di completare i negoziati entro la fine del 2024.

L’INC si pone come obiettivo quello di sviluppare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sull'inquinamento da plastica, anche nell'ambiente marino, che potrebbe includere approcci sia vincolanti che volontari, basati su una visione globale che affronti l'intero ciclo di vita della plastica, tenendo conto, tra l'altro, dei principi della Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo, nonché delle circostanze e delle capacità nazionali.

Da diversi anni, l'inquinamento da plastica è una delle principali questioni sollevate dall'Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEA) e da altri forum globali.

L'industria dei combustibili fossili ha a lungo considerato la plastica come una sorta di ancora di salvataggio. Nel periodo compreso tra il 2000 e il 2019, la produzione mondiale di polimeri plastici è cresciuta del doppio, raggiungendo le 460 milioni di tonnellate all'anno. Le proiezioni indicano che entro il 2050 questa cifra potrebbe quasi triplicare rispetto ai livelli registrati nel 2019.

Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente, meno del 10% di essa viene riciclata, soffocando le discariche e impoverendo gli oceani. E sempre secondo la stessa fonte circa il 98% della plastica monouso, come le bottiglie o gli imballaggi, deriva da combustibili fossili.

Sono state identificate oltre 900 sostanze chimiche presenti negli imballaggi e 148 di queste sono state identificate come nocive. I lavoratori e gli utenti sono esposti a queste sostanze chimiche prima ancora che diventino rifiuti.

Dopo le riunioni a Punta del Este, in Uruguay, e a Parigi, in Francia, si è giunti nel novembre 2023 al punto intermedio dei negoziati a Nairobi.

Nella sua seconda sessione, l’INC ha richiesto al presidente del comitato la preparazione di una Zero Draft, una bozza zero, dello strumento internazionale giuridicamente vincolante richiesto dalla risoluzione UNEA 5/14, da prendere in esame durante la terza sessione.

Durante le discussioni intorno alla forza coercitiva di cui il futuro “strumento” dovrebbe caratterizzarsi sono emerse diverse posizioni.

L'Unione Europea, il Giappone, il Canada e il Kenya hanno sostenuto la necessità di un solido trattato con disposizioni vincolanti, finalizzato a ridurre la produzione e l'uso di polimeri plastici vergini. Inoltre, vorrebbero eliminare o limitare l’utilizzo delle plastiche più problematiche. Al contrario, l'industria della plastica, le compagnie petrolifere e gli esportatori di prodotti petrolchimici come l'Arabia Saudita si sono opposte a misure così rigorose, sostenendo la necessità di concentrarsi sul riciclo e sul riutilizzo della plastica, enfatizzando un approccio più circolare. Gli Stati Uniti, inizialmente favorevoli ai piani nazionali, hanno invece appoggiato un trattato basato sul multilateralismo, con obiettivi concordati a livello globale.

Il Consiglio Internazionale delle Associazioni Chimiche fa eco a questo sentimento, sottolineando l'importanza di porre fine all'inquinamento da plastica piuttosto che limitarne la produzione.

Dall'altra parte, i produttori di petrolio, gas e prodotti petrolchimici temono che un trattato di questa natura possa ostacolare le vendite di combustibili fossili. L'Arabia Saudita, insieme ad altre nazioni, ha recentemente lanciato una coalizione che sostiene misure incentrate sui rifiuti piuttosto che sui controlli della produzione. I gruppi ambientalisti hanno sottolineato la necessità di azioni concrete e rapide, sperando di evitare ritardi causati da controversie procedurali.

La terza sessione del Intergovernmental Negotiating Committee (INC-3) si è conclusa senza vincitori né vinti. I delegati presenti hanno approvato le date del loro quarto incontro già previsto a Ottawa, in Canada, per aprile 2024 e si sono accordati per un quinto incontro alla fine di novembre a Busan, in Corea.

Inoltre, il Segretariato è stato incaricato dai delegati di redigere una nuova Zero Draft, rivista delle posizioni emerse, da usare come base per le discussioni di INC-4.

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Marco Del Pioluogo

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