Diventare carbon neutral entro il 2025: la sfida impossibile di Copenaghen

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  27 September 2023
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Abstract

In tutto il mondo più di settanta città hanno stabilito di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili, e in generale a tutte le emissioni dannose per il clima, entro il 2050. Ma Copenaghen, capitale della Danimarca, si è posta come obiettivo quello di diventare la prima capitale al mondo a zero emissioni di CO2 entro il 2025. Nel corso di dieci anni, la città danese si è impegnata a rimuovere completamente i due milioni di tonnellate di diossido di carbonio della città, tuttavia nell'ultimo anno sono emersi degli ostacoli (B. Vad Mathiesen, I. Auken, J. M. Skibsted, 2019).

Introduzione

Nel 2009, dopo la COP15, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite organizzata proprio nella capitale danese Copenaghen lanciò la sfida di diventare la prima città carbon neutral entro il 2025 (D. Lemmi, 2019). Copenaghen è una città in crescita e rispecchia, dunque, quella che è una tendenza globale. In essa vi è un aumento di circa mille abitanti al mese, che diventano molti di più se si considera anche la regione Hovedstaden, ossia la “regione della capitale”. Un incremento stimato del 20% all’incirca per quindici anni porterà Copenaghen ad ospitare intorno alle 800 mila persone nel 2025. Già dal 2009, l'amministrazione della città danese ha iniziato a muoversi al fine di raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica nel 2025, operando su diversi campi con un progetto a lungo termine concordato da tutte le parti politiche che hanno governato la capitale negli ultimi anni. Le emissioni nel 2005 furono oltre i due milioni di tonnellate; nel 2025 dovranno scendere a 1,2 milioni, nonostante l’aumento delle attività umane come produzione di energia, trasporti, industria.

Per centrare questo ambizioso scopo, la Danimarca ha deciso di affidarsi alle fonti rinnovabili. La produzione di elettricità, di calore per il riscaldamento e di raffrescamento sarà principalmente innescata a partire dal vento, dalla geotermia, dalla biomassa e dall’incremento dei rifiuti. La sfida è che il teleriscaldamento cittadino raggiunga la neutralità di fatto di emissioni di CO2 nel 2025 (R. Bressa, 2018). La strategia climatica prevede altresì l’espansione del sistema di trasporto pubblico e delle piste ciclabili, l’ammodernamento degli edifici alla svolta energetica, l’uso sempre più frequente dei veicoli elettrici e l’investimento in tecnologie più pulite (L. Taylor, 2018).

Tuttavia, nell’ultimo anno sono emersi degli ostacoli insormontabili per arrivare alla neutralità climatica entro i prossimi due anni.

La Danimarca è esposta al cambiamento climatico

Il cambiamento climatico può causare un impatto negativo sulla Danimarca con il verificarsi di eventi catastrofici e scenari estremi. Gli eventi meteorologici estremi come tempeste, piogge di lunga durata e abbondanti aumenteranno la loro frequenza nei prossimi decenni, come anche nel resto d’Europa, con probabili danni anche alle proprietà. La geografia della Danimarca è costituita dalla penisola della Jutland con un punto più alto di 170 m sul livello del mare e più di 400 isole; questo la rende particolarmente vulnerabile alle inondazioni e all’erosione dovute all’innalzamento del livello del mare provocato dallo scioglimento dei ghiacciai e lastre di ghiaccio. Dunque, un brusco peggioramento dei cambiamenti climatici potrebbe colpire il paese in maniera grave. La produzione di beni e servizi di base come le infrastrutture idriche di trasporto fondamentali per l’attività nei porti e nelle zone costiere sarebbero in pericolo con l’innalzamento del livello del mare, le inondazioni e altri eventi estremi. Il riscaldamento globale avrebbe anche effetti indiretti sulla Danimarca e sulla sua economia dipendente dal commercio.

Inoltre, è praticamente certo che l'aumento delle temperature metterà a repentaglio gli ecosistemi e causerà incendi e siccità più frequenti e gravi a livello globale, in particolare nelle aree subtropicali. Sebbene la Danimarca rientri nelle aree in cui un incremento della produzione alimentare è ancora possibile, l'aspettativa per i prossimi anni è che i cambiamenti climatici comprometteranno la sicurezza alimentare globale, diminuendo la produzione di grano, riso e mais nelle regioni tropicali e temperate. La migrazione ed eventuali tensioni su risorse, a quel punto più esigue, potrebbero comportare conseguenze negative sul commercio e l'accesso ad alcune materie prime. L'agricoltura danese, con un importante settore dell'allevamento, potrebbe dunque dover far fronte a prezzi dei mangimi più elevati e più variabili.

Come arrivare alle zero emissioni nel 2025? I punti salienti del progetto di Copenaghen

L'azione del governo è fondamentale per dare un impulso agli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio o a zero emissioni nette appoggiando investimenti del settore privato, investimenti pubblici diretti o regolamentazione. La Danimarca ha aperto la strada in modo sostanziale nel ridurre il costo delle energie rinnovabili, in particolare dell'eolico offshore, attraverso un sostegno che comprende pianificazione territoriale e obiettivi quantitativi ambiziosi. (OECD, 2022)

Il 23 agosto 2012 è stato adottato il Piano Climatico Copenaghen 2025 (Climate Plan CPH 2025), il cui obiettivo è rendere Copenaghen una città ad emissioni zero entro il 2025. Esso è stato suddiviso in tre diverse fasi, ed è ora arrivato alla terza ed ultima: 2021-2025. Ciascuna fase a sua volta poggia su quattro fondamentali cardini: consumo energetico; produzione energetica; mobilità e iniziative dell’amministrazione comunale (ASSOCAMERESTERO, 2022).

  • 1) Consumo di energia: dal 2009, la città è costantemente impegnata nella riduzione delle emissioni di CO2 attraverso la riduzione del consumo energetico e la produzione di energie verdi: le fonti rinnovabili (R. Buglione, 2023). Un grosso contributo in tale ambito è fornito dal sistema di produzione energetica distrettuale che, cogenerando calore ed elettricità permette di raddoppiare l’efficienza e di far risparmiare i cittadini sui consumi annui (L. L. Preziosa, 2019)
  • 2) Produzione di energia: nel 2025 è stato previsto che la produzione di elettricità e riscaldamento si baserà esclusivamente sull’energia eolica, geotermica e biomasse. Gli investimenti per l’elettricità e il calore saranno per una parte a carico delle società energetiche. Il comune di Copenaghen, invece, sosterrà finanziariamente la costruzione di turbine eoliche e di una centrale geotermica (R. Buglione, 2023). Dal punto di vista della produzione di energia pulita, la capitale scandinava ha un vantaggio non indifferente rispetto ad altre città poiché per più di cento anni la città, ed in generale la Danimarca, si sono affidate ad un sistema in cui il calore viene prodotto da un impianto di quartiere o da un distretto, anziché per nucleo familiare, riducendo, in tal modo le emissioni di carbonio del 50%. L'obiettivo a questo punto è di rendere il modello distrettuale ad emissioni zero entro il 2025, creando un sistema energetico flessibile basato su energia eolica, biomassa, energia geotermica e rifiuti (L. L. Preziosa, 2019). Inoltre, a proposito di biomassa, la Danimarca consuma molta più biomassa pro capite di quanto sarebbe sostenibile su scala globale e importa una quota maggiore del suo utilizzo di biomassa solida rispetto a qualsiasi altro Paesi dell'OCSE. La quota di importazioni molto alta, prevalentemente da Estonia, Lettonia, Regno Unito Stati Uniti e Russia, rende più difficile garantire che le foreste siano gestite in modo sostenibile. Dunque, il paese dovrebbe gradualmente abbandonare l'uso della scarsa biomassa legnosa per il calore e l'energia elettrica. L’utilizzo della biomassa dovrebbe essere meglio allineato con gli effetti ambientali delle emissioni nette di carbonio, inquinamento atmosferico, danni alla biodiversità e al suolo durante la raccolta (Danish Council on Climate Change, 2018).
  • 3) Mobilità verde: Copenaghen è progettata per far sì che gli abitanti si spostino prevalentemente in bicicletta e l’infrastruttura della città garantisca sicurezza a coloro che vanno in bicicletta. I mezzi pubblici sono organizzati in modo intelligente, infatti, le persone tramite delle insegne digitali ottengono informazioni immediate sul trasporto di cui intendono usufruire. Gli autobus sono elettrici, la metro è automatica e si muove senza conducente. Anche i treni pendolari sono elettrici e inoltre permettono gratuitamente di portare la bicicletta. La loro alta frequenza consente un veloce accesso in tutte le parti della città. Per il 2025 si prevede che la maggior parte delle auto funzionino ad elettricità o idrogeno. Inoltre, il 75% di tutti gli spostamenti sarà effettuato in bicicletta, a piedi o con i mezzi pubblici.
  • Comune di Copenaghen come “azienda per il clima”: il Comune si impegna a ristrutturare e riqualificare tutti quegli edifici e case costruiti prima dell’attuazione del piano in modo che siano adeguati ai nuovi standard energetici. Il comune si preoccupa altresì di regolamentare le imprese, l’illuminazione stradale, la costruzione di edifici sostenibili e il lavoro dei dipendenti. Le dimensioni e l’organizzazione della città consentono la regolazione, il controllo e l’attuazione di politiche sostenibili in diversi ambiti; per tali motivi il comune danese si configura come “azienda del clima” (R. Buglione, 2023)

Jorgen Abildgaard, direttore esecutivo del Climate Plan della città di Copenaghen, ha dichiarato che azzerare le emissioni nette rappresenta anche un modo per mostrare al mondo che compiere la transizione ecologica è possibile, manifestando la volontà di convertire le vecchie centrali a carbone per alimentarle a biomassa (R. Bressa, 2018)

“Noi vogliamo essere 100% carbon neutral dal 2025, ma se saremo 95% o lì vicino, sarebbe comunque un grande successo”, ha affermato alla U.N. Climate talks. Abildgaard ha evidenziato, inoltre, la necessità di agire a stretto contatto con settori quali l’edilizia e i trasporti per mettere in atto modelli di business e tecnologie orientati ad un duplice scopo: ridurre le emissioni senza trascurare gli obiettivi aziendali (L. Taylor, 2018).

Il grande investimento indirizzato su tale piano mira ad una città più pulita, sostenibile e che garantisca una migliore qualità della vita. I risultati sono già ampiamente riscontrabili nella capitale danese.

Il sistema di teleriscaldamento e teleraffreddamento

Al fine di ridurre le emissioni, Copenaghen, ha un vantaggio importante. Essa, infatti, per più di cento anni ha utilizzato il teleriscaldamento, un sistema grazie al quale il calore viene prodotto per quartiere e non per famiglia. Vi è inoltre anche un sistema di teleraffreddamento di cui la città si è dotata recentemente (L. Taylor, 2018).

Il sistema di riscaldamento e raffreddamento gioca un ruolo fondamentale per diminuire le emissioni di carbonio. Nel 2010 è stato inaugurato l’impianto di Adelgade che infatti è uno dei più innovativi della città ed è situato al centro di Copenaghen in una centrale elettrica, non più attiva. Esso costituisce il perno della prima rete di teleraffreddamento del paese nonché un modello di ingegneria che rispetta il clima. La funzione del moderno impianto è quella di fornire acqua refrigerata tramite tubi isolati agli edifici prelevando acqua di mare fredda da un tubo di aspirazione accanto al canale di Nyhavn. Quei tubi si trovano sottoterra negli stessi tunnel in cui il valore viene distribuito tramite la rete di teleriscaldamento di Copenaghen. Thomas Grinde, ingegnere di una società privata della città, la Copenaghen Energy, ha affermato che ciascun grado celsius risparmiato dal preraffreddamento con acqua di mare, permette di risparmiare il 15% di elettricità nei refrigeratori ad assorbimento del sito. Si stima che il teleraffreddamento riduca le emissioni di C02 del 70% circa.

Amager e Avedøre sono le due più importanti centrali di cogenerazione (CHP) di cui si avvale Copenaghen. Esse bruciano per la maggior parte carbone ma rispetto alle tradizionali centrali elettriche a carbone che garantiscono un’efficienza del 40%, quelle di Copenaghen funzionano con un’efficienza del 90% circa in quanto il calore residuo delle stazioni viene inviato al sistema di teleriscaldamento. Nell'ambito del piano climatico, il teleriscaldamento deve essere carbon neutral entro il 2025. Gli impianti di Amager e Avedøre, che bruciano quantità di biomassa importata da Polonia, Russia, Svezia e paesi baltici, sostituiranno interamente il carbone con trucioli di legno e paglia certificati come sostenibili dalla Danish Energy Association (J. Gerdes, 2013).

Inoltre, nel 2019 è stato portato a termine un altro piano di rilievo, l’EnergyLab Nordhavn, un esempio di costruzione altamente efficiente: un progetto di faro energetico intelligente che integrerà tutte le forme di energia significative e disponibili in città. Un quartiere a zero emissioni di CO2 in cui verranno testate le ultime tecnologie per quanto concerne l’efficienza energetica, la produzione e lo stoccaggio dell’energia, la mobilità sostenibile (R. Bressa).

Tale distretto, sviluppato nel moderno quartiere portuale di Nordhavn, è stato ideato con lo scopo di realizzare il più importante laboratorio di energia intelligente al mondo su vasta scala. Questa integrazione di teleriscaldamento e rete intelligente mette in evidenza come elettricità e calore, edifici efficienti dal punto di vista energetico e trasporto elettrico possano essere integrati in un unico sistema energetico intelligente, flessibile e ottimizzato (B. Vad Mathiesen, I. Auken, J. M. Skibsted, 2019).

Mobilità sostenibile

La decarbonizzazione dei veicoli è al centro della strategia del governo. Il governo mira a promuovere i biocarburanti nel giro di poco tempo anche se i margini di azione sono molto limitati. Si propone di integrare un requisito di spostamento di CO2 per i produttori di carburante invece di un obbligo di miscelazione. Se questo potrà consentire di prendere in considerazione l'impatto climatico dei biocarburanti, la capacità tecnica di miscelazione rimane limitata (OECD, 2022).

La città dello Jutland investirà anche in carburanti alternativi. Abildgaard ha dichiarato che Copenaghen sta cercando di convertire la sua flotta di autobus in modelli alimentati da azionamenti ibridi funzionanti a biogas. La città prevede che il 20-30% di tutte le auto e i piccoli camion, e dal 30% al 40% di tutti i veicoli pesanti, funzionerà con elettricità, idrogeno, biogas o bioetanolo entro il 2025, anno nel quale l'85% della flotta della città di 1.000 piccoli veicoli funzionerà con elettricità, idrogeno o biocarburanti, dicono i funzionari (J. Gerdes, 2013).

Nella capitale si stima ci siano quasi 600mila biciclette, all’incirca quasi una per ogni abitante, mentre sono oltre 350 i chilometri di piste ciclabili. Quasi la metà degli spostamenti per il lavoro o la scuola viene fatta in bicicletta. L’obiettivo è di arrivare alla metà entro il 2025, il che significherebbe una riduzione ulteriore di 40mila tonnellate di CO2. Nel 2010 si calcolavano circa 544 mila tonnellate di CO2 di emissioni legate ai trasporti che coprivano più o meno il 22% delle emissioni totali della città. Il traffico stradale era responsabile del 70% delle emissioni totali. L’obiettivo è quello di ridurre l’uso dell’auto al 25%, in modo tale che il 75% degli spostamenti avvenga a piedi, in bici o tramite trasporto pubblico (R. Bressa, 2018).

Copenaghen si distingue, inoltre, per la possibilità che tutte le stazioni di trasporto pubblico danno di accedere con le biciclette così da poter prendere il mezzo anche con la propria bici.

Perché Copenaghen ha rinunciato al suo impegno e perché altri piani net zero potrebbero fallire

Si è disquisito fin qui, di come Copenaghen abbia messo in atto una strategia per diventare carbon neutral già dal 2025, convertendo i suoi sistemi di energia e teleriscaldamento a biomassa, eolico e solare, migliorando i trasporti e adeguando gli edifici alla svolta energetica. Nonostante ciò, è altamente improbabile che la capitale danese riuscirà a tenere fede al suo impegno. Con l’installazione della tecnologia di cattura e stoccaggio (CCS) presso l’impianto di termovalorizzazione sarebbero state assorbite il resto delle emissioni. In tal modo si sarebbe rimosso il CO2 dalla ciminiera prima che venisse emesso nell’atmosfera, isolandola per un successivo stoccaggio. Il problema è che ad Agosto 2022 l’ARC (Amager Resource Center) semi-pubblica che gestisce l’impianto ha annunciato di non essere idonea ai finanziamenti nazionali CCS. Pertanto, Copenaghen ha rinunciato al suo obiettivo, che comunque può essere realizzato negli anni successivi.

Guardando al caso di Copenaghen vi sono altri piani “net zero” che potrebbero naufragare. Glasgow e Helsinki hanno preso impegni simili. Oslo e Stoccolma prevedono anche di utilizzare la CCS nel loro disegno.

Vi sono due questioni principali, evidenziate nel mancato raggiungimento dell’obiettivo da parte di Copenaghen.

La prima riguarda la tecnologia immatura: il piano di Copenaghen per azzerare le emissioni non ha sempre incluso la CCS. Nel 2012, anno in cui venne annunciata l’intenzione di diventare carbon neutral entro nel 2025, attirando l’attenzione dei riflettori internazionali per l’ambiziosa ma al tempo stesso ardua sfida, il parlamento danese aveva rifiutato la richiesta della società energetica svedese Vattenfall di attivare la CCS nella sua centrale a carbone nello Jutland settentrionale, in quanto si voleva prima sperimentarla all’estero. All’epoca il piano per arrivare alle zero emissioni si fondava sulla previsione di ridurre le emissioni degli impianti di termovalorizzazione riciclando più plastica e incrementando la quantità di rifiuti organici poiché considerati a zero emissioni di CO2. Nel 2021, quando si arrivò alla terza ed ultima fase del progetto per la transizione di Copenaghen, essa evidenziava un divario di ben 430.000 tonnellate di CO2. Tra le varie nuove misure consentite dalla politica nazionale, si prevedeva di installare la CCS nell’impianto al fine di diminuire notevolmente il divario, riducendo circa 390.000 tonnellate di CO2 a fronte delle 500.000 che la tecnologia poteva tagliare secondo l’azienda che gestiva l’impianto. L’aspettativa da parte del piano politico danese è che la CCS riduca tra i 3,5 e gli 8 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030. Ma tale tecnologia, in quanto nuova, ha troppo poca sperimentazione. Un nuovo studio dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis ha rilevato che i progetti CCS tendono a sottoperformare sui loro obiettivi di riduzione delle emissioni. Le tecnologie di cattura del carbonio hanno ancora poca esperienza sebbene si nutra grande fiducia in essa.

La seconda riguarda una mancanza di responsabilità: nel caso di Copenaghen l’ARC contava su finanziamenti e sul supporto della politica per rendere operante CCS nel suo impianto di termovalorizzazione nel 2021. Il capo del comitato per la tecnologia e l’ambiente ha puntato il dito contro i politici finanziari che fissando criteri finanziari che l’azienda non poteva soddisfare hanno frenato il percorso della città verso la neutralità climatica. È necessario che gli obiettivi vengano definiti sulla base di strumenti concreti per raggiungerli e che rientrino nei poteri di coloro che li perseguono in modo che sia chiaro a chi attribuire la responsabilità in caso di fallimento del piano. Il sindaco di Copenaghen ha dichiarato che la città potrebbe comunque raggiungere la neutralità climatica entro il 2026, 2027 o 2028, ma questa esperienza dimostra come i piani net zero possano naufragare rapidamente (K. Lund Christiansen, I. Hougaard, 2022).

Conclusioni

Nel 2012, Copenaghen ha annunciato di voler diventare “carbon neutral” entro il 2025. Questa analisi si è concentrata principalmente sulla road map che Copenaghen aveva pianificato per diventare la prima città a non pesare sul clima a partire da quell’anno. Il progetto (almeno per quell’anno) è oramai fallito anzitempo a causa della mancanza di finanziamenti per rendere operante la tecnologia di cattura del carbonio (CCS). Anche se non riuscirà a tenere fede all’impegno delle zero emissioni entro il 2025, nel percorso che deve portare le città ad essere ecosostenibili per contrastare il cambiamento climatico, Copenaghen continua a rappresentare un modello all’avanguardia ed un esempio vivente del moderno concetto di smart city. Tuttavia, l'esperienza della capitale danese sarà importante per altre città che, stanno mettendo in atto strategie finalizzate a rendere le stesse più sostenibili. Fissare obiettivi troppo ambiziosi, soprattutto affidandosi a tecnologie ancora poco rodate, potrebbe rivelarsi infruttuoso. Se da un lato è vero che gli eventi atmosferici estremi che negli ultimi anni si stanno moltiplicando richiedono una certa rapidità di azione, dall’altro il percorso per diventare una green city, come si è visto, per Copenaghen è più tortuoso di quanto possa sembrare e prevede diversi ostacoli di cui tenere conto.

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Bibliografia

World Economic Forum (2019), B. Vad Mathiesen, I. Auken, J. M. Skibsted,“This is how Copenaghen plans to go carbon-neutral by 2025” B-1

https://www.weforum.org/agenda/2019/05/the-copenhagen-effect-how-europe-can-become-heat-efficient/

Lifegate (2019), D. Lemmi, “Copenaghen, alle radici di una rivoluzione verde” B-2

https://www.lifegate.it/copenaghen-alle-radici-di-una-rivoluzione-verde

Lifegate (2018), R. Bressa, “Copenaghen sarà la prima capitale mondiale a non pesare sul clima” B-2

Copenaghen sarà la prima capitale ad azzerare le emissioni (lifegate.it)

Thomson Reuter Foundation (2018), L. Taylor, “Cycling city Copenaghen sprints to become first carbon-neutral capital” B-2

https://www.reuters.com/article/us-copenhagen-climatechange-carbon-idUSKCN1MF061

OECD (2022), A. Barker, H. Blake, F. M. D’Arcangelo, P. Lenain, “Towards net zero emissions in Denmark”, A-1

https://www.oecd-ilibrary.org/docserver/5b40df8f-en.pdf?expires=1694211251&id=id&accname=guest&checksum=BA18E9223BFA7F82417DD06C1E418CD4

Associazione delle camere di commercio italiane all’estero, (2022), “Danimarca – Copenaghen ad emissioni zero entro il 2025: il piano per il consumo energetico” A-1

https://www.assocamerestero.it/notizie/danimarca-copenhagen-ad-emissioni-zero-entro-2025-piano-consumo-energetico

R. Buglione (2023), “Copenaghen ha un piano: zero emissioni dal 2025” C-2

https://ecobnb.it/blog/2023/06/copenaghen-ha-un-piano-zero-emissioni-dal-2025/

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