Il Suwałki Gap: Hotspot per l’Impiego della Hybrid Warfare Russa

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  14 December 2023
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La Guerra Ibrida nel Contesto Geopolitico del Baltico

La situazione strategica lungo il fianco orientale della NATO, dall'Artico, attraverso la regione del Mar Baltico, fino e attraverso la grande regione del Mar Nero è oggi centrale per la sicurezza e la stabilità complessive dell'Europa (Hodges, 2019). La Russia rivendica una sfera di influenza che avrebbe dovuto estendersi lungo tutti i suoi attuali confini, una sfera all'interno della quale i suoi presunti interessi nazionali dovevano essere dati per scontati e all'interno della quale il diritto internazionale avrebbe cessato di applicarsi (Vīķe, Freiberga, 2019). Ci sono voluti diversi anni prima che molti nel mondo occidentale capissero le implicazioni di una tale affermazione, ma gli eventi in Georgia, in Crimea ed infine Ucraina, hanno spazzato via ogni illusione.

Le minacce russe alla sicurezza, purtroppo, non si limitano più alle sole azioni militari, ma includono una vasta panoplia di strumenti di guerra ibrida, dagli attacchi informatici a ogni possibile livello della società alla diffusione di notizie false e disinformazione (Bartels, 2019). La guerra ibrida è diventata un concetto popolare nelle discussioni militari della NATO nei primi anni 2000, utilizzato per descrivere nuovi modi di condurre la guerra che combinavano metodi regolari e irregolari. Gli strateghi definiscono la guerra asimmetrica come un conflitto che si discosta dalla norma, o un approccio indiretto per influenzare un controbilanciamento delle forze. Questa guerra non è nuova: i combattenti nel corso dei secoli hanno continuamente cercato di negare o evitare la forza dell'altro, mentre applicavano la propria forza contro la debolezza dell'altro (Grange, 2000).

Gli analisti hanno evidenziato che le tattiche ibride spesso rimangono al di sotto della soglia della guerra per logorare l'avversario evitando un confronto su larga scala e i rischi di distruzione reciproca. La guerra ibrida è dominata dall’incertezza: è difficile risalire alla responsabilità di attacchi informatici e di altro tipo, dimostrare chi ha organizzato i disordini o negare le fake news. In una guerra convenzionale lo stato e l'esercito sono solitamente responsabili dei combattimenti, ma la guerra ibrida può coinvolgere hacker, bande criminali, trafficanti di droga, paramilitari, terroristi e appaltatori privati (Bargués, Bourekba, 2022).

Gli Stati consentono a centinaia di migranti di attraversare le frontiere nell'arco di poche ore per generare sensazioni di sovraffollamento e vulnerabilità in un paese vicino. La disinformazione contribuisce a polarizzare le società e a delegittimare le istituzioni, e le multinazionali partecipano come attori privati ai conflitti e alle relazioni internazionali. Queste diverse tattiche vengono impiegate per attaccare e sfruttare le vulnerabilità economiche, politiche e diplomatiche di altri Stati (Bargués, Bourekba, 2022).

La disinformazione, la manipolazione e le interferenze elettorali mirano a minare la legittimità delle istituzioni, la fiducia nelle amministrazioni e ad alterare i risultati elettorali. Le tattiche ibride producono instabilità ed erodono la democrazia, creano polarizzazione politica e distruggono la coesistenza e il consenso. Gli Stati ricorrono sempre più spesso a tattiche ibride perché offrono un vantaggio strategico imbattibile, aiutando a raggiungere determinati obiettivi, siano essi politici, economici o di altra natura, senza chiudere la porta a qualsiasi forma di negoziato, di relazione diplomatica o economica (Bargués, Bourekba, 2022).

Definizione di “Gap”: il Precedente Storico del Fulda Gap

Che cosa indica il termine "Gap"? Generalmente si riferisce ad un’apertura, un varco in un terreno complesso per la sua conformazione e per la presenza di ostacoli naturali (foreste, corsi d’acqua, rilievi, ecc), come nei varchi di Belfort o Wissembourg. Nel caso del Fulda Gap, la definizione si riferiva a due corridoi est-ovest che conducevano verso Francoforte sul Meno a ovest dall'area di Eisenach. I corridoi del terreno del Fulda Gap non sono né particolarmente pianeggianti né larghi ma erano, tuttavia, adatti per l'avanzata di forze meccanizzate su scala sufficientemente grande. Per una forza d'attacco, una caratteristica poco attraente del Fulda Gap è la natura irregolare delle foreste presenti nell'area: ci sono numerose aree boschive abbastanza grandi da nascondere i difensori e che si affacciano su terreni agricoli ondulati, il tipo di terreno ideale per la conduzione di imboscate. Inoltre, tali aree non sono abbastanza grandi da fornire un adeguato occultamento dall'aria per una grande forza meccanizzata in movimento (Wilson, 2015). Si tratta in sostanza di un territorio inaccessibile o quasi, con stretti passaggi attraverso aree collinari boscose, eppure non insuperabile per una forza militare capace e motivata. Questo corridoio era stato utilizzato dalle forze militari prima della Guerra Fredda, Napoleone si ritirò verso ovest attraverso il varco alla fine del 1813 dopo la battaglia di Lipsia. Nell’aprile del 1945, fu il XII Corpo d'armata della 3ª Armata statunitense che si spinse verso est attraverso questo varco.

Oggi il paragone di riferimento del Fulda Gap è il Suwałki Gap tra Polonia e Lituania. Una similitudine tra i due Gap si ha nel libro del Generale Sir Richard Shirreff, già Deputy Supreme Commander Allied Forces Europe (DSACEUR), “2017 War with Russia”. Si tratta di uno scenario ipotetico di guerra tra NATO e Russia che, si basa sul paradigma della guerra ibrida che è diventato di moda nel gergo militare e nel discorso strategico negli ultimi tempi. L’opera rappresenta anche una critica feroce della mancanza di lungimiranza strategica che secondo Sir Richard Shirreff ha colpito l'Occidente. Nel libro, il rischio rappresentato dai nuovi strumenti di guerra ibrida è connesso con la difficoltà di definire tali azioni come atti di aggressione che comportino l’attivazione della clausola di difesa collettiva contenuta nell’Art. V del North Atlantic Treaty. A questo riguardo è interessante un estratto del libro relativo all'applicazione di nuove tecniche di guerra progettate per minare l'integrità della Lettonia senza ricorrere ad un invasione: “The very rules of war have changed and what we are witnessing in Latvia is the role of non military means of achieving political and strategic goals; war, as it were, by other means. The advantages we in Latvia enjoy as a result of NATO’s unconditional guarantee of collective defence are being nullified by the sophisticated application of hybrid or asymmetric techniques by Russia, techniques that we saw most recently in the invasion of eastern Ukraine and Crimea three years ago” (Shirreff, 2016). In termini giuridici, nel libro la guerra ibrida rappresenta il Suwałki Gap che conduce intorno alle colline inaccessibili del Trattato del Nord Atlantico.

Il “Suwałki Gap”: Definizione e Caratteristiche Geografiche

Il Suwałki Gap prende il nome da una città nel nord-est della Polonia ed è l'area che circonda i 104 chilometri di confine terrestre polacco-lituano, stretto tra l'exclave russa di Kaliningrad e la Bielorussia (Lanoszka, 2022). Il Suwałki Gap si trova nel distretto dei laghi di Warmia e Mazury e circa il 50% è coperto da foreste e laghi (Thomas, 2020). L'area confina a nord e a est con la Federazione Russa e la Lituania, a sud con i fiumi Biebrza e Noteć e con Mława, Brodnica, Grudziądz, e a ovest con il fiume Vistola e la laguna della Vistola. Dal punto di vista militare, l'area presenta alcune caratteristiche importanti: un certo numero di foreste e laghi, condizioni climatiche e pedologiche specifiche, urbanizzazione e minoranze (Elak, Śliwa, 2016). L'area comprende altre caratteristiche importanti come fiumi, paludi, colline ed è considerata collinare, con molte linee moreniche ed una topografia diversificata (Elak, Śliwa, 2016; Parafianowicz, 2017):

  • Le colline si trovano a 100-300 metri sul livello del mare e sono disposte latitudinalmente, mentre le pendenze oscillano intorno a 2-15 punti. Sono intersecate da fiumi e laghi che coprono il 3% della zona, mentre circa l'11 % del territorio è coperto da paludi impossibili da attraversare in caso di pioggia.
  • Il clima è particolare: la neve ricopre il terreno per circa 90 giorni all'anno; per circa 50 giorni ci sono forti gelate; e circa 130 con temperatura di gelo al suolo. Gli inverni sono nevosi e gelidi con terreno ghiacciato fino a 120 cm di profondità e il ghiaccio sui laghi è presente fino ad aprile.
  • La temperatura media all'inizio dell'anno è di -4,4°C e raggiunge i -30°C, ed in estate è di 17,4°C fin ad un massimo di 34,9°C. La massima piovosità cade nel mese di luglio (206 mm). Le temperature più basse si verificano solitamente da dicembre a metà marzo, la neve persiste fino a metà aprile.
  • Ci sono circa 3000 laghi nella regione (superficie totale 150 mila ettari) e i laghi morenici sono poco profondi, dispersi e con argini morbidi, mentre i laghi a nastro hanno rive ripide e alte con fondali irregolari. I fiumi, che scorrono verso nord, sono stretti e tortuosi con rive ripide e alte densamente boscose.
  • Le foreste prevalentemente di conifere non sono facili da attraversare. Gli alberi secolari sono alti circa 15-30 m con uno spessore fino a 45 cm, mentre i boschi giovani sono alti fino a 15 m con tronchi spessi fino a 15 cm. La visibilità nelle aree boschive può variare tra i 50-100 m.
  • Il terreno è sabbioso o argilloso-sabbioso. La viabilità è scarsa e viene ulteriormente degradata dalle condizioni meteorologiche. In primavera e in autunno, la pioggia e il disgelo rendono la superficie molto più morbida e, durante l'inverno, la neve limita i movimenti.
  • Il sistema viario è supportato da strade forestali e da quelle utilizzate dai servizi forestali e dall'industria del legname, ma la qualità è scarsa. La combinazione di laghi, foreste e infrastrutture stradali limita qualsiasi movimento a forze ridotte. Molti ponti possono sostenere un peso di circa 50 t, sufficienti per un carro armato russo ma non un carro armato americano o britannico di circa 70 t (Thomas, 2020). Tale limite di peso è restrittivo anche per i carri sudcoreani e tedeschi in dotazione alle truppe polacche.
  • La popolazione è composta principalmente da cittadini polacchi con una media di 57 persone per km quadrato, mentre le minoranze comprendono: ucraini, lituani e russi.

L’Impatto del Suwałki Gap sulla Condotta delle Operazioni Militari

Dal punto di vista storico e della Guerra Fredda, vale la pena ricordare che all’epoca, "i leader militari concentrarono gran parte del loro addestramento sul Fulda Gap, un'area del confine tra la Germania dell'Est e quella dell'Ovest dove i pianificatori di guerra pensavano che avrebbe avuto luogo una massiccia battaglia tra carri armati se le tensioni tra l'Unione Sovietica e l'Occidente si fossero intensificate in un conflitto completo"(Barnes, 2016). Attualmente, il Suwałki Gap è riconosciuto come un hotspot simile come parte di "una nuova 'cortina di ferro' che sta scendendo attraverso il continente, dal Mare di Barents e l'Artico al Mar Nero, attraverso il Baltico"(Lasconjarias, Marrone, 2016).

Può essere considerato come uno dei punti caldi con grande importanza in caso di conflitto. È anche collegato ai cosiddetti “sootechestvenniki”, termine russo che indica i "compatrioti" e la necessità di sostenere e difendere i cittadini russi che vivono all'estero come minoranze in tutti e tre gli Stati baltici e in Polonia. Le minoranze etniche di origine slava in Polonia includono bielorussi, ucraini, slovacchi, russi, cechi, bulgari e serbi per un totale di circa 500.000 persone (Eberhardt, 2002). I bielorussi, circa 250.000 persone, abitano le aree orientali adiacenti al confine, a nord del fiume Bug e a sud-est della città di Białystok, principalmente nelle vicinanze di Białowieża, Hajnówka e Bielsk Podlaski (Eberhardt, 2002).

La popolazione russa è piuttosto piccola (10.000 unità) e, fatta eccezione per alcuni villaggi dei cosiddetti "Vecchi Credenti", situati nel nord-est della Polonia, vivono per lo più in grandi città (Eberhardt, 2002). Va ricordato, che in base all’ultimo censimento, la Polonia Orientale, un'area più rurale e storicamente meno sviluppata economicamente rispetto alle parti occidentali del paese, ha visto un calo della popolazione nell'ultimo decennio (NFP, 2022). Mentre il numero complessivo della popolazione russa rimane stabile, aumenta il numero di coloro che usano il russo come lingua primaria in Polonia (NFP, 2023). Questo elemento di novità può portare, in situazioni di disagio socio-economico, ad una crescente simpatia ed empatia verso la narrativa russa in relazione alla revisione dei confini nella regione del Baltico.

L'importanza principale del Suwałki Gap è legata alla sua posizione geostrategica e alla complessità geografica del terreno per lo svolgimento di operazioni militari. La complessità del terreno è un fattore reale che influisce su qualsiasi tipo di operazione. Considerando una possibile aggressione militare all'interno dell'area del Suwałki Gap e prendendo in considerazione il terreno, un nemico sarebbe in grado di applicare tattiche offensive classiche legate a elementi asimmetrici o "ibridi" (Elak, Śliwa, 2016).

Il terreno del Suwałki Gap costringe alla necessità di condurre le operazioni fuori dai veicoli da combattimento, portando ad un rallentamento nello spostamento delle truppe una volta appiedate. A questo si aggiunge l’affaticamento dovuto alle marce che limita l’efficacia in combattimento delle truppe. La visibilità e lo spazio limitati hanno un effetto psicologico sui soldati, il cui impiego prolungato ne riduce l’efficienza in combattimento, rendendo necessaria una frequente rotazione dei reparti per evitarne il logoraemnto.

La mobilità dei veicoli è legata alle strade disponibili, causando problemi per le unità di supporto e logistiche e rendendo più complicato un efficace supporto alle operazioni. L’ambiente boschivo e le precipitazioni non rendono facili gli spostamenti dei mezzi ruotati e cingolati, mentre l’utilizzo di mezzi con capacità anfibie potrebbe in parte risolvere i problemi di spostamento attraverso paludi, laghi e corsi d’acqua. Le vie d’accesso utilizzabili dalle formazioni meccanizzate sono poche e facilmente bloccabili. Tale problematica può essere parzialmente eliminata organizzando task force indipendenti a livello di plotone e compagnia, ma anche distaccamenti tattici d'assalto aereo (Elak, Śliwa, 2016).

Si svolgerebbero quasi esclusivamente combattimenti su brevi distanze, caratterizzati dal possesso e dal mantenimento di terreni chiave, tra cui i nodi stradali, i ponti, gli istmi, per quanto riguarda la loro importanza per l'avanzamento delle forze e l'effetto di canalizzazione del movimento. Il ruolo della fanteria e dei suoi sistemi d'arma è di fondamentale importanza, in quanto dovrà supplire alle difficoltà di movimento e di supporto dei carri armati, dei veicoli da combattimento e dell'artiglieria (Elak, Śliwa, 2016). In alcuni casi, attrezzature pesanti potrebbero essere utilizzate per consentire il movimento attraverso il territorio tagliando alberi e sgomberando strade.

Il terreno si presta in particolare alle operazioni difensive, quindi quando un’area viene persa, la sfida consisterà nella conduzione di operazioni offensive per riprenderne il controllo. Ancora una volta, le strade fermeranno il movimento delle unità meccanizzate che saranno incanalate, non permettendo che la loro superiorità numerica, tecnologica e capacitiva sia efficacemente sfruttata (Elak, Śliwa, 2016). Il terreno limita significativamente i vantaggi numerici e ci sarà la necessità di schierare unità che non avranno familiarità con il terreno, limitando la loro efficacia in combattimento.

Dottrine Primakov e Gerasimov, l’Approccio Russo alla Hybrid Warfare

Nel 2014, l'annessione della Crimea da parte della Russia e il sostegno di Mosca alla rivolta separatista nel Donbas hanno mandato in frantumi l'idea che l'Europa fosse pacifica e sicura (Pettyjohn, Wasser, 2019). Le ambizioni e la capacità della Russia sono state ulteriormente dimostrate con l’intervento militare in Siria, che ha aumentato il prestigio di Mosca all'estero e la popolarità di Putin in patria (Dobbins, Shatz, Wyne A, 2018). Il rapido ritmo degli eventi in Crimea ha sollevato timori che il successo della Russia in Ucraina potesse portare a ulteriori aggressioni negli Stati baltici, in Moldavia o in Polonia (USASOC, 2015).

Gli obiettivi di Mosca variano dall'annessione vera e propria alla creazione/controllo di Stati indeboliti nel cosiddetto “near abroad”. Le tecniche di guerra non convenzionale della Russia sfidano le disposizioni dell'articolo 5 della Carta della NATO perché invoca la difesa collettiva in risposta a un attacco armato da parte di un'altra fazione. Le interpretazioni occidentali del pensiero militare russo spesso affermano la sfumatura in atto tra guerra e pace, presupponendo che un confronto con Mosca si sarebbe svolto al di fuori dei confini della guerra tradizionale (Tavenier, 2021).

Mosca non ha riconosciuto ufficialmente le sue offensive in Ucraina nel periodo 2014-15, caratterizzate dall'uso di proxy, forze senza contrassegni, disinformazione e attacchi informatici, insieme all'uso di forze militari convenzionali (Bērziņš, 2014). La combinazione di queste tattiche aveva lo scopo di creare confusione e ritardare una risposta, dando abbastanza tempo alla Russia per raggiungere il suo obiettivo, costringendo così i suoi avversari a scalare la soglia di confronto e a predisporre un'offensiva affrettata per riconquistare il territorio perduto (Pettyjohn, Wasser, 2019). Tuttavia, mentre in Crimea le operazioni si conclusero senza resistenza in 28 giorni, nel Donbas l’insieme di azioni ibride utilizzato da Mosca non fu sufficiente, richiedendo l’intervento diretto delle truppe russe e l’inizio di un conflitto armato in piena regola (De Gaetano, Lopreiato, 2023).

L'uso russo di Spetsnaz, servizi segreti e Private Military Company rimane un elemento importante delle capacità militari russe. Le tattiche russe continueranno a enfatizzare l'acquisizione e il mantenimento della superiorità di fuoco su un avversario, sfruttando le capacità ISR e un'ampia gamma di piattaforme di fuoco indiretto (Boston, Massicot, 2017), usando la velocità, la sorpresa e le armi combinate integrate nelle forze di manovra per sopraffare i nemici dopo la fase di contatto (Fasola, 2022).

I precedenti storici dell’impiego russo di forze irregolari e modalità d’azione non convenzionali/sovversive sono numerosi (Galeotti, 2016): durante le conquiste zariste del Caucaso settentrionale, le forze armate russe spesso collaborarono con ribelli locali e signori della guerra; le unità dell'esercito del Turkestan di Mikhail Frunze a volte consistevano per il 40% di forze locali; le unità speciali bolsceviche, i Chasti Osobogo Naznacheniya, spesso operavano come pseudo-bande e gruppi ribelli, conducendo imboscate e operazioni sotto falsa bandiera; durante la guerra sovietico-afghana, le rivalità tra le fazioni ribelli sono state fomentate, furono inscenate provocazioni e la guerra dell'informazione ha giocato un ruolo centrale; in Georgia le milizie dell’Ossezia Meridionale furono usate per provocare la reazione di Tblisi.

Sono stati molti i termini usati per descrivere queste azioni non convenzionali, tra cui “Gray Zone Conflict”, “Hybrid Warfare”, “Nonlinear Warfare”, “Ambiguous Warfare”, “Indirect Action” “Asymmetric” e “Political Warfare” (Pettyjohn, Wasser, 2019). Il termine guerra ibrida non ha una definizione coerente, ma generalmente si riferisce ad azioni ostili e segrete, supportate dalla minaccia o dall’uso di forze convenzionali e/o nucleari, per influenzare la politica degli Stati presi di mira. La potenziale aggressione ibrida della Russia nei Paesi Baltici può essere suddivisa in tre categorie: sovversione non violenta, azione violenta nascosta e guerra convenzionale supportata dalla sovversione (Radin, 2017).

La principale vulnerabilità dei Paesi baltici consisteva nella tradizionale superiorità russa locale: un’invasione su larga scala da parte russa, legittimata e sostenuta dalla sovversione politica, travolgendo rapidamente le forze NATO presenti nella regione (Radin, 2017). Anche se il conflitto in Ucraina ha portato all’aumento della presenza militare della NATO ad est, nel futuro il rischio di un’azione ibrida russa nel Baltico non è da escludere a priori, anche come tentativo estremo di rompere il fronte Atlantico mettendo alla prova la validità dell’articolo 5.

La guerra ibrida è stata associata al Capo di Stato Maggiore russo, il Generale Valery Gerasimov, l'autore della cosiddetta “Dottrina Gerasimov”, un “Whole-of-Government Concept of Warfare” che fonde hard e soft power in molti settori e trascende i confini tra tempo di pace e tempo di guerra: “The very rules of war have changed. The role of non-military means of achieving political and strategic goals has grown, and, in many cases, they have exceeded the power of force of weapons in their effectiveness … The focus of applied methods of conflict has altered in the direction of the broad use of political, economic, informational, humanitarian, and other non-military measures—applied in coordination with the protest potential of the population” (Gerasimov, 2013). La Dottrina Gerasimov è un tentativo di sviluppare un concetto operativo per il confronto della Russia con l'Occidente a sostegno della vera dottrina che ha guidato la politica russa per oltre due decenni: la “Dottrina Primakov”.

Questa fu definita dall'ex Ministro degli Esteri e Primo Ministro Yevgeny Primakov, sancendo che un mondo unipolare dominato dagli Stati Uniti sia inaccettabile per la Russia e stabilendo i seguenti principi per la politica estera della Russia (Rumer, 2019): sforzarsi di dar vita un mondo multipolare gestito da un concerto di grandi potenze in grado di controbilanciare il potere unilaterale degli Stati Uniti; insistere sul primato russo nello spazio post-sovietico e guidare l'integrazione in quella regione; opporsi all'espansione della NATO; creare una partnership con la Cina.

L'occupazione della Crimea da parte della Russia e la guerra non dichiarata nell'Ucraina orientale hanno rafforzato l'impressione che la Hybrid Warfare fosse il nuovo modo di fare la guerra e uno dei principali motori della politica estera della Russia. Il successivo uso dell'informazione e della disinformazione da parte della Russia per plasmare l'opinione pubblica in Europa e negli Stati Uniti ha rafforzato l'impressione che la dottrina Gerasimov stesse guidando la politica estera di Mosca. Questa impressione è sbagliata: l’assunto che una dottrina militare possa guidare la politica di sicurezza nazionale russa si scontra con il modello di relazioni civili-militari russo e sovietico (Rumer, 2019).

Gli Strumenti Polacchi per Affrontare l’Hybrid Warfare

In un ipotetico scenario di Hybrid Warfare ai danni della Polonia, è ipotizzabile l’utilizzo delle stesse dinamiche osservate in Crimea nel 2014: Information Operations, Cyberwarfare e Little Green Men. L’obiettivo sarebbe di creare abbastanza confusione e incertezza per rallentare la reazione polacca in caso di azione militare russa per creare un collegamento tra la Bielorussia e Kaliningrad tagliando fuori gli Stati baltici. L’uso di azioni ibride già vista in Ucraina, l’impiego di proxy locali e unità militari e/o PMC senza insegne, combinata con il particolare contesto orografico del Suwałki Gap, dovrebbe quanto meno rallentare l’afflusso del grosso delle forze polacche, garantendo la riuscita di un’operazione basata sulla velocità e la manovra. Alla Russia non servirebbe un’invasione su larga scala della Polonia ma creare una fascia di sicurezza di alcune decine di km per schermare l’avanzata principale verso Kaliningrad e il Baltico.

Gli eventi che hanno interessato l’Ucraina dal 2014 rappresentano per la Polonia un brusco risveglio in termini di strategia di difesa e sicurezza. Sulla base dell'approccio “Whole of Society” e delle spese militari esistenti, il concetto di difesa territoriale è stato introdotto e adattato al quadro economico-politico polacco (Klisz, 2022). Nel 2016 il governo polacco ha creato la Wojska Obrony Terytorialnej (WOT), le Forze di Difesa Territoriale, per contrastare la Hybrid Warfare russa (Visegrad Group, 2016). La creazione di questa forza militare rientra in un più ampio processo di militarizzazione della società polacca. La militarizzazione, ossia il processo di portare i valori militari nella vita civile, si poggia su basi emotive e sulla diffusione degli ideali militari e di consapevolezza della sicurezza tra la popolazione (Bruns, 2022). Le WOT sono il tramite con cui lo Stato polacco ricorda la memoria dell’ Armia Krajowa (Armata Nazionale) e dei “soldati maledetti”, i membri della resistenza polacca che resistettero all’occupazione nazista prima ed a quella sovietica poi, la cui memoria fu rimossa durante il regime comunista. Questo permette di tracciare un filo rosso tra la resistenza all’occupazione tedesca e russa con la creazione di creare rete di resistenza contro una potenziale invasione russa (Burns, 2022).

Secondo il Documento Dottrinale del 2017, le WOT conducono attività difensive, non convenzionali, anti-diversione, anti-sbarco e di informazione (MON, 2017). Attualmente le WOT contano 3.800 effettivi e 20.000 riservisti (IISS, 2022), ed in prospettiva dovrebbero salire a 53.000 uomini suddivisi in 18 Brigate (MON, 2017). Le prime tre Brigate furono istituite e basate sul confine orientale a Białystok, Lublin e Rzeszów, mentre il Voivodato Masovia ne avrebbe schierate due per coprire entrambe le rive della Vistola (Omiljan, 2020).

Le WOT sono create ed impiegate in aree di responsabilità permanenti, designate in tempo di pace e che non cambiano in tempo di guerra (Pytel, Cieśla, 2021). Lo scopo della loro creazione è quello di preparare, creare e mantenere un efficiente sistema locale di difesa comune attraverso l'uso ottimale delle forze, dei mezzi e delle possibilità di condurre operazioni difensive-offensive, utilizzando le condizioni del terreno e le infrastrutture esistenti. La dispersione pianificata delle forze aiuta ad evitare uno scontro in cui il nemico potrebbe utilizzare efficacemente tutti i suoi sistemi di fuoco e, organizzare e condurre efficacemente il combattimento. Quando conducono operazioni di combattimento le WOT devono cercare di infliggere le massime perdite al nemico, impedirgli di costituire strutture di supporto, organizzare un'occupazione permanente, saccheggiare le risorse naturali, nonché distruggere le infrastrutture e i beni culturali nazionali (Pytel, Cieśla, 2021).

L'impegnativa missione di sviluppare le WOT è stata affidata a personale accuratamente selezionato. Fin dall'inizio, le posizioni chiave nella struttura interna di comando ed organizzativa delle Brigate fu ricoperta da personale trasferito dalle forze speciali: la loro missione era di preparare le WOT alle attività tipiche della Unconventional Warfare (Klisz, 2022). Tale modalità di condurre le operazioni, nel modello polacco, deve essere intesa come una lotta nazionale congiunta per opporsi sia all'aggressione che all'occupazione eseguita sul proprio territorio, creando un linguaggio comune sulle tattiche, le tecniche e le procedure di guerra non convenzionale per essere ben compreso dai partner civili e militari (Klisz, 2022).

Le WOT sono suddivise in Battaglioni, Battaglioni indipendenti e Brigate che hanno il compito di condurre operazioni difensive e di ritardo nelle regioni ed aree urbane adatte all'impiego di unità mobili di fanteria leggera (Skrzypczak, 2017). La Polonia è un paese geograficamente diversificato, ricco di ostacoli d’acqua, foreste, altopiani e colline utili per organizzare linee difensive o le ritardare operazioni avversarie.

Per quanto riguarda la tattica militare, le WOT dovrebbero includere anche unità altamente specializzate: da ricognizione dotate anche di UAV; anticarro; di artiglieria leggera anche con mortai semoventi; difesa aerea; Search & Rescue; di genieri in grado di distruggere e costruire barriere, mantenere e riparare strade, ricostruire infrastrutture (Skrzypczak, 2017). A livello tattico, le WOT adottano la struttura tipica di una Compagnia di fanteria leggera, suddivisa in tre Plotoni di tre Sezioni ciascuno: tali Sezioni, composte da 12 uomini (Squad Commander, Deputy Commander, Senior Medic, Senior Sharpshooter, Sharpshooter, Senior Radioman, Radioman, Rifleman, Aimer, Senior Sapper, Sapper), sono note come “The Magnificent Twelve”, termine preso in prestito dal linguaggio comune delle forze speciali (Omiljan, 2020).

La disposizione in profondità delle WOT indica i differenti compiti assegnati alle varie unità subordinate alle Brigate. Coloro che sono a contatto con il nemico, equipaggiati con moderni mezzi portatili antiaerei e anticarro, mortai leggeri, Loitering Munitions, mine anticarro ecc, condurranno operazioni di combattimento e copertura, colpendo le truppe nemiche in un terreno conveniente e utilizzando le infrastrutture esistenti (Pytel, Cieśla, 2021). Quelli nelle retrovie, svolgeranno attività di sicurezza a supporto del combattimento, come misure anti-assalto e anti-sovversive, e altre che saranno dettate dalla situazione tattica o operativa (Pytel, Cieśla, 2021).

In questo contesto. Le WOT dovranno collaborare con altri enti e corpi militari e civili dello Stato polacco. Uno di questi è la Gendarmeria militare, che oltre a svolgere attività di polizia militare in senso stretto, svolge anche altre attività di supporto alle truppe operative. La Żandarmeria Wojskowa (Gendarmeria Militare) è stata istituita il 1° settembre 1990, ed è classificato come gruppo di supporto alle forze di manovra insieme alle Wojska Obrony Terytorialnej; il suo scopo è quello di supportare le truppe operative e, pertanto, è dislocata su tutto il territorio polacco (Kaczmarska, Bialik, 2021). Il ruolo di questo corpo di polizia militare è principalmente quello di sostenere il sistema di sicurezza delle truppe, di effettuare ispezioni e supervisioni nelle strutture e tra il personale militare. La Żandarmeria Wojskowa è anche responsabile del supporto ai comandanti delle unità militari, della partecipazione attiva alla lotta contro i disastri naturali, alle operazioni di soccorso e ricerca. Queste operazioni sono incluse nel sistema di gestione delle crisi, che comprende anche le attività antiterrorismo nelle aree sotto l'autorità del Ministro della Difesa (Kaczmarska, Bialik, 2021).

Ai sensi della legge del 24 agosto 2001 sulla polizia militare, la Żandarmeria Wojskowa svolge i seguenti compiti: mantenere l'ordine e la disciplina militare; proteggere i locali delle unità militari e i luoghi pubblici; proteggere la proprietà militare e prevenire la commissione di crimini e delitti; attività di pattugliamento; scorta ai convogli; controllo del traffico, sicurezza delle istallazioni militari; condurre indagini e procedimenti in caso di commissione di un reato o di un altro atto vietato (MON, 2023).

Ci sono due unità specializzate nella Żandarmeria Wojskowa istituite nel 2004 che, per il loro equipaggiamento e addestramento, svolgono compiti particolari: una a Varsavia per le azioni antiterrorismo e la protezione speciale; una a Minsk Mazowiecki per le operazioni di manovra a sostegno della polizia e delle Forze Armate polacche (Tomaszewski, 2014). In un contesto di Hybrid Warfare nel Suwałki Gap, la Żandarmeria Wojskowa svolgerebbe un ruolo centrale nel pattugliare strade ed infrastrutture critiche, garantendone la sicurezza, l’integrità e l’utilizzo da parte dello Stato polacco per l’esecuzione delle operazioni militari previste a difesa dell’integrità territoriale della nazione.

Conclusioni

Nell’attuale contesto politico-militare dell’Europa Centro-Orientale, uno Stato di piccole o medie dimensioni che miri a esprimere la propria indipendenza e identità contro ambizioni imperialiste, deve utilizzare il concetto di difesa totale/globale. Questo in quanto le garanzie di sicurezza e di difesa basate sul diritto internazionale non sono sufficienti, come dimostra la prassi internazionale. La difesa totale presuppone la partecipazione di un intero Stato e di una società, sia delle istituzioni militari che civili, alla difesa del paese.

L'annessione russa della Crimea, il conflitto in Donbas ed infine l’invasione su larga scala dell’Ucraina stessa, ha avviato una profonda riflessione, in Europa e nel Mondo, non solo sulla prontezza e sulle capacità delle forze armate, ma anche sulla resilienza della società nel suo complesso a poter resistere ad un conflitto militare convenzionale e/o ibrido. Contrariamente all'approccio classico di Clausewitz, i membri della società civile sono diventati i principali bersagli delle operazioni militari, e la loro necessità di essere resilienti e poter sopravvivere agli attacchi dell'avversario si è rivelata di importanza cruciale alla luce del conflitto in Ucraina ed in Israele.

L'approccio alla difesa nazionale e al rafforzamento della resilienza nazionale presentato da Estonia, Lituania, Lettonia, Svezia, Finlandia e persino Singapore è stato definito un concetto di difesa totale/globale. Questo temine è diventato una parola d'ordine durante le discussioni degli esperti e una soluzione universale alle attuali sfide alla sicurezza. Naturalmente, il concetto non è innovativo negli studi militari: è presente nei libri militari da molti anni ma, tuttavia, è stato dimenticato all’indomani della fine della Guerra Fredda.

Questo tipo di approccio è necessario per contrastare le nuove forme di Hybrid Warfare che attori statuali e non mettono in pratica per colpire un avversario con nuovi strumenti che mirano a rendere sfumato il confine tra pace e guerra, combattente e non combattente. Le azioni sono dirette a colpire la capacità di resistenza dell’avversario, per impedire una difesa tempestiva ed efficace e minarne la resilienza come sistema politico, economico e sociale coeso.

Per affrontare questa varietà di minacce senza poter contare su di un aiuto esterno ma, dovendo affidarsi almeno inizialmente alle proprie forze, la Polonia ha scelto di investire massicciamente nell’incremento capacitivo, tecnologico e quantitativo delle proprie forze armate. Dato che questo processo richiede tempo e risorse adeguati, rappresentando tra l’altro solo una parte della soluzione, si è reso necessario ripensare alla difesa nazionale in termini di approccio whole of government e whole of nation. Per tale motivo, la militarizzazione della società polacca è stata avviata tramite il patriottismo, il passato storico delle forze armate e la creazione delle WOT. Queste forze di supporto alla componente di manovra dello strumento militare polacco nascono con il compito specifico di operare a livello territoriale e locale nel contrato alle minacce ibride, in cooperazione con le altre componenti civili e militari deputate alla difesa del paese.

Quale forze di supporto alla manovra le WOT, insieme alla Żandarmeria Wojskowa che svolge compiti specifici all’interno delle forze armate polacche, devono contribuire a facilitare la mobilitazione e l’impiego delle forze di manovra in un contesto in cui minacce ibride si combinano con il confronto militare classico. In questo scenario, la rapidità della risposta e la disponibilità delle infrastrutture critiche necessarie a tale scopo, rappresentano il vero fattore di criticità tra successo ed insuccesso. L’Hybrid Warfare, così come applicata nel 2014 in Crimea, mira a mettere l’avversario di fronte al fatto compiuto e con l’impossibilità di attuare una risposta efficace agli eventi, utilizzando strumenti che volutamente non sono definibili come un’aggressione, impedendo l’applicazione delle norme internazionali ritardando e, se possibile, la reazione avversaria.

Per tale motivo lo studio degli approcci alla difesa totale/globale, alla Difesa Territoriale, all’attuazione di strategie per una diffusa applicazione dell’Unconventional Warfare in un più ampio concetto di Resistance Operating Concept, sono essenziali per rafforzare le capacità di resistenza e resilienza di uno Stato. Inoltre, nella più ampia cornice delle relazioni tra Stati, la creazione di capacità di contrasto a minacce ibride, asimmetriche e simmetriche, rappresenta anche un’efficace strumento di deterrenza e dissuasione. Un approccio a simili tematiche che segua il concetto di approccio whole of government e nation mostra ad un potenziale avversario la volontà politica di resistere ad azioni unilaterali che possono servire per ottenere vantaggi territoriali, politici e/o economici da parte di un attore ostile. Si tratta di azioni che ovviamente richiedono un consistente investimento in risorse materiali, umane e intellettuali, diluite in un congruo lasso di tempo ma che, oggi più che mai, sono necessarie per rafforzare non solo le capacità militari ma soprattutto la resilienza dell’insieme delle società e delle compagini governative che supportano la difesa di un paese.

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