La cooperazione allo sviluppo in Colombia: un impegno globale per il progresso

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  29 February 2024
  12 minutes, 44 seconds

Autore: Sara Galetta – Junior Researcher MI G.E.O. Economia

Abstract

Con una popolazione di circa 52 milioni di abitanti, la Colombia si colloca tra i paesi a reddito medio-alto. Essa è stata segnata per molti anni da conflitti interni, che hanno creato sempre difficoltà al paese per il proprio sviluppo. La cooperazione economica internazionale è stata fondamentale negli anni, in quanto lo ha portato non solo ad una crescita economica, ma anche alla pace, raggiunta nel 2016. Diversi attori internazionali sono intervenuti con piani di cooperazione economica, e ancora oggi continuano ad essere presenti, che insieme ad un Piano nazionale di crescita e sviluppo, hanno permesso che la Colombia entrasse nell’OCSE nell’aprile 2020, terzo paese latino-americano dopo Messico e Cile. È molto importante analizzare il tipo di aiuti che hanno dato diversi Stati, in modo da poter continuare queste forme di cooperazioni, rafforzandole e promuovendo sempre più progetti di sviluppo nel paese.

La situazione economica della Colombia

Con un PIL pro capite di 6104,14 USD (2021) e un valore HDI (Indice di Sviluppo Umano) pari a 0,752 nel 2021, la Colombia si è recentemente consolidata come Paese a reddito medio-alto, e negli ultimi anni ha raggiunto importanti traguardi economici e sociali, dimostrato dall’ingresso nell’OCSE nel 2020. Dopo la ripresa economica in seguito all’emergenza sanitaria del Covid-19, la Colombia ha registrato nel 2021 un PIL dell’11% e nel 2022 ha chiuso l’anno con un +7,5%. Questo paese ha un alto potenziale economico, vista l’abbondanza di risorse come carbone, gas naturale e petrolio, e delle basi solide per la produzione di energia rinnovabile. Nei decenni passati, inoltre, la Colombia ha goduto di una gestione macroeconomica e fiscale molto prudente, in particolare nella gestione dell’inflazione, nell’avere un tasso di cambio flessibile e un quadro fiscale aggiornato e regolarizzato; un approccio del genere è fondamentale per la stabilità macroeconomica di un paese e per la riduzione della povertà. Nonostante la situazione di sviluppo registrata negli ultimi anni, il paese non manca di alcune problematiche. Se da un lato l’economia cresce in termini di numeri, la disuguaglianza nella distribuzione del reddito in Colombia è tra le più elevate in America Latina; in questo contesto, la politica fiscale tramite la tassazione e i trasferimenti non migliora la situazione. Inoltre, anche la finanza pubblica non si trova in una situazione del tutto positiva, a causa dell’aumento del costo del servizio del debito pubblico, in particolare dopo la pandemia. I livelli di disavanzo del bilancio del governo e del debito pubblico richiedono un intervento di aggiustamento fiscale consistente. Tuttavia, questo aggiustamento non può riguardare tagli alla spesa pubblica sociale, in quanto i servizi pubblici richiedono di essere migliorati da diversi anni. Probabilmente bisognerà agire su un tipo di riforma fiscale strutturale.

Nonostante la Colombia faccia parte dell’OCSE, le sue entrate fiscali sono inferiori sia alla media dei Paesi OCSE, sia della media dell’America Latina. Inoltre, anche l’inflazione non riporta dati positiva; dopo la pandemia, infatti, i livelli di essa sono aumentati. Alla fine del 2022 ha raggiunto il 13,1%, a causa della forte domanda, dall’indicizzazione degli affitti, dalle perdite dei raccolti a causa delle forti piogge e dal deprezzamento della valuta. Da questo contesto economico, si può comprendere che la Colombia presenta condizioni sia favorevoli ad un maggiore sviluppo economico, ma presenta ancora delle criticità essendo un paese in via di sviluppo.

La cooperazione internazionale in Colombia

La pandemia del Covid-19 ha mostrato ancora di più quanto il mondo sia legato e come qualsiasi evento può avere effetti globali. Nell’attuale contesto economico globale, la supremazia economica e il possedimento di quante più risorse energetiche, idriche e materie prime possibili non può e non deve essere l’unica forma per cui gli stati stringono accordi economici e commerciali tra di loro. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata a livello mondiale è l’esempio dell’importanza dei rapporti di cooperazione tra paesi; tutti i paesi maggiormente sviluppati dovrebbero costruire partenariati internazionali intelligenti, in quanto i benefici che se ne possono trarre sono molteplici.

Nel caso della Colombia, nel 2004 venne creato dal Ministero degli Affari Esteri il Dipartimento della Cooperazione Internazionale, una divisione il cui compito fu quello di rafforzare rapporti di cooperazione con altri stati, organi internazionali e meccanismi di integrazione. La svolta in materia di cooperazione si ebbe durante la presidenza di Juan Manuel Santos, il quale introdusse un cambiamento di fondo rispetto all’atteggiamento ideologico del governo anteriore, arrivando ad un rapporto più pacifico tra il governo colombiano e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejercito. Questo processo di “pacificazione” è stato possibile attraverso la costruzione di una pace simultaneamente “dall’alto” e “dal basso” (Tremolada & Vela, 2017); la prima di essa è stata possibile attraverso l’intervento della comunità internazionale nel disarmo, nella partecipazione politica e nella giustizia transitoria, aiutando a trasformare le regioni colpite dalla guerra, aumentando la sicurezza attraverso la presenza dello stato; la pace “dal basso”, invece, si è basata più sulle conoscenze e le pratiche di convivenza pacifica delle comunità nei territori devastati dalla violenza. Da ciò si comprende come l’intervento della cooperazione internazionale sia stato fondamentale per lo sviluppo del paese, in particolare nell’assicurare un ambiente pacifico per i suoi cittadini. Ciò lo dimostra anche il programma “Nuovi Territori di Pace” (NTP), portati a termine tra il 2012 e il 2017, cofinanziato dall’Unione Europea e dal DPS, in quattro regioni colombiane (Bajo Magdalena, Caquetá, Guaviare, Canal del Dique e zona costiera), il quale ha mostrato che il successo nella gestione del post-conflitto si basa su una presenza positiva dello stato in quelle regioni, sottolineando l’importanza che le politiche pubbliche modifichino la struttura sociale. Lo stato, per garantire la pace, deve essere presente positivamente nella società, creando sicurezza attraverso il monopolio legittimo della forza, amministrando la giustizia in modo rapido e credibile, garantendo i diritti umani e promuovendo un modello di sviluppo equo, sostenibile e inclusivo.

Da un punto di vista interno, nel 2011 è stata istituita la Colombian Presidential Agency of International Cooperation of Colombia (APC – Colombia), con il compito di garantire l’allineamento della cooperazione allo sviluppo della Colombia con il Piano di sviluppo nazionale e la politica estera. Quest’agenzia, infatti, coordina la cooperazione allo sviluppo in entrata e in uscita del paese, definendo i punti di forza e i progetti da perseguire.

Grazie alla cooperazione Sud-sud, la Colombia condivide le proprie conoscenze ed esperienze in settori, quali l’imprenditorialità, la sicurezza, la sicurezza alimentare, la cultura, l’innovazione agricola, lo sviluppo sociale, il cambiamento climatico e la gestione del rischio di catastrofi, il turismo, le statistiche e l’occupazione.

La Colombia è molto impegnata anche nella cooperazione in uscita: circa 74 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, dell’Africa, dell’Asia e del Medio Oriente hanno beneficiato di programmi e politiche colombiano, a sostegno del loro sviluppo. Perdipiù, la Colombia è un partner attivo nello sviluppo di progetti nell’ambito di meccanismi regionali come l’Alleanza del Pacifico, il Segretariato generale iberoamericano e il Forum per la cooperazione tra Asia orientale e America Latina.

Il coinvolgimento di vari attori internazionale nella cooperazione colombiana

Come già specificato, la Colombia si è impegnata in diversi progetti di cooperazione in uscita, aiutando una serie di paesi in diverse opere di sviluppo. È bene notare che notevoli sono stati e sono tuttora i programmi di cooperazione portati avanti da paesi, in aiuto allo sviluppo del paese in questione. Intorno alla fine degli anni Novanta, periodo in cui il paese stava sperimentando una grande crisi a causa del conflitto armato, la comunità internazionale si mobilitò per offrire aiuti. Venne creato, appunto, un Tavolo di donatori, al punto che la Colombia è stato il secondo paese a ricevere più Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) a partire da questo decennio. In questo periodo, gli Stati Uniti iniziarono subito ad aiutare il paese ad implementare il Piano per la pace, promuovendo la prosperità e il rafforzamento dello stato, in quanto si allineava con la loro strategia di lotta alla produzione di droga e al narcotraffico. D’altro lato, l’Unione Europea non mise in atto aiuti sostanziali in questa prima fase, rifiutando di associarsi al “Piano Colombia”. Fu solo nei mesi successivi che venne pensata l’idea di finanziare un “Laboratorio di Pace”, grazie all’iniziativa del sacerdote gesuita Francisco De Roux. L’impegno dell’Unione Europea in termini di cooperazione verso la Colombia è aumentato sempre di più: dal 2002 al 2016 l’UE ha appoggiato e co-finanziato tra Laboratori di Pace, due programmi di Sviluppo Regionale, Pace e Stabilità e il programma Nuovi Territori di Pace, tanto da generare una “competizione” con gli Stati Uniti, nell’assicurare più risorse possibili al paese, in modo da rafforzare le loro posizioni nel paese.

Ciononostante, è stata la cooperazione europea a essere di estrema utilità e importanza per la Colombia; non solo per l’ammontare erogato, ma perché questi programmi hanno aiutato e accompagnato i paesi nella ricerca di soluzioni efficaci e innovative alle grandi sfide nazionali, ovvero aumentare gli spazi di partecipazione democratica, aumentare la capacità del settore pubblico nella formulazione di politiche sociali per la povertà e le diseguaglianze, e molti altri aspetti necessari per lo sviluppo di esso.

Anche l’Italia si è data da fare in materia di cooperazione: soprattutto dopo la firma degli Accordi di Pace del 2016, la Colombia offre sempre più opportunità nel settore della cooperazione allo sviluppo. Il nostro paese è tra i maggiori contribuenti internazionali, collaborando dagli anni Settanta, e allineando la sua strategia di cooperazione con i Piani di Sviluppo Nazionali del Governo colombiano.

Ufficialmente, la cooperazione italiana è presente in Colombia dal 2017 tramite l’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo). Dal 1° aprile è stata istituita la sede di questa agenzia a Bogotà, a dimostrazione del ruolo sempre più importante che l’Italia riveste come donatore. I principali settori di intervento della Cooperazione italiana in Colombia sono: sviluppo rurale e sostenibilità ambientale, sviluppo locale e stabilizzazione internazionale, migrazione inclusiva e sostenibile, uguaglianza di genere ed “empowerment” femminile.

Un altro paese che negli anni ha stretto sempre più rapporti in materia è la Svizzera. La Colombia, infatti, appartiene al gruppo dei Paesi prioritari della Svizzera per quanto riguarda la cooperazione economica, l’aiuto umanitario e la promozione della pace. Gli accordi tra questi due paesi riguardano vari settori, tra cui: la protezione degli investimenti, il libero scambio, la doppia imposizione, l’assistenza giudiziaria, il trasporto aereo, la cooperazione scientifica e la tutela dei beni culturali.Per quanto riguarda la cooperazione economica, nel 2022 la Svizzera ha importato dalla Colombia diverse merci, per un totale di 436 milioni di franchi. Per regolare le relazioni economiche, vi sono accordi di libero scambio e di protezione reciproca degli investimenti ben funzionanti e solidi. Inoltre, dal 1974 la Camera di commercio svizzero-colombiana promuove gli scambi commerciali tra i due paesi, portando avanti un’intensa collaborazione con l’Ambasciata di svizzera e con Switzerland Global Enterprise (SGE). Vi sono alcuni progetti volti a promuovere anche la pace, l’aiuto umanitario e i diritti umani.

Tutti questi aiuti, insieme alla solidità e alla capacità del paese di resistere a shock interni ed esterni, hanno portato il Paese a diventare il trentasettesimo membro dell’OCSE ad aprile 2020, il terzo paese latino-americano ad entrare in questa organizzazione, dopo Messico e Cile. Fare parte di questa organizzazione è fondamentale per i paesi membri: sullo sfondo della globalizzazione, l’OCSE consente ai governi di scambiarsi informazioni ed esperienze e di ricercare soluzioni comuni a problemi simile, insieme al miglioramento del coordinamento e della coerenza della politica economica nazionale e internazionale. Perdipiù, la missione dell’OCSE riguarda diversi aspetti, dal favorire una crescita economica sostenibile all’aiutare i vari stati a sviluppare la loro economia.

Conclusione

La pace del 2016 ha, finalmente, messo fine ad anni di conflitto interno tra forze governative e guerriglie della FARC in Colombia. È da quell’anno che la Colombia ha intensificato il lavoro di cooperazione, portandola a diventare membro dell’OCSE nel 2020. Ciò, insieme alle relazioni politiche e alla cooperazione con l’Unione Europea, gli Stati Uniti e l’incremento di accordi economici con Italia e Svizzera, si può interpretare nel seguente modo: la Colombia ha necessità di avere partner strategici che possano aiutarla nel percorso post-conflitto, in cui si trova ancora, insieme alla volontà di consolidare la politica estera colombiana, per permettere il pieno inserimento nei principali scenari regionali, multilaterali e globali.

L’entrata nell’ OCSE è stata fondamentale, in quanto ha consolidato la possibilità di diventare un “ponte” tra Nord e Sud America, oltre a certificare le buone prestazioni economiche e sociali del paese di fronte alla comunità internazionale, aumentando allo stesso tempo le opportunità di crescita economica, nel commercio e negli investimenti esteri.Oltre a ciò, l’adesione all’OCSE potrebbe stimolare il paese ad aumentare la qualità nella formulazione e attuazione delle sue politiche, promuovendo il loro allineamento agli standard dell’organizzazione. Questo aiuterebbe il paese a migliorare ancora di più alcuni aspetti, in modo da affrontare alcune criticità connesse alla fase post-conflitto del paese, che rappresentano un elemento di debolezza per il paese e che attualmente risultano essere le maggiori criticità della sua economia. Perciò, visti i numerosi benefici che la cooperazione allo sviluppo ha portato in Colombia, il paese dovrebbe continuare ad intensificare i rapporti che detiene in questo ambito, cercando di potenziarli e di crearne di nuovi con ulteriori partner mondiali.


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F

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