L’Australia, la Defence Strategic Review e l’Attuazione di una Strategy of Denial

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  28 June 2023
  29 minutes, 53 seconds

Autore: Saverio Lesti - Head Researcher, Mondo Internazionale G.E.O. Area Difesa&Sicurezza

Abstract

Le attuali circostanze strategiche sono oggi mutate ed hanno fatto emergere per l’Australia rischi radicalmente diversi: gli Stati Uniti non sono più il leader unipolare dell'Indo-Pacifico, mentre la regione è caratterizzata da un’intensa competizione tra Pechino e Washington. Questo rende necessario rimodellare la struttura e la postura delle Australian Defence Forces (ADF) e della Difesa nazionale per i prossimi decenni. Per tale motivo, sarà necessario adottare un approccio alla sicurezza e alla difesa molto più integrato e olistico, come “whole-of-government” e “whole-of-nation”. Il nuovo approccio australiano prevede una “denial strategy” può però essere credibile solo se il paese dispone di adeguate capacità di difesa contro le minacce regionali di alto livello e potenziale.

1. L’Evoluzione del Cotesto Strategico e Securitario Australiano

Le attuali circostanze strategiche sono oggi mutate ed hanno fatto emergere per l’Australia rischi radicalmente diversi: gli Stati Uniti non sono più il leader unipolare dell'Indo-Pacifico, mentre la regione è caratterizzata da un’intensa competizione tra Pechino e Washington (Knott, 2023). La natura dei conflitti e delle minacce è cambiata, con gli Stati regionali che continuano a modernizzare le loro forze militari, prima fra tutti la Cina (USNI News, 2023). L'affermazione della sovranità cinese sul Mar Cinese Meridionale minaccia l'ordine globale e regionale, con impatti negativi sugli interessi nazionali dell'Australia (UNSW, 2023).

Questo mette in evidenza che la competizione strategica coinvolge anche l’Australia e, questo spinge il paese a adottare un approccio necessario ad evitare il più alto rischio strategico nella storia australiana: la prospettiva di un grande conflitto regionale che minaccia direttamente gli interessi nazionali di Canberra. Questo processo di revisione rimodellerà la struttura e la postura delle Australian Defence Forces (ADF) e della Difesa nazionale per i prossimi decenni. Per tale motivo, sarà necessario adottare un approccio alla sicurezza e alla difesa molto più integrato e olistico, come “whole-of-government” e “whole-of-nation” (DSR, 2023).

Questo perché, il cosiddetto “strategic warning time”, ossia il tempo che uno Stato stima necessario affinché un avversario sia pronto ad attaccarlo una volta accertato che sia questa la sua intenzione, è mutato in maniera sostanziale. Se durante la Guerra Fredda, grazia alla posizione geografica dell’Australia ed al basso livello di minaccia degli altri Stati regionali, questo tempo era quantificato in 10 anni (DSR, 2023), l’attuale concetto strategico non permette di disporre del fattore tempo e distanza (UNSW, 2023). La modernizzazione militare nella regione dell’Indo-Pacifico ha reso possibile una maggiore capacità di proiezione militare in tutti e cinque i domini militari.

Sebbene il rischio di un invasione dell’Australia sia remoto, le nuove capacità militari nella regione possono essere usate per esercitare minacce e coercizioni, a danno delle rotte commerciali e di approvvigionamento vitali per la prosperità economica australiana. Analogamente, la minaccia cyber non ha confini geografici, mentre la proliferazione di sistemi d’attacco e missili di precisione a lungo raggio elimina le distanze.

2. Le Innovazioni Introdotte della Defence Strategic Review

La premessa della Defence Strategic Review (DSR) è l’individuazione del teatro geostrategico di riferimento, coincidente con la regione dell’Indo-Pacifico. In questa regione geostrategica, la sicurezza australiana deve confrontarsi con molteplici sfide: concorrenza strategica tra le grandi potenze; uso di tattiche coercitive; accelerazione e espansione delle capacità militari regionali; rapida conversione delle “emerging
and disruptive technologies
” in capacità militari; proliferazione delle armi nucleari; aumento del rischio di errori di calcolo o di valutazione. L’area d’interesse comprende tutta l’area dell’Oceano Indiano nord-orinatale, il sud-est asiatico collocato e gli approcci settentrionali verso l’Australia (DSR, 2023). Più in dettaglio, le aree di interesse sono: il continente australiano e le sue coste; l'arco dell’Indo-Pacifico (chiamato
approccio settentrionale) comprende Malesia, Singapore e l'Indonesia; l'Arco Melanesiano va da Timor Est, a Papua Nuova Guinea, a Vanuatu e alle Fiji; il sud-est asiatico continentale (Lockyer, 2017). Questi fattori di rischio rendono necessario un nuovo approccio strategico e concettuale per la difesa nazionale che dovrà includere (DSR, 2023):

  • Strategia e politica di difesa a sostegno della strategia nazionale;
  • Un’alleanza rafforzata e ampliata con gli Stati Uniti, compresa una presenza militare permanente;
  • Un nuovo approccio alla pianificazione della difesa; con focus sulla deterrenza con una “denial strategy”;
  • Un nuovo approccio alle capacità di difesa critiche per la nuova struttura della forza;
  • Un nuovo approccio alla postura delle ADF;
  • Uno sforzo a livello nazionale per sviluppare la “strategic resilience”;
  • Velocizzare la preparazione militare;
  • Delle ADF più capaci;
  • Lo sviluppo di una effettiva “Integrated Force”;
  • Un nuovo approccio alla gestione del rischio a livello governativo;
  • Modifiche al reclutamento della Difesa e alla gestione della forza lavoro;
  • Maggiori capacità in aree chiave da parte del complesso industriale nazionale della difesa;
  • Un nuovo approccio allo sviluppo di tecnologia militare avanzata; una rinnovata attenzione alla pianificazione nazionale per la predisposizione della difesa.

Per raggiungere questi risultati, saranno necessarie: un’adeguata leadership nazionale, capacità di governo e competenza diplomatica; un’accresciuta preparazione militare; gestione economica; abilità scientifica e tecnologica. È il concetto di approccio whole-of-government sostenuto dalla SDR, al cui interno si colloca la nuova postura della Difesa nazionale, basata su misure interne ed esterne (DSR, 2023):

  • Misure Interne: aumento del budget la difesa/sicurezza; riorganizzazione degli elementi dell'intelligence/comunità della sicurezza; cospicui investimenti nella sicurezza informatica; modifiche alle leggi sugli investimenti esteri; misure per resistere alle interferenze straniere e proteggere le infrastrutture critiche.
  • Misure Esterne: adozione del quadro strategico dell'Indo-Pacifico; espandere i partenariati strategici, multilaterali trilaterali, bilaterali e regionali; migliorare gli accordi sulla presenza di forze statunitensi in Australia; sviluppo delle capacità AUKUS; rafforzare le esercitazioni militari regionali; accrescere la presenza diplomatica australiana nel Pacifico e nel sud-est asiatico.

Alla luce del quadro appena descritto, il Governo australiano definisce il nuovo approccio strategico della difesa nazionale. Il nuovo paradigma è quello della deterrenza, per “costringere un attore a rinviare o abbandonare una strategia o un'attività pianificata, mettendo in atto misure e risposte per modificare la sua valutazione del rischio ed il suo processo decisionale”. L’alterazione dello stato d’animo di un avversario, fa leva sull’aumento dei costi/riduzione dei benefici attesi mediante azioni di negazione, dissuasione o rappresaglia in tutti e cinque i domini delle operazioni militari.
L’approccio australiano prevede una “denial strategy” può però essere credibile solo se il paese dispone di adeguate capacità di difesa contro le minacce regionali di alto livello e potenziale. Per tale motivo, sviluppando la resilienza e la deterrenza nazionale, sono necessari i seguenti requisiti critici: un pubblico informato; unità e coesione nazionale; sicurezza delle istituzioni democratiche; solide capacità di sicurezza informatica e del dominio spaziale; diversificazione delle supply chain; sicurezza economica; sicurezza ambientale; sicurezza energetica; una maggiore preparazione militare; la produzione di munizioni avanzate (specialmente nelle armi guidate a lungo raggio); una solida logistica nazionale; una base industriale nazionale con capacità di ulteriore crescita.
Riguardo alla dimensione militare della SDR, la difesa australiana viene rivista sulla base del concetto di “strategy of denial”: “a strategy of denial is a defensive approach designed to stop an adversary from succeeding in its goal to coerce states through force, or the threatened use of force, to achieve dominance. Denial is associated with the ability and intent to defend against, and defeat, an act of aggression” (DSR, 2023). La base di partenza è l’introduzione di capacità Anti-Access/Area Denial (A2AD)(Roggeveen, 2023) a lungo raggio che abbiano le seguenti caratteristiche: per Anti-Access s’intendono azioni e capacità a lungo raggio, progettate per impedire a una forza avversaria di entrare in un'area operativa; invece, l’Area-Denial si riferisce ad azioni e capacità a corto raggio, ideate per limitare la libertà d’azione di un avversario all'interno di un’area operativa (US DoD, 2012). Se le operazioni A2 mirano a impedire alle forze nemiche di entrare in un teatro di operazioni, le operazioni AD cercano invece di impedire la loro libertà di azione (CSBA, 2003).
Sarà essenziale trasformare le ADF da una Balanced Force, “A balanced force is designed to be able to respond to a range of contingences when the strategic situation remains uncertain”, ad una Focused Force (Roggeveen, 2023), “This conceptual approach to force structure planning will lead to a force designed to address the nation’s most significant military risks. The capabilities required to address identified threats will also provide latent capability to deal with lower-level contingencies and crises”(DSR, 2023). Lo scopo finale è creare un Integrated Force capace di operare in tutti e cinque i domini, dotata delle seguenti capacità critiche (DSR, 2023):

  • Capacità di guerra sottomarina (manned/unmanned) ottimizzate per operare a lungo raggio e per lunghi periodi di tempo e svolgere compiti di intelligence, surveillance, reconnaissance, strike;
  • Una capacità di acquisizione dei bersagli migliorata e integrata;
  • Una maggiore capacità di attacco a lungo raggio in tutti i domini;
  • Una componente terrestre ad armi combinate e integrato con capacità anfibie;
  • Capacità marittime migliorate in tutti i domini, per operazioni di sea denial e sea control;
  • Una capacità per condurre operazioni aeree integrate e fuori area;
  • Una capacità di difesa aerea e missilistica potenziata, globale e integrata;
  • Un sistema logistico integrato di teatro e per operazioni fuori area, mobile e con profondità strategica;
  • Un sistema di comando e controllo di teatro per gestire l’Integrated Force rafforzata;
  • Una rete sviluppata di basi nel nord del paese per il supporto logistico, la negazione e la deterrenza.

Per quanto riguarda le specifiche componenti delle ADF, queste sono le priorità individuate (DSR, 2023):

  • Australian Army (AA): capacità di manovra costiera, via mare, terra e aria; attacchi a lungo raggio e contro bersagli marittimi; difesa aerea e missilistica; capacità di combattimento ravvicinato, a livello di brigata corazzata ad armi combinate, in grado di affrontare le sfide terrestri più impegnative nella nostra regione.
  • Royal Australian Air Force (RAAF): una rete di basi aeree a nord, con adeguata protezione e dispersione; sistemi manned/unmanned per la difesa aerea; capacità di attacco (marittimo e terrestre); intelligence, sorveglianza e ricognizione; guerra antisommergibile; comando e controllo per la difesa aerea e missilistica integrata; rifornimento in volo; mobilità aerea pesante e media.
  • Royal Australian Navy (RAN): ottimizzazione per la condotta di operazioni nelle immediate vicinanze dell'Australia e per la sicurezza delle linee marittime di comunicazione e del commercio marittimo.

In aggiunta, vengono indicate le priorità in altri settori chiave per il nuovo concetto di difesa (DSR, 2023):

  • Ottimizzare la capacità di difesa del dominio spaziale per garantire le comunicazioni;
  • Le reti e le architetture di command, control, communications, computers (C4) della difesa devono migliorare la consapevolezza situazionale, oltre ad essere resilienti alle minacce fisiche e della rete;
  • Le capacità cyber dell'Australia devono essere ampliate e ottimizzate;
  • Le reti logistiche e sanitarie della difesa devono fornire supporto e sostegno costanti per le operazioni, oltre ad essere resilienti, disaggregate e disperse per migliorare la ridondanza e la sopravvivenza;
  • Sostiene l'acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare dotati di armi convenzionali (IISS, 2023);
  • Impegnarsi a sostenere la costruzione di nuove unità navali (IISS, 2023);
  • Acquisire scorte sufficienti guided weapons and explosive ordnance (GWEO) e avere la capacità di fabbricare nazionalmente determinati tipi di munizioni;
  • Fornire con urgenza un integrated air and missile defence (IAMD), completo di sistemi di comando e controllo, sensori, velivoli per la difesa aerea e difese missilistiche di superficie (terrestri e marittime).

3. Definizione di Denial Strategy e sua Applicazione al Contesto di Sicurezza Australiano

Il potere di negare a un avversario la capacità di raggiungere i suoi obiettivi militari è sempre stato una componente importante delle operazioni difensive: è un elemento determinante nella difesa delle comunità politiche nazionali, non solo aiutando a respingere gli attacchi esterni, ma anche influenzando il calcolo strategico degli attori prima che possano lanciare un attacco (Zilincik, Sweijs, 2023). Per questo motivo, come nel caso dell’Australia, una strategy of denial è quindi rilevante solo durante la guerra, ma può anche aiutare a prevenire lo scoppio della guerra stessa. L'espansione dei domini militari e la rinnovata enfasi sulla coercizione multi-dominio rende necessario riconsiderare l'utilità delle “denial strategies” con un paio di occhi nuovi. Una serie di fattori caratterizzano queste strategie (Zilincik, Sweijs, 2023):

  • Le strategie di negazione non dipendono dalle condizioni del contesto strategico-militare contemporaneo;
  • In relazione alla prima, possono essere meno soggette a interpretazioni errate perché è più facile segnalare all'avversario il possesso di capacità di negazione attraverso esercitazioni e dimostrazioni;
  • Lasciano alle parti più opzioni una volta che la deterrenza fallisce perché le capacità di negazione che supportano anche per la difesa effettiva;
  • Sono un'opzione allettante per coloro che non possono fare affidamento su accordi di deterrenza con le potenze nucleari o per coloro che hanno motivo di dubitare dell'efficacia di tali accordi;
  • Possono essere impiegate per frustrare il potere militare dell'avversario lungo uno spettro geografico e temporale più ampio, sia all'interno che all'esterno del teatro del conflitto, sia prima, durante e dopo che l'avversario ha lanciato un attacco.

L’obiettivo è contestualizzare la negazione come concetto strategico a tutto tondo piuttosto che limitarlo al solo contesto militare, dal momento che le denial strategies implicano anche azioni non militari. Queste due linee d’azioni, militari e non militari, sono separate da dimensioni temporali e spaziali relative alla frustrazione del potere militare avversario, come evidenziato in precedenza. Sulla base di queste differenze temporali e spaziali, emergono quattro distinte logiche di negazione: eliminazione della capacità, paralisi operativa, degrado tattico e riduzione dell'effetto strategico (Zilincik, Sweijs, 2023).

Figura 1, “Beyond deterrence: Reconceptualizing denial strategies and rethinking their emotional effects”, Contemporary Security Policy, Samuel Zilincik & Tim Sweijs, 2023, Pag. 5.

Come prima linea d’azione, consiste nell'eliminazione delle capacità, negando all'avversario la capacità di impiegare il potere militare, implicando a livello spaziale potenzialmente globale, mentre a livello temporale segue una logica preventiva e/o prolungata nel tempo (Zilincik, Sweijs, 2023). A livello operativo, questa capacità si è manifestata in maniera diversa nel corso della storia:

  • Attraverso raid o attacchi terrestri limitati per eliminare le risorse avversarie;
  • Conazioni marittime per distruggere determinate strutture o risorse avversarie;
  • Azioni cyber per disabilitare sistemi e/o e capacità avversarie;
  • In aria, per eliminare le capacità avversarie con l’interdizione strategica.

La seconda applicazione è la paralisi operativa, per impedire alla potenza militare dell'avversario di raggiungere il suo obiettivo, combinando azioni militari offensive e difensive per bloccare i movimenti avversari (Zilincik, Sweijs, 2023). Anche in questo caso ci sono vari esempi storici da analizzare:

  • Il controllo della città di Megara da parte di ateniesi o spartani, permetteva o impediva l’accesso al Peloponneso ed alla Grecia e viceversa a seconda chi controllava la località(Tucidide, V Secolo AC);
  • I blocchi navali britannici ai danni della Germania;
  • L’impiego dei sottomarini per paralizzare i movimenti dell'avversario, come nel caso dell’accordo AUKUS (IISS, 2023);
  • A livello aereo, attaccare le linee di rifornimento e di comunicazione avversarie per paralizzarne le capacità di movimento.

La terza logica consiste nel degrado delle prestazioni tattiche dell’avversario, infliggendo un consistente quantitativo di danni e combinando azioni militari difensive ed offensive (Zilincik, Sweijs, 2023):

  • Le difese passive mirano a ridurre la quantità di danno che l'attacco dell'avversario infligge quando raggiunge il bersaglio, un approccio che vediamo nelle fortificazioni russe nella regione di Zaporizhzhia;
  • Le difese attive agiscono distruggendo l'attacco dell'avversario nel punto di contatto, combinando agli elementi passivi ad azioni militari offensive, come i contrattacchi russi nella regione di Zaporizhzhia;
  • Il dispiegamento di gruppi d'attacco delle portaerei può funzionare come una forma di difesa mobile a sostegno degli alleati, come dimostra la crisi dello stretto di Taiwan nel 1996 (Porch, 1999);
  • Anche i sottomarini possono sono usati per manovrare in modo difensivo e colpire la marina avversaria da una posizione di vantaggio;
  • I teorici del multi-dominio, sottolineano che l'impiego della forza aerea rende difficile per l'avversario attuare il principio di concentrazione della massa critica, mentre le forze di terra non si adattano alla dispersione, creando un dilemma in termini di costi/benefici;
  • Nel dominio cyber, la logica di negazione si basa sull'inganno e la degradazione delle capacità avversarie (Gartzke, Lindsay, 2014).

La quarta ed ultima applicazione della denial è la riduzione dell'effetto strategico dell’avversario, rendendone irrilevante la potenza militare ed annullandone i benefici, basandosi su di un approccio difensivo e legato al fronte interno di chi subisce l’attacco. La logica che sostiene questa linea d’azione è che gli attori più deboli continueranno a combattere e resistere all'invasore anche nell’eventualità della sopraffazione delle loro forze convenzionali, attuando varie misure:

  • Si può rendere difficile e costoso per l'avversario il controllo del territorio conquistato, procedendo se necessario alla distruzione di quanto può essere conquistato (Wirtz, 2018), come fatto dai russi contro svedesi, francesi e tedeschi;
  • Nei domini cyber e delle spazio, il termine utilizzato è quello di resilienza, ossia la capacità di un sistema di continuare a funzionare resistendo agli attacchi e mantenendo le funzioni chiave;
  • La resilienza si applica anche ai contesti difensivi tradizionali, come la costruzione di strutture critiche ridondanti (Murray, 2008, p. 15);
  • Le forze aeree possono sostenere determinati luoghi e posizioni che, altrimenti, dovrebbero arrendersi all'avversario, come esemplificato dal ponte aereo alleato a Berlino nel 1948-1949.

Ovviamente l’attuazione di una strategy of denial, oltre ai vantaggi militari precedentemente descritti, comporta anche una valutazione degli aspetti psicologici dell’avversario che si confronta con un simile approccio strategico. Lo studio della negazione offre molteplici logiche di negazione che possono aiutare a strutturare le valutazioni dell'utilità strategica. Inoltre, l'identificazione del ruolo delle diverse emozioni attraverso le quali queste logiche di negazione generano i loro effetti, getta una luce importante su quei meccanismi che spesso vengono sottovalutati nell’attuale approccio strategico (Zilincik, Sweijs, 2023).

Figura 2, “Beyond deterrence: Reconceptualizing denial strategies and rethinking their emotional effects”, Contemporary Security Policy, Samuel Zilincik & Tim Sweijs, 2023, Pag. 19.

In riferimento alla SDR, la strategia appena descritta permette di applicare un approccio whole-of-government ed attuare lo spostamento del baricentro delle ADF verso gli approcci settentrionali e le acque che circondano l’Australia, renderebbe possibile una strategia di deterrenza che si adatti al contesto geostrategico di riferimento, mantenendo gli impegni con gli alleati regionali.

4. Interventi e Misure Correttive Proposte dalla Strategic Defence Review

La SDR descrive una serie di azioni correttive per modificare l’assetto delle ADF e renderlo compatibile con la strategy of denial ed il nuovo approccio collettivo a livello governativo. Questo prevede la cancellazione o il rinvio di quei programmi non più prioritari e stornare quindi risorse verso le nuove esigenze primarie, rivedendo in quest’ottica l’Integrated Investment Program (IIP)(SDR, 2023).

Per la RAN, è essenziale (Beazley, 2023) l’acquisizione di sottomarini a propulsione nucleare dotati di armi convenzionali per attuare l’area denial, la difesa antisommergibile e capacità di attacco a lungo raggio. Nell’ambito dell’AUKUS, questo prevede l’addestramento di personale della marina e del settore industriale australiani per la condotta operativa e la gestione tecnica dei sottomarini nucleari, mentre Stati Uniti e Gran Bretagna dispiegheranno a rotazione propri battelli in Australia (USNI News, 2023). Saranno acquisiti 3-5 battelli classe Virginia dagli Stati Uniti, mentre dal 2040 entreranno in servizio 8 classe AUKUS, design inglese e sistema di combattimento statunitense, coprodotti da tutti gli stati parte dell’accordo (Naval News, Reuters 2023). In chiave di approccio whole-of-government, viene raccomandato a sostegno del programma AUKUS, di istituire l'Australian Submarine Agency, introdurre l'Australian Defence Nuclear Regulator e la costruzione di una struttura a supporto dei sottomarini nucleari sulla costa orientale (SDR, 2023).

Il resto della flotta dovrebbe includere unità di superfice Tier 1 e Tier 2 per fornire capacità di attacco a lugo raggio marittime/terrestri, difesa aerea, presenza operativa e guerra antisommergibile (Blenkin, 2023), avviando una revisione dello strumento navale alla luce delle esigenze strategiche, finanziare, produttive, infrastrutturali e di personale che coinvolga il governo e il settore industriale (SDR, 2023).

L’esercito deve dare priorità al programma LAND 8710 per mezzi da sbarco medi e pesanti, all’acquisizione di sistemi missilistici HIMARS e del relativo munizionamento (SDR, Beazley, 2023), oltre a potenziare la componete elicotteristica (Greene, Morris-Grant, Blenkin, 2023). Per ricollocare risorse a vantaggio delle capacità di attacco a lungo raggio (Pittaway, 2023), il programma LAND 400 per veicoli da combattimento della fanteria viene ridotto all’acquisizione di129 esemplari, mentre il LAND 8116 per introdurre in servizio un secondo reggimento di artiglieria terrestre viene cancellato (DSR, Greene, 2023). Queste azioni riorientano le priorità della componente terrestre, focalizzandole strategy of denial.

Riguardo alla RAAF, la priorità è spostata sull’acquisizione di velivoli F-35A e F/A-18F (Beazley, 2023) da dotare di missili antinave a lungo raggio e con il Joint Strike Missile, oltre che sullo sviluppo e l’introduzione in servizio del drone MQ-28A Ghost Bat, quale piattaforma sacrificabile e meno costosa di un velivolo con equipaggio (SDR, Needham, 2023). In relazione ai colloqui con gli Stati Uniti per il potenziale acquisto del bombardiere B-21 Raider, questa possibilità viene scartata in quanto non in linea con quanto delineato in termini di contesto strategico, approccio alla difesa e capacità da sviluppare australiano dalla SDR (SDR, 2023).

Ulteriori azioni vengono indicate in relazione alle attività di supporto alle ADF (SDR, 2023): sviluppare le capacità e il personale relativi alla gestione del dominio spaziale, il cui comando va inserito nel Joint Capabilities Group; i sistemi di comando e controllo dovranno basarsi sull’approccio di architettura aperta nell'hardware che nel software; vanno rafforzate le capacità e la reattività del dominio cyber, oltre a sviluppare un quadro completo per la gestione delle operazioni cibernetiche; fornire adeguate risorse alle strutture responsabili del supporto logistico e sanitario per fornire supporto e sostegno costanti per le operazioni; esplorando le opzioni in servizio e pronte all'uso, con una logica di costi/benefici e stato dell’arte, va creata una capacità stratificata di integrated air and missile defence (IAMD).

Per sviluppare tali assetti, in particolare le capacità di attacco a lungo raggio e battelli sottomarini a propulsione nucleare, è richiesta l’adozione di un completo e profondo approccio whole-of-government e whole-of-nation. Questo approccio, già adottato per l’AUKUS, viene consigliato nei seguenti settori (SDR, 2023):

  • GWEO. Disporre di munizioni guidate è centrale per le capacità a lungo raggio richieste dalla strategy of denial. Serve una task force ad hoc che sia guidata da un funzionario con la responsabilità di coinvolgere tutti i soggetti interessati nella produzione di munizioni e proiettili guidati, per sviluppare le capacità produttive nazionali (Beazley, 2023). Azioni specifiche riguardano: stabilire i livelli degli stock richiesti; acquisire rapidamente ulteriori scorte da fornitori e appaltatori esistenti; esplorare le opzioni di altre fonti di approvvigionamento; stabilire rapidamente una capacità di produzione nazionale; aumentare la capacità di produzione attuale.
  • Postura in Profondità delle Forze. Con l’evoluzione dei sistemi d’attacco a lungo raggio, le ADF vanno sostenute da una rete di basi e strutture adeguate e ben distribuite sfruttando la natura insulare e continente dell’Australia, servite solide e resilienti linee di comunicazione interne per sfruttare i naturali vantaggi geografici esistenti.
  • Basi. Interventi urgenti nelle basi aeree critiche nel nord: rafforzamento e dispersione; capacità delle piste e delle aree di parcheggio; stoccaggio e fornitura di carburante; fornitura e stoccaggio di carburante per aviazione; depositi per le GWEO; connettività a sostegno della pianificazione e del supporto; sicurezza. Resilienza, dispersione e ridondanza possono essere ottenute sfruttando le infrastrutture minerarie e petrolifere civili esistenti o in fase di smantellamento.
  • Carburante. La distribuzione del carburante nel nord e nel nord-ovest deve essere più efficace e meno vulnerabile, e rende necessario un rapporto profondo tra difesa e settore privato, per favorire la comprensione delle rispettive necessità e potenzialità.

5. Criticità nella Realizzazione della Nuova Postura Strategica Australiana

Il DSR riconosce il problema di reperire adeguati finanziamenti per sostenere la nuova strategia di difesa, osservando che saranno necessarie decisioni difficili e compromessi nel breve e lungo periodo. Il prossimo bilancio federale e la revisione degli investimenti sulla difesa del 2023 dovranno offrire chiarimenti sulle coperture finanziarie e lo sviluppo delle capacità (IISS, 2023).
Complessivamente, per il periodo 2023-24 e 2025-26, sono stanziati 152,5 miliardi di $ rispetto ai 154 del 2022 (ASPI, 2023). Maggiori finanziamenti sono previsti a partire dal 2027-28, con un importo di 30,5 miliardi di $ accantonato per i prossimi sei anni fino al 2032-33 La riduzione dei fondi impatta negativamente sulle risorse necessarie per i programmi di acquisizione, che ammontano a circa 42 miliardi di $ (Johnston, 2023).

Figura 3, The big squeeze, ASPI defence budget brief 2023–2024, ASPI, May 2023, Pag. 23.

Il governo australiano ha fissato in 19 miliardi di $ i fondi iniziali per attuare le disposizioni della SDR e l’avvio del programma AUKUS così ripartiti (ASPI, 2023): sottomarini a propulsione nucleare 9 miliardi; rafforzamento delle basi settentrionali 3,8 miliardi; GWEO 2,5 miliardi; capacità di attacco a lungo raggio 1,6 miliardi; bonus per il personale della difesa 400 milioni; acceleratore di innovazione e capacità avanzate AUKUS 900 milioni; migliorare l’impegno verso il Pacifico 924 milioni. In dettaglio, solo circa 12 miliardi di $ sono coperti da fondi già in bilancio, mentre tra 7,3 e 7,8 miliardi di dollari dovranno provenire da tagli al budget della difesa e che la SDR in parte suggerisce (ASPI, 2023).

Altro aspetto critico è il sistema di acquisizione, valutazione del rischio e rendicontazione della difesa australiana che, in passato, ha condotto ad un aumento incontrollato dei costi di alcuni programmi di sviluppo e acquisizione, come nel caso dei sottomarini da acquistare dalla Francia (France 24, 2022). Secondo una dichiarazione congiunta del Vice Primo ministro e il Ministro dell'industria della difesa australiani, il governo ha delineato quali interventi apportare in questo settore: rimuovere gli ostacoli non necessari alle acquisizioni; semplificare i progetti strategicamente importanti e gli appalti a bassa complessità; prendere decisioni più rapide nella consegna dei progetti della difesa; sviluppare soluzioni pratiche in stretta collaborazione con l'industria della difesa (Australian Government, 2023).

L’ultimo aspetto critico è quello del personale militare necessario a rendere credibile il futuro assetto e ruolo delle ADF in una strategy of denial che sia effettiva ed efficace. Gli organigrammi, prevedono che le ADF comprendano 62.400 effettivi nel periodo 2016-2024-25 ma, i nuovi ingressi nelle FF.AA. sono stati rispettivamente di circa 190 nel 2021-22 e di altri 300 nel 2022-23 (ASPI, 2022). Dato che nel 2020-21 gli effettivi erano di 59.862 unità, è chiaro che l'obiettivo non è stato raggiunto: la lavoro in uniforme è cresciuta di 1.801 unità (ASPI, 2022). Nel 2020 fu deciso un ulteriore aumento degli effettivi pari a 18.500 entro il 2040, in due tranche decennali di 12.500 e 6000 unità (ASPI, 2022). A questa crescita a lungo termine, vanno sommate le unità di personale tuttora vacanti, per un totale entro il 2030 di circa 13.800 unità ma, nella realtà, invece di 1.380 ingressi all’anno le ADF ne hanno realmente gestiti solo 300 (ASPI, 2022). In prospettiva, se non verrà garantito un adeguato piano di assunzioni in termini numerici, sarà messo a rischio l’intero approccio strategico proposto dalla SDR.

6. Conclusioni

Nell’attuale contesto geopolitico e securitario globale, aggravato prima dalle conseguenze economiche e sociali del COVID-19, poi dallo scoppio del conflitto Russo-Ucraino, la crescente ascesa come attore economico, politico e militare della Cina costringe Canberra e rivedere le proprie priorità strategiche. Prendendo atto che le minacce regionali stanno evolvendo più rapidamente dei 10 anni originariamente previsti dalla pianificazione della difesa, il cambio di paradigma proposto con la DSR è ineludibile.

Gli aspetti certamente più innovativi sono la ricerca di un approccio olistico alle sfide multidimensionali della sicurezza, coinvolgendo tutti gli attori necessari a garantire la resilienza e la preparazione del paese ad un potenziale conflitto, compresi elementi di derisking in campo tecnologico, economico e delle supply chains.

A livello geopolitico, partendo dai punti di forza che derivano dall’essere sia isola che continente, l’Australia sposta il baricentro della sua sicurezza a nord, a ridosso delle catene di isole che racchiudono il Mar Cinese meridionale e il choke point strategico dello Stretto di Malacca, valvola di sfogo primaria per il commercio marittimo cinese.

Da qui, la decisione di impostare la difesa nazionale sulla base di una strategy of denial, appoggiata ad una solida componente navale ed aerea, a supporto di forze terrestri fortemente orientate ad operare in un contesto anfibio: un approccio marittimo e mercantilista allo strumento militare che accoglie molti dei principi del sea power delineati da Sir Julian Corbett. Questo pone le basi per componente di denial della nuova postura strategica australiana: il sea denial come strumento per ostacolare un avversario e garantire la sicurezza della lunga linea costiera del paese, a cui fa da supporto ila dimensione continentale dell’Australia che fornisce la necessaria profondità strategica.

L’aspetto operativo prende spunto dal concetto di area denial, parte dell’approccio detto di A2/AD bubble, in cui la disponibilità di sistemi d’arma a lungo raggio, impiegabili da molteplici piattaforme d’attacco e capaci di eseguire precisi deep strike, è ben delineato dalla DSR. Tutte le componenti delle ADF acquisiranno queste capacità a cui faranno da scuso nuove ed incrementali capacità di IAMD, in una collaborazione tra lancia e scudo che richiama l’immagine del modo di combattere della falange oplitica.

Questa panoplia si comporrà di alcuni sistemi che sono già diventati dei game change come l’HIMARS, impiegato con successo in Ucraina e che permette di colpire a centinaia di chilometri di distanza bersagli terrestri e navali (Jeffcoat. 2018, Kadam, 2023). Velivoli come gli F-35A, gli F/A-18F e anche piattaforme a pilotaggio remoto, forniranno ulteriori opzioni per attacchi a lungo raggio , unitamente alle unità di superficie della RAN. Tutto questo in attesa della consegna del primo sottomarino nucleare statunitense classe Virginia, che permetterà all’Australia di estendere in termini di raggio d’azione e esistenza, le priore capacità di sorveglianza, attacco, difesa e interdizione d’area.

Inoltre, la SDR sottolinea il ruolo del paese nel sistema di alleanze che gli Stati Uniti hanno realizzato e continuano a garantire nella regione. La sigla dell’accordo AUKUS sottolinea come sia in atto un’ampia trasformazione nel carattere e nello scopo dell'alleanza che unisce Canberra e Washington, dove la prima andrà a svolgere un ruolo sempre più centrale nel sostenere attivamente le operazioni militari statunitensi come parte di una strategia di deterrenza collettiva nei confronti della Cina (Townshend, 2023). Questo aspetto è ulteriormente sottolineato dal gran numero di sistemi d’arma statunitensi acquistati o di futura acquisizione, senza tralasciare la collaborazione tecnologica e militare che lega i due paesi.

Un cambiamento radicale che impatta a livello interno e regionale, rappresentando una sfida ed uno stimolo per il sistema paese australiano ma che, porta con sé numerose incognite che possono provocarne il fallimento. Fattori quali la sostenibilità economica, le tempistiche di sviluppo, la disponibilità di forza lavoro ed infrastrutture adeguate sono critici e vanno affrontati nel modo in cui lo stesso Governo australiano ha suggerito nella DSR: whole-of-government e whole-of-nation. Un corso d’azione non evitabile in quanto vanno mobilitate e riconfigurate tutte le risorse nazionali, per attutire i contraccolpi economici legati alla dipendenza dell’Australia dai collegamenti marittimi in termini di import/export.

Questo rende merito alla scelta di predisporre misure di derisking nel settore delle catene di approvvigionamento, con dirette ricadute sul piano economico in termini di costi/benefici e della creazione e mantenimento di capacità produttive strategiche. Una scelta che tiene conto delle crescenti tensioni con la Cina e del ruolo che tale paese ricopre in termini di interscambio e interdipendenza economica, con tutto ciò che ne deriva in termini di sicurezza militare, economica, e sociale.

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