LE COMPAGNIE MILITARI PRIVATE: IL GRUPPO WAGNER COME PROLUNGAMENTO DEL GOVERNO RUSSO

  Focus - Allegati
  12 April 2023
  14 minutes, 58 seconds

Abstract

Da tempo le compagnie militari private sono tornate a ricoprire un ruolo di rilievo nel contesto delle relazioni internazionali. Questa analisi è la prima di un ciclo dedicato al tema, e dopo un’introduzione generale sulla natura delle compagnie militari private e i servizi che esse offrono, tratterà il caso particolare del Wagner Group. Nello specifico verrà affrontata la sua composizione e il ruolo politico che il gruppo svolge in diversi contesti conflittuali, in quanto inserito nel più ampio contesto della guerra ibrida portata avanti dalla Federazione Russa.

A cura di:

Jaohara Hatabi - Senior Researcher, G.E.O. Politica

Francesca Bodini - Junior Researcher, G.E.O. Difesa&Sicurezza

Cosa sono le compagnie militari private e perché è importante parlarne?

Le Private Military Companies (PMC) sono realtà aziendali di carattere militare, che forniscono principalmente tre tipi di servizi: uomini e mezzi per combattere, consulenza e addestramento, supporto logistico. Queste aziende sono registrate e operano sul mercato globale e il loro coinvolgimento in conflitti è mosso da motivazioni economiche, non politiche, contrariamente alle forze regolari al servizio degli Stati. I membri delle PMC spesso rivestono un ruolo di supporto alle forze armate ufficiali impegnate in azioni belliche o di stabilizzazione post conflict.

Sul piano giuridico non è chiaro quale status e quale regime giuridico siano applicabili ai membri delle PMC. La definizione prevalente è quella di contractors, ma questo termine non ha una definizione precisa e può essere associata a diverse figure, tra cui quella di mercenario, o di membro di un’organizzazione paramilitare, o di spia, a seconda dei casi. Questo problema si pone particolarmente a livello di diritto internazionale e ha delle ripercussioni soprattutto nel caso in cui ci siano responsabilità da attribuire per fatti avvenuti durante i conflitti. Nel caso in cui siano commessi atti delittuosi da appartenenti alle PMC – violazione di norme del diritto internazionale dei conflitti armati, norme a tutela dei diritti umani, regolamentazioni sull’esportazione di tecnologie belliche ecc. – su chi ricade la responsabilità internazionale? Secondo il diritto internazionale umanitario, l’uso della violenza durante un conflitto dovrebbe essere limitato ai “combattenti legittimi”, quindi “truppe regolari le cui attività militari sono direttamente imputabili allo Stato di appartenenza, i cui componenti sono destinatari delle norme del diritto bellico” (Enciclopedia giuridica). Lo Stato che stipula un contratto con le PMC dovrebbe farsi carico di monitorare il rispetto delle norme internazionali da parte di queste. Tuttavia, i contratti stipulati tra le due parti fanno spesso parte dell'ambiguità dell'area di relazioni tra sfera pubblica e settore privato, con la conseguenza che le PMC spesso non sono riconosciute come “organi di fatto” dello Stato. Si pensi, ad esempio, al caso in cui la motivazione dietro l’impiego delle PMC sia non pubblicizzare la partecipazione ad un conflitto da parte di uno Stato: è probabile che il legame contrattuale tra le parti sia particolarmente complesso da rintracciare. Allo stesso tempo, le PMC sono pagate per portare a termine un compito, senza alcuna specificazione per quanto riguarda il comportamento da osservare per farlo, e questo potrebbe avere implicazioni importanti per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani. Non esistendo una giurisprudenza ad hoc, i contractors che violano norme di diritto internazionale - tra cui i diritti umani - non sembrano incorrere in altre pene se non la cessazione dell’incarico. Con tutta probabilità, però, le loro azioni provocheranno un inasprimento delle relazioni tra popolazione locale ed esercito regolare, vista l’incapacità della popolazione di distinguere quest’ultimo dagli operativi delle PMC.

Anche nel caso di conflitti interni, la definizione di contractor crea ambiguità, in quanto non è prevista alcuna distinzione fra “combattenti legittimi” e “illegittimi” in questo contesto. Inoltre, l’uso delle compagnie non è ristretto agli Stati: anche ONG e agenzie dell’ONU ne fanno uso per assicurare la protezione del proprio personale nelle aree instabili in cui si trovano ad intervenire.

La diffusione delle PMC è iniziata ad essere particolarmente rilevante in seguito alla conclusione della Guerra Fredda, quando molti Stati hanno attuato una riduzione delle forze armate nazionali, creando un surplus di offerta di manodopera militare. Con la riduzione dei bilanci in ambito militare, l’intero settore ha subito una considerevole trasformazione, ed è incorso nella necessità di aumentare l’efficienza economica ha portato all’”outsourcing delle attività militari” (Bonomo, 2010). La popolarità delle PMC e l’aumento del loro utilizzo sono dovuti ai vantaggi di carattere politico ed economico che ne derivano. Dal punto di vista politico, le compagnie militari private permettono allo Stato di mantenere un’immagine positiva agli occhi dell’opinione pubblica nazionale. Infatti, utilizzando queste compagnie il numero di perdite di forze armate si riduce in maniera considerevole, con vantaggi percepiti sia a livello umano che in fatto di investimenti pubblici nelle forze armate nazionali. Dal punto di vista militare, le medie potenze possono utilizzare le PMC per recuperare terreno e ridurre il divario con le grandi potenze che hanno maggiori risorse, soprattutto di lungo termine, nel settore. Anche per gli Stati più grandi, utilizzare compagnie esterne può permettere di evitare complicazioni di ordine diplomatico, economico o implicanti la possibile violazione dei diritti umani che potrebbero invece sorgere in alcune operazioni. Una questione rilevante nella relazione fra stato e PMC è la possibilità che vi sia un conflitto di interessi fra le parti: le compagnie militari private guadagnano tramite la partecipazione a conflitti, dunque la continuazione dei conflitti stessi è nel loro interesse, rispetto alla loro soluzione che è l’obiettivo dello stato, in quanto questo permetterebbe un rinnovo o un ampliamento contrattuale. Anche la possibile dipendenza per i servizi concessi dalle PMC può essere negativamente impattante per lo Stato, in particolar modo se le PMC hanno monopolio su un particolare servizio – un esempio può essere la manutenzione di uno specifico sistema di armi. In situazioni simili, potrebbe risultare quasi impossibile per uno Stato rinunciare ai servizi delle PMC, anche in caso di problemi contrattuali. Si può affermare che la realtà delle PMC faccia convergere tre mondi che sono stati storicamente mantenuti, per quanto possibile, separati: l’istituzione militare, l’arena politica e l’economia. In alcuni casi le PMC sono direttamente connesse all’arena politica tramite la partecipazione di figure politiche nei board, oltre al fatto che molti componenti delle compagnie erano precedentemente soldati. Inoltre, molte PMC attendono l’approvazione del loro “Paese d’origine” prima di accettare un contratto con un altro Stato, confermando il legame fra PMC e stato in cui queste sono basate. Queste sono solo alcune delle questioni da tenere a mente quando si parla di Private Military Companies e, mentre esistono diversi esempi a livello globale, questa analisi si concentrerà sul caso del gruppo Wagner.

Storia e composizione del gruppo Wagner

Il Gruppo Wagner ha ottenuto particolare attenzione a livello internazionale in seguito al conflitto in Ucraina del 2014, durante il quale ha fornito supporto sul campo per l’annessione della Crimea alla Federazione Russa. Da allora, il gruppo è stato coinvolto in una serie di conflitti in tutto il mondo, tra cui Siria, Libia, e diversi Paesi del continente africano come Madagascar, Mali, Mozambico, Repubblica Centrafricana e Sudan, a questo proposito si rimanda all’approfondimento scritto sull’operato del Wagner Group nella regione del Sahel.

Per quanto concerne la composizione del Gruppo Wagner, considerata la segretezza che lo caratterizza, le informazioni ufficiali sono poche. Ad ogni modo, si ritiene che il leader sia Dmitij Utkin, un tenente colonnello delle forze speciali del Direttorato generale per le informazioni militari (GRU) fino al 2013, il quale ha fondato il gruppo dopo aver combattuto nelle fila del “Corpo slavo” in Siria. Un’altra figura che risulta legata al gruppo è Evgenij Prigozhin, un oligarca che intrattiene stretti legami con il Presidente russo Vladimir Putin.

Il gruppo conduce l’addestramento in due campi annessi alla posizione della Decima Brigata per Missioni Speciali del GRU Specnaz a Mol'kino, nella regione di Krasnodar, in Russia. In base all’attività di intelligence svolta dal Center for Strategic and International Studies (CSIS) sono stati raccolti dati più specifici in merito alle caratteristiche dei campi di addestramento, si rilevano infatti:

  • Una base principale che comprende un quartier generale, uno spazio per l’addestramento aereo e un percorso a ostacoli, un deposito di armi e munizioni e altre strutture di carattere militare.
  • A nord della base militare principale, si trova una struttura separata che si estende per circa sei acri ed è composta da circa nove strutture permanenti di varie dimensioni. Le immagini mostrano un numero elevato e variabile di camion da carico, camioncini e veicoli civili.
  • A sud della base principale si trova un'unità di missili balistici a corto raggio (SRBM), una base interna non identificata e altre aree di addestramento.

In seguito all’attività di addestramento, i soldati del Gruppo Wagner sono in grado di fornire dei servizi che variano dal supporto logistico alle operazioni sul campo di battaglia. Più nello specifico, i compiti ricoperti dal Gruppo Wagner includono: supporto tattico in contesti di guerra, attività di intelligence, protezione personale per funzionari governativi, sicurezza per infrastrutture critiche, attività di propaganda e disinformazione online.

La vasta gamma di servizi offerti dal Gruppo Wagner lo rendono un efficace strumento per il governo russo, attraverso il quale può operare in contesti stranieri pur mantenendo la cosiddetta “plausible deniability”, ovvero la facoltà di dichiararsi estraneo, o in buona fede, a situazioni illecite che si potrebbero verificare nel corso dell’operato.

Analisi politica

L’utilizzo del Gruppo Wagner da parte della Federazione Russa si inserisce nel più ampio complesso della guerra ibrida condotta da quest’ultima, in particolare per contrastare la sfera di influenza degli Stati Uniti d’America. Ci sono molti fatti che suggeriscono che il gruppo sia strettamente legato al governo russo, a partire dalle strette relazioni tra Dmitij Utkin e Evenij Prigozhin con il Presidente Vladimir Putin. Inoltre, è noto che il gruppo si appoggia spesso all’infrastruttura militare statale; per quanto riguarda i mezzi di trasporto, in occasione dello spostamento in Venezuela per l’assistenza al Presidente Nicolás Maduro, sono giunti a bordo di aerei dell’aeronautica russa (Ilyushin Il-62M e Antonov An-124-9). È altresì noto, come evidenziato nel paragrafo precedente, che la base di addestramento del gruppo si trova nei pressi di una divisione del GRU.

Sul piano legale, è espressamente stabilito che tutte le questioni relative alla difesa e alla sicurezza del Paese debbano essere limitatamente gestite dall’apparato statale, rendendo di fatto illegale la creazione delle compagnie militari private. Tuttavia, il sistema legislativo russo presenta delle importanti lacune in merito alla questione in esame. Infatti, l’articolo 13 comma 5 della Costituzione russa vieta la creazione di unità armate, e il mercenarismo è considerato illegale dall’articolo 359 del Codice penale russo del 1996, tuttavia, aziende private di grandi dimensioni possono assumere personale armato per scopi di protezione (Marten, 2019). L’attuale status illegale delle PMC in Russia fa presumere che sia funzionale al mantenimento di un raggio di azione e di una libertà di manovra più ampi per lo Stato nel loro utilizzo (Rondeaux, 2019).

Grazie alla generale condizione di opacità circa le attività e lo status giuridico del Gruppo Wagner, esso ricopre un ruolo chiave nell'esecuzione degli obiettivi politici di Mosca e nella promozione degli interessi di sicurezza nazionale russa in tutto il mondo, con il vantaggio di evitare le ripercussioni diplomatiche che potrebbero derivare da un intervento diretto delle forze armate statali.

Un ulteriore motivo per cui il ricorso alle PMC è vantaggioso per la Russia risiede nell’influenza dell’opinione pubblica sul coinvolgimento russo in conflitti all’estero. A questo proposito, secondo un sondaggio del 2015, oltre il 50% degli intervistati approvava l’intervento russo in Siria, ma solamente il 19% era a favore del dispiegamento di soldati russi sul terreno. L’invio di truppe di PMC permette al Ministero della Difesa di non dover includere nei rapporti ufficiali le perdite registrate tra le fila delle PMC, poiché esse non sono riconosciute legalmente e i loro dipendenti non sono soldati delle forze armate regolari.

Conclusioni

L’analisi ha illustrato quali sono state le modalità di sviluppo e di impiego del Gruppo Wagner da parte della Federazione Russa, evidenziando gli aspetti controversi della questione. Nonostante il vantaggio intrinseco della strategia che permette allo Stato di dichiararsi estraneo ad eventuali fatti illeciti verificatisi in seguito ad azioni della PMC, l’esponenziale avanzamento tecnologico permette di rendere meno opache le attività del gruppo e i suoi legami – sempre più evidenti – con il Governo russo. In questo senso risulta necessario, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici, rompere la rete di segretezza attorno all’operato in contesti di guerra, e fornire controprove che rendano meno efficienti le campagne di disinformazione portate avanti dal Gruppo Wagner per conto del Governo russo.

Un altro punto da mettere in evidenza è quello relativo agli interrogativi che solleva l’uso dei “mercenari” nei teatri di guerra attuali, e, più in generale, sulle trasformazioni che stanno subendo le categorie di guerra e degli attori che la conducono. In particolare, si fa riferimento al fatto che le PMC operano al di fuori della tradizionale catena di comando militare, e le loro azioni non sono soggette alle stesse regole e normative delle forze armate regolari. Questo può avere ripercussioni negative come, ad esempio, violazioni del diritto internazionale, tra cui abusi dei diritti umani e crimini di guerra, e la conseguente responsabilità giuridica derivante dagli stessi.

Rimane pertanto fondamentale investire ulteriori risorse ed energie nel monitoraggio e nello studio del ricorso alle PMC da parte degli Stati, poiché vige la necessità di rendere meno opaca la natura delle compagnie, ma soprattutto quella di implementare efficaci strumenti giuridici che permettano di definire con chiarezza la responsabilità del personale che commetta eventuali illeciti.

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Confirmed by other independent sources; logical in itself; coherent with other information on the topic

2

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Not confirmed; logical in itself; coherent with other information on the topic

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