Alla fine del mese di aprile di quest’anno, il Presidente turco Erdogan ed il Primo Ministro iracheno Al Sudani hanno sovrainteso la firma di un accordo tra Turchia, Iraq, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. L'accordo, centrato sul progetto Development Road (DRP), ha lo scopo di unire le forze dei quattro paesi per promuovere lo sviluppo infrastrutturale ed economico in tutta la regione.
Durante la conferenza stampa congiunta con Al Sudani, Erdogan ha sottolineato l'importanza cruciale di questo accordo, confermando la presenza di tale opera all’interno di una tabella di marcia per la cooperazione regionale. Il progetto combina strade e ferrovie su oltre mille chilometri e ha l’obiettivo di trasformare l’Iraq in un hub di transito tra Asia ed Europa, facilitando il commercio e il trasporto di merci.
La Development Road si snoderà tra le principali città del paese, da Diwaniyah a Mosul, toccando Najaf, Karbala, Bassora e Baghdad. Questo percorso, destinato a diventare il cuore pulsante del commercio e del trasporto nella regione, si propone di collegare l'Iraq alla Turchia e, da lì, all'Europa, aprendo la strada verso nuove opportunità di sviluppo e prosperità economica.
I vantaggi strategici della Development Road
Uno dei principali vantaggi del progetto è il collegamento diretto tra il porto iracheno di Grand Faw, ricco di risorse petrolifere, e la Turchia. Questa connessione promette di ravvivare i flussi commerciali: i dati ufficiali della Turchia mostrano come le esportazioni turche verso l’Iraq hanno registrato un aumento del 24,5%, mentre le importazioni sono diminuite del 46,2%, segnalando una tendenza di crescita e un maggiore equilibrio nella bilancia commerciale tra i due Paesi, che potrebbe essere migliorata con tale infrastruttura.
Inoltre, in caso di successo, la Development Road migliorerebbe lo status geopolitico dell’Iraq come corridoio commerciale e offrirebbe ritorni finanziari e opportunità di lavoro che ridurrebbero la dipendenza dello Stato dagli idrocarburi e dall’offerta di lavoro nel settore pubblico. In tal senso, il progetto è anche un tentativo di introdurre un nuovo modello di sviluppo che potrebbe stabilizzare politicamente il Paese e mitigare le conseguenze dannose dell’economia rentier.
Alcuni funzionari iracheni sostengono che il progetto possa migliorare il commercio tra Asia ed Europa, riducendo il tempo di trasporto delle merci da Shangai a Rotterdam da 33 a 15 giorni. In questo modo, l’Iraq avrebbe la possibilità di diventare uno snodo fondamentale per il commercio internazionale e lo stimolo alla sua economia dovrebbe creare nuovi posti di lavoro e nuove fonti di reddito. Per di più, secondo lo studio di fattibilità della Development Road, attuato dalla società italiana Progetti Europa e Global (PEG), pare che la Development Road non sia un'alternativa al Canale di Suez ma un modo per defluire parte del commercio internazionale nella regione del Medio Oriente.
Le difficoltà di realizzazione della Development Road
L'attuazione della Development Road in Iraq, sebbene promettente, è minacciata da una serie di ostacoli che mettono in dubbio il suo successo futuro. Tra i principali problemi, spiccano l'inefficienza e la corruzione diffusa all'interno delle istituzioni governative irachene, che non solo ostacolano la realizzazione dei grandi progetti nel Paese, ma deviano anche fondi necessari per il finanziamento. L'insicurezza e l'instabilità politica, inoltre, rappresentano una minaccia costante, che potrebbe compromettere sia la realizzazione del progetto che l’attrattiva per gli investitori ed i clienti.
Il panorama geopolitico presenta ulteriori sfide a causa della concorrenza geoeconomica e geopolitica sui progetti infrastrutturali e commerciali a livello regionale, come dimostrato dall’opposizione di alcuni stati alla costruzione. Tra i progetti più noti spiccano l’iniziativa cinese Belt and Road, che ormai da anni è al centro delle dinamiche commerciali verso oriente, ed il progetto europeo dell’IMEC, India-Middle East-Europe Economic Corridor, ossia un’infrastruttura multinazionale di collegamento tra India, Medio Oriente ed Europa, il cui Memorandum d’intesa è stato rettificato in occasione del G20 di New Delhi (settembre 2023). Tuttavia, la competizione è alimentata anche dallo stadio di avanzamento del DRP molto più avanzato rispetto all’IMEC, il quale ha subito una battuta d’arresto a causa della guerra a Gaza.
Infine, alcuni dubbi sono stati manifestati in merito alla capacità dell’Iraq di finanziare ed implementare un tale megaprogetto, soprattutto riprendendo la questione dell’elevata corruzione presente nel Paese, come anche confermato dal The Economist Democracy Index 2023.
Il fallimento della Development Road nel realizzare il suo potenziale potrebbe rafforzare l'immagine dell'Iraq come incapace di diversificare l'economia, rischiando conseguenze disastrose. Gli sforzi per trasformare i confini in aree di integrazione economica potrebbero, paradossalmente, alimentare nuovi conflitti, con la competizione per i benefici economici e la posizione strategica.
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L'Autore
Federica Luise
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