Diritto all'aborto: la conquista dell'Argentina e una breve panoramica del diritto all'interruzione di gravidanza nell'America del Sud

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  Redazione
  12 January 2021
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Il diritto all’aborto in Argentina: prima e dopo la legge del 2020

Prima di questa storica decisione, le donne argentine potevano ricorrere all’aborto solo se vi era un concreto e grave pericolo per la loro salute nel portare a termine la gravidanza, o se quest’ultima era il risultato di una violenza.

I dati raccolti finora segnalavano che a causa delle precedenti scelte politiche e legislative, nel Paese ogni anno ben 38 mila donne venivano ricoverate in ospedale per gravi complicanze derivanti da aborti clandestini, i quali si aggiravano tra i 400 e i 500 mila all’anno.

Ora invece, la gestante potrà ricorrere all’interruzione di gravidanza purché entro la quattordicesima settimana dal concepimento. Dopo tale termine, l’aborto sarà possibile solo in caso di pericolo per la vita della madre o in caso il feto sia frutto di stupro.

Considerate capaci di richiedere di tale misura sono anche le ragazze dagli anni 16 in poi, mentre nel caso di infraquattordicenni l’operazione potrà essere praticata dietro il consenso di almeno uno dei genitori della minorenne salvo che l’aborto possa compromettere la vita o la salute della ragazza.

Importante la previsione che vincola la struttura, alla quale viene rivolta la richiesta di provvedere alla procedura non oltre dieci giorni dal pervenire della domanda, sia che si tratti di una struttura sanitaria pubblica sia che si tratti di una privata.

Inoltre, l’articolo 11 della predetta legge impone al personale sanitario di fornire un trattamento dignitoso nonché garantire la privacy delle proprie pazienti, rispettandone la volontà.

Qualunque pubblico ufficiale o operatore sanitario che si rifiutasse, ostruisse, ritardasse la prestazione verrà punito secondo la legge penale e gli sarà impedito di esercitare la propria professione.

Vieppiù, il disegno di legge che ha ormai trovato approvazione prevede l’implementazione delle risorse statali impiegate nell’educazione sessuale indirizzata ai giovani, compiendo quindi un passo avanti verso decisioni più libere e consapevoli delle donne riguardo al proprio corpo oltre che una ulteriore responsabilizzazione degli uomini in tale ambito.

La legalizzazione dell’aborto: l’espressione di quali diritti?

L’istituto Nazionale Argentino contro la discriminazione, la xenofobia e il razzismo ha fin da subito espresso il suo appoggio al progetto riguardante la legge di regolazione all’accesso di interruzione volontaria della gravidanza.

L’organismo, infatti, il quale si batte per la valorizzazione della diversità e per la parità di opportunità al fine di garantire il pieno esercizio dei diritti fondamentali, ha posto l’accento su cinque aspetti principali del disegno di legge ora divenuto a tutti gli effetti legge vincolante e che si traducono in una implementazione dei diritti fondamentali della persona.

Innanzitutto, rendere legale e gratuito il ricorso all’aborto implica la parità di accesso al sistema sanitario a tutti i livelli, eliminando le discriminazioni derivanti dalla diversa disponibilità economica dei soggetti coinvolti e della loro estrazione sociale.

La scelta di continuare o meno una gravidanza è poi un esercizio di libertà, libertà che uno Stato deve riconoscere, rispettandone il senso che la persona che prende la decisione conferisce all’aborto stesso, senza pregiudizi od ostacoli.

Il libero e gratuito accesso all’aborto fa parte inoltre dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne ed è esercizio di un diritto di autonomia di queste ultime sul proprio corpo.

Le restrizioni basate su criteri morali e religiosi negano di per sé la diversità religiosa, culturale, di visioni e di credenze che esistono all’interno di Paese, le quali invece sono riconosciute e rafforzate dalla nuova normativa entrata in vigore, rendendo l’Argentina un Paese più aperto alle minoranze.

Ancora, il progetto così come è stato concepito e successivamente approvato risulta conforme a quanto previsto dagli accordi internazionali in materia di diritti umani, garantendo il diritto alla vita, alla salute e alla privacy.

Infine, il testo legislativo è connotato da una terminologia fortemente inclusiva delle identità di genere. Ad esempio, già all’articolo uno la normativa parla di “tutte le donne o le altre identità con capacità di gestazione”, dando un forte esempio di rottura delle barriere terminologiche classiche in materia di genere sessuale.

Il diritto all’aborto in America Latina: breve panoramica

L’Argentina con la sua decisione ha sicuramente determinato un cambio di rotta nel panorama del diritto alla salute delle donne dell’America Latina.

Si registra infatti che ad oggi circa tre quarti degli aborti praticati nel subcontinente siano non sicuri.

Questa condizione deriva certamente dalla impossibilità della maggioranza delle donne di questa area ad accedere legalmente all’interruzione della gravidanza.

Il Centro per i diritti alla riproduzione riporta come Panama, Venezuela, Brasile, Paraguay e Cile prevedano l’accesso all’aborto solo ove la gestazione costituisca un pericolo per l’incolumità della donna, così come ben altri 34 Paesi nel mondo.

Peggiore invece è la situazione per le donne di Honduras, El Salvador, Suriname, Haiti e Repubblica Dominicana, dove l’aborto è sempre vietato e punito penalmente, anche ove la loro vita sia a rischio a causa della gravidanza. Circa 90 milioni di donne in tutto il mondo sono sottoposte a questa rigida legislazione.

Di poco più miti sono le previsioni legislative di Costa Rica, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia che permettono di procedere all’interruzione della gravidanza non solo in caso di pericolo di vita ma anche in generale della salute della gestante.

L’Argentina va quindi ad aggiungersi ai Paesi dell’America Latina più virtuosi quali Guyana, Guyana Francese, Uruguay, Cuba e Puerto Rico che, seppur in minoranza, permettono legalmente di interrompere la gravidanza a chi ne faccia richiesta purché entro determinati limiti temporali individuati dalle singole legislazioni.

Conclusioni

Volendo quindi trarre delle conclusioni, è innegabile che la scelta legislativa presa a fine 2020 comporti un miglioramento delle condizioni delle donne argentine, ma perché questo sia effettivo si dovrà attendere ancora del tempo, verificando che l’accesso all’aborto non trovi ostacolo nel rifiuto degli obiettori di coscienza a procedere all'interruzione della gravidanza, così come sperimentato dall’Italia negli ultimi anni (ne avevamo parlato qui), rendendo di fatto la nuova legge un mero contenitore vuoto.

Link consultati per la stesura del presente articolo:

https://reproductiverights.org/worldabortionlaws

https://www.who.int/health-topics/abortion#tab=tab_1

https://www.who.int/images/default-source/infographics/abortion/infographic-distribution-abortions.jpg?sfvrsn=25816e94_2

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2020/12/argentina-legalization-abortion-historic-victory/

https://www.bbc.com/mundo/noticias-america-latina-55482291

https://www.agi.it/estero/news/2020-12-30/argentina-aborto-legale-fernandez-10862146/

https://www.corriere.it/esteri/20_dicembre_30/argentina-legalizzato-l-aborto-si-senato-12-ore-discussione-119d8a6e-4a7b-11eb-bb9d-71fd23fa6a98.shtml

https://www.argentina.gob.ar/noticias/inadi/legalizar-el-aborto-tambien-es-luchar-contra-la-discriminacion

https://unsplash.com/it/foto/a...

A cura di Giorgia Corvasce

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