Il diritto di asilo

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  Alessia Cominotti
  04 December 2022
  4 minutes, 16 seconds

Il diritto di asilo è una nozione giuridica in base alla quale una persona perseguitata nel paese di origine può cercare protezione in un paese straniero. Fonda le sue radici nella tradizione occidentale,nonostante le prime tracce siano riconducibili addirittura agli antichi Egizi,Greci e Romani. Plutarco infatti,celebre filosofo e sacerdote della Grecia antica, riporta nei suoi scritti i primi esempi di diritto di asilo a Roma: “quando la città ebbe il suo primo insediamento,costruirono un luogo sacro per accogliere fuggitivi sotto la protezione del dio Asilo” riporta. Questo diritto,che venne ripreso successivamente anche dalla chiesa cristiana, fu riconosciuto per la prima volta in epoca moderna dalla Francia: venne introdotto con la Costituzione del 1958 (rinviando bensì alla costituzione del 1946). Per tutto il Novecento infatti gli oppositori degli assolutismi monarchici trovavano protezione nello stato francese grazie all’applicazione della dottrina Mitterand,preferendo cercare asilo in Francia piuttosto che in tutti gli altri stati parte del Patto di Varsavia. Attualmente quello di “rifugiato” è uno status riconosciuto dal diritto internazionale ed in particolar modo dalla Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati. Rifugiato è per l’articolo 1 della convenzione chiunque si trovi fuori dal proprio paese e non possa tornarvi per timore di subire trattamenti degradanti o violenti. I governi si impegnano a livello statale a riconoscere e proteggere tale status grazie alla firma degli accordi. Il diritto di asilo è garantito dall’articolo 18 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. L’articolo vieta espulsioni collettive e protegge gli individui dall’allontanamento,espulsione o estradizione verso uno stato in cui esiste un grave rischio di pena di morte,tortura o trattamenti disumani. Gli Stati membri dell’UE hanno concordato una politica comune in materia di asilo, prevedendo procedure eque ed efficaci in tutta l’Unione. Il sistema europeo di asilo è composto da diversi atti legislativi : il “regolamento di Dublino” che determina lo stato membro competente per l’esame di una domanda di asilo,una direttiva sulle procedure di asilo,una direttiva sulle condizioni di accoglienza che stabilisce norme comuni per le condizioni di vita dei richiedenti asilo e garantisce loro accesso a un alloggio,vitto e assistenza sanitaria ed infine una direttiva sulle qualifiche che stabilisce chi può essere considerato rifugiato. Parlando del caso italiano,il diritto di asilo è garantito dall'articolo 10 comma 3 della Costituzione. Tale disposizione costituzionale si tradurrebbe non in un diritto di soggiorno stabile di un richiedente asilo nello Stato,bensì in una protezione e tutela durante il procedimento di acquisizione dello status di rifugiato . Al termine di tale procedimento,il diritto di asilo verrebbe ad estinguersi per una mancata risoluzione o per assorbimento di una forma di protezione più ampia e completa. La valutazione delle esigenze di protezione internazionale dei richiedenti asilo oggi è demandata in via amministrativa alle Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale,autorità amministrative istituite presso le prefetture dei capoluoghi di provincia. Tali Commissioni possono riconoscere lo status di rifugiato,di protezione sussidiaria,respingere la domanda o dichiararne l’infondatezza. Per i richiedenti asilo la pandemia COVID-19 ha avuto un impatto significativo,peggiorando le condizioni di chi era già sul territorio europeo e diminuendo le richieste di riconoscimento dello status. I sistemi nazionali di asilo continuano ad avere delle grandi lacune e la diminuzione delle richieste di asilo è riconducibile ad illegittime procedure di frontiera. Le statistiche evidenziano come i respingimenti siano diventati uno strumento di controllo dei flussi di richiedenti asilo nel paese: nel 2020 circa 25.600 persone sono state respinte dall’Ungheria, 18.400 dalla Croazia, 15mila dalla Bulgaria e 13.400 dalla Romania. Invece di creare un sistema organizzato per fornire canali sicuri alle persone per cercare protezione in Europa,i leader europei sono spesso ricorsi a negoziati con i governi che violano i diritti umani per impedire a queste persone di uscire dal loro paese. Tra questi accordi troviamo l'approccio hotspot : presentato alla metà del 2015 come principale risposta unionale all’alto numero di richiedenti asilo. La prassi voleva che si applicassero maggiori controlli sui richiedenti asilo distribuendoli in stati membri dell’Unione Europea in attesa del riconoscimento dello status. Dopo poco tempo dalla sua introduzione,l’accordo mostra le sue lacune,specialmente nel caso italiano: l’imposizione di tale approccio ha portato ad un drastico aumento delle persone che chiedono asilo in Italia,mettendo a dura prova la capacità delle autorità di assistere in modo adeguato i nuovi arrivati. Una ricerca di Amnesty International ha evidenziato come alcune autorità italiane si siano infatti spinte fino al limite dei diritti umani,utilizzando il ricorso alla forza oltre che a trattamenti crudeli o disumani. Amnesty ritiene che il controllo di questo flusso inarrestabile possa essere esercitato attraverso l’apertura di canali sicuri e regolari che forniscano alle persone a rischio di gravi violazioni di diritti umani la possibilità di trovare un luogo sicuro che non metta in pericolo le loro vite.

le fonti impiegate per la stesura della presente pubblicazione sono liberamente consultabili:

https://www.centroastalli.it/diritto-di-asilo-in-europa-violazioni-e-gravi-lacune-di-efficienza-e-qualita/

https://www.amnesty.it/appelli/italia-non-neghi-diritto-asilo/

https://www.europarl.europa.eu/about-parliament/it/democracy-and-human-rights/fundamental-rights-in-the-eu/guaranteeing-the-right-to-asylum

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Alessia Cominotti

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Diritti Umani

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Diritto di asilo aiuti umanitari rifugiati