La crisi del grano nell'Europa dell'Est: un ostacolo politico ed economico

Eccesso di grano e prezzi in caduta libera scatenano proteste e tensioni tra i Paesi dell'Europa dell'Est e l’Ucraina

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  Riccardo Carboni
  12 June 2023
  3 minutes, 36 seconds

L'Europa si trova di fronte a una nuova crisi del grano, ma questa volta la situazione è completamente diversa rispetto all'anno scorso: mentre in passato l'Ucraina aveva difficoltà nell'esportare il suo grano, adesso sono alcuni Paesi dell'Europa dell'Est a rifiutarsi di importarlo. La ragione principale di questo rifiuto è data dalle eccessive quantità di grano presenti in questi Paesi, che stanno portando a un crollo vertiginoso dei prezzi. Tale situazione ha provocato le proteste di agricoltori e piccoli imprenditori in diversi Paesi, tra cui la Polonia e la Bulgaria.

È però necessario fare un piccolo passo indietro al momento della decisione della Polonia di vietare l'ingresso dei prodotti agricoli ucraini nel Paese, seguita di lì a poco dal governo ungherese che ha annunciato una misura simile. Queste decisioni hanno poi avuto un effetto domino e anche la Bulgaria sta prendendo in considerazione restrizioni simili. Tuttavia, la Commissione europea non ha accolto positivamente queste iniziative unilaterali e ha sottolineando la necessità di coordinare le decisioni all'interno dell'Unione Europea.

Una delle ragioni chiave per cui il grano ucraino viene esportato principalmente verso l'Europa dell'Est è legata al conflitto in Ucraina e all'incertezza dell'accordo tra Kiev e Mosca sull'export di grano dal Mar Nero. Queste circostanze hanno reso difficile l'accesso del grano ucraino ai mercati africani e mediorientali. Inoltre, a causa della carenza di mezzi di trasporto, il grano fatica ad uscire dall’est europeo, portando a un eccesso di offerta del prodotto stesso in questi Paesi con conseguente diminuzione dei prezzi.

La crisi del grano ha scatenato proteste in diversi Paesi, tra cui la Polonia, dove i prezzi sono diminuiti drasticamente. Questa situazione ha messo sotto pressione il governo polacco sino alle dimissioni del ministro dell'Agricoltura Henryk Kowalczyk. Le proteste hanno coinvolto anche altri Paesi dell'Europa dell'Est costringendo gli stessi all’attuazione di un divieto d'importazione di grano dall'Ucraina per proteggere gli interessi degli agricoltori locali.

La Commissione europea ha proposto un fondo di compensazione di 56 milioni di euro per gli agricoltori dell'UE colpiti dall'eccesso di grano, ma per i Paesi dell'Europa dell'Est questo non è abbastanza. Viene infatti richiesta una redistribuzione obbligatoria del grano all'interno dell'Unione Europea per ridurre l'eccesso di offerta in alcuni Paesi e ristabilizzarne il mercato. Lo scenario del grano si aggiunge ad altre tensioni tra l'Unione Europea e i Paesi dell'Europa dell'Est, come la questione del meccanismo di condizionalità dello Stato di diritto che ha portato alla sospensione dei fondi europei per l'Ungheria e la Polonia.

Coinvolgendo gli interessi economici degli agricoltori locali, le preoccupazioni per la sicurezza alimentare e le dinamiche geopolitiche regionali, la crisi del grano è diventata una questione politica più che complessa. Gli agricoltori europei si dividono tra chi chiede protezione dai prezzi bassi del grano importato, in contrapposizione a chi sottolinea l'importanza di mantenere il commercio aperto e l'accesso a mercati esterni.

La Commissione europea sta cercando di mediare tra i diversi interessi per trovare una soluzione che soddisfi tutte le parti coinvolte, seppur la polarizzazione interna all’Unione rende difficile raggiungere un consenso.

Nel frattempo, l'Ucraina mira a diversificare i propri mercati di esportazione del grano, cercando opportunità in altri Paesi, come Cina, India e Medio Oriente e, attraverso il rafforzamento delle proprie infrastrutture di trasporto, di agevolare l'export del grano verso mercati più lontani.

Questo nuovo ostacolo alla stabilità del fianco est europeo evidenzia la complessità delle relazioni economiche e politiche tra l'Unione Europea in sé e i Paesi dell'Europa dell'Est. La questione del grano si intreccia con altre sfide, come la dipendenza energetica dalla Russia, le questioni legate alla sicurezza e le preoccupazioni per i diritti umani e lo stato di diritto, rendendo la risoluzione di queste tensioni e la ricerca di un equilibrio tra gli interessi nazionali e quelli dell'intera Unione Europea un ostacolo sempre più difficile da superare.

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Fonti consultate per il presente articolo:

https://www.ilfoglio.it/esteri/2023/06/07/news/la-russia-e-come-la-peste-ci-dice-il-viceministro-ucraino-kachka-5352428/

https://www.eunews.it/2023/06/06/restrizioni-importazioni-agroalimentare/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/04/17/grano-dallucraina-stop-allimportazione-da-polonia-ungheria-e-slovacchia-il-braccio-di-ferro-con-leuropa-per-difendere-il-mercato-interno/7132828/

https://www.rainews.it/articoli/2023/04/lue-contro-polonia-e-ungheria-sullo-stop-allimportazione-del-grano-ucraino-b40b52f0-6238-4e3c-aa1a-cb3677a3f545.html

Fonte immagine:

https://unsplash.com/photos/joOVC9d-jis

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L'Autore

Riccardo Carboni

Classe 1999, laureato in Scienze internazionali e Diplomatiche presso l’Università di Bologna e da sempre appassionato di affari internazionali. Studente all’ultimo anno di Master in International Relations presso la LUISS, ha approfondito tematiche riguardanti la sicurezza internazionale seguendo forum e partecipando a programmi di pianificazione militari secondo la dottrina NATO. Autore all’interno di Mondo Internazionale per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali”.

Born in 1999, he holds a bachelor’s degree in International and Diplomatic Sciences from the University of Bologna and have always been passionate about international affairs. Currently a final-year student in the Master's degree program in International Relations at LUISS, he has delved into issues related to international security by following forums and participating in military planning programs based on NATO doctrine. Author and contributor to Mondo Internazionale for the "International Organisations” section.

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