Riscaldamento globale: un clima innaturale

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  Francesca Alfonzi
  23 March 2023
  4 minutes, 21 seconds

Non sono necessari grafici o report scientifici per notare come il clima sia cambiato nell’ultimo decennio, soprattutto negli ultimi anni. Infatti, il cambiamento climatico non è più semplicemente un fenomeno di cui si legge nei titoli di giornale o nelle testate dei siti web, è ormai una realtà tangibile che ognuno può percepire nella propria quotidianità ed è sostanzialmente impossibile da negare. Basti pensare che lo scorso anno il riscaldamento globale ha provocato un numero altissimo di catastrofi ambientali (cifra superiore alla media del XXI secolo) e che uno dei temi più discussi negli ultimi mesi sono state le temperature innaturali registrate a cavallo tra il 2022 e il 2023.

Spesso molte persone sono arrivate - erroneamente - a sostenere che il riscaldamento globale fosse un fenomeno inesistente, basando questa supposizione su dati come temperature particolarmente rigide o frequenti precipitazioni intense. Per comprendere l’erroneità di questa ipotesi una prima precisazione da fare riguarda sicuramente la distinzione tra il concetto di ‘clima’ e quello di ‘meteo’: questi due termini sono spesso confusi l’uno con l’altro, non sono però la stessa cosa ed hanno diversi campi di studio (rispettivamente, climatologia e meteorologia) così come esperti differenti. Infatti, nel caso inizialmente citato l'imprecisione sta nell’associare il riscaldamento globale a quelle che di base sono previsioni metereologiche: invero, il cambiamento climatico è collegato al ‘clima’ e non al ‘meteo’. Quello che hanno in comune è certamente che entrambi studiano fenomeni atmosferici ma, mentre il termine ‘clima’ sta ad indicare una condizione di equilibrio di parametri atmosferici come temperatura, umidità o precipitazioni (e parametri come la biosfera, la criosfera, ecc.) che abbraccia uno span temporale di periodi pluridecennali; con il termine ‘meteo’ si intendono le condizioni meteorologiche che viviamo quotidianamente, quindi eventi limitati e destinati ad esaurirsi in tempi ridotti (temperatura dell’aria, umidità, velocità del vento, ecc.). Quindi, eventuali ondate di freddo rigido o di forti piogge sono semplicemente fenomeni meteorologici (causati da determinati circoli di correnti d’aria) e non hanno a che vedere con il riscaldamento globale, che è invece legato al clima e i cui effetti, come lo scioglimento dei ghiacciai al Polo Nord, non sono smentiti da eventuali periodi di temperature rigide.

Nel corso del 2022 il cambiamento climatico ha causato, oltre che un gran numero di catastrofi ambientali (circa il 4% in più rispetto alla media del XXI secolo), anche un mutamento non indifferente delle temperature: è stato questo infatti uno dei temi più trattati e discussi degli ultimi mesi. Lo scorso anno è considerato il quinto più caldo a livello globale, mentre l’estate come la più calda di sempre in Europa (superando addirittura quella del 2021). Sempre il 2022 è stato registrato per il nostro paese come l’anno più caldo dal 1800, conferma Bernardo Gozzini, direttore del LaMMA-Cnr, Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale. Secondo gli studiosi, si stima un aumento di circa 5° rispetto alla media italiana ed è per questo che ad ottobre si registravano temperature estremamente innaturali di oltre 30° in Sicilia e in Sardegna. La causa di questo ripido aumento è riconducibile al cambiamento climatico: si sostiene infatti che il consumo di combustibili fossili abbia rilasciato una grande concentrazione di gas a effetto serra, i quali, a loro volta, hanno contribuito significativamente ad un aumento delle temperature. A questo si è aggiunta una scarsità delle precipitazioni che ha causato siccità in tutta Europa, soprattutto nella zona meridionale e centrale del continente. Questo ovviamente ha avuto un forte impatto sui vari paesi e sulle loro popolazioni, nello specifico nelle attività legate al settore primario, quali l’agricoltura o la gestione delle risorse energetiche. Tra le altre conseguenze sono sicuramente da citare un incentivazione allo scoppio di incendi e decreti di razionamento dell’acqua in almeno sei regioni italiane, con annessa dichiarazione di stato di emergenza.

Questo indubbiamente è solo uno dei tanti aspetti del cambiamento climatico ma è certamente tra i più tangibili e che hanno un effetto concreto e estremamente visibile sulla nostra quotidianità. I dati sono preoccupanti poiché, così come spiega Paola Mercogliano (climatologa del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici), ‘fenomeni che magari vedevamo una volta ogni 70 anni ora si verificano ogni 10 o 15 anni’, motivo per cui è dovere di noi tutti, e non solo di esperti e studiosi, mobilitarsi per contrastare il più possibile questo trend in crescita.



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Immagine: https://unsplash.com/photos/ycW4YxhrWHM

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L'Autore

Francesca Alfonzi

Laureata nel 2021 in International Relations and Diplomatic Affairs presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna; al primo anno di Magistrale in Relazioni Internazionali presso l'Università Sapienza di Roma.

Autrice per l'area tematica 'Diritti Umani'

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