Framing The World, Edizione XCIII

Le principali notizie dal mondo

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  Redazione
  10 ottobre 2022
  18 minuti, 43 secondi

Framing The World, Edizione XCIII

In questo numero di Framing The World ci occupiamo di

Tutto questo e molto altro nel 93° numero di Framing the World!

DIRITTI UMANI

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

AFRICA SUB SAHARIANA

AMERICA DEL NORD

AMERICA LATINA

ASIA ED ESTREMO ORIENTE

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

EUROPA ORIENTALE E RUSSIA

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE


DIRITTI UMANI 

Iran, le proteste arrivano anche nelle scuole superiori. Con la morte, il 16 settembre scorso, di Masha Amini, le proteste avevano raggiunto molte università oltre alle manifestazioni messe in atto nelle strade. A queste, lunedì, si sono aggiunte le studentesse delle scuole superiori che hanno manifestato togliendosi e sventolando il velo mentre cantavano cori contro il regime teocratico. In diverse città le studentesse hanno strappato e calpestato le immagini di Khamenei, guida suprema e figura più importante a livello politico e religioso in Iran. Tutto questo non è avvenuto solo all’interno delle scuole e delle università in quanto decine di manifestanti hanno bloccato il traffico a Shiraz, città a circa 660 chilometri da Teheran.

Italia, al via il progetto “Vivere meglio”. In Italia sono circa sei milioni le persone che soffrono di disturbi depressivi o ansiosi, ma a partire dal 1 ottobre l’accesso alle terapie psicologiche sarà più facile per circa 10 mila persone. Grazie all’iniziativa dell’Ente di previdenza e assistenza per gli psicologi, i pazienti dopo aver effettuato un test scientificamente validato potranno intraprendere un percorso di consulenza terapeutica interamente gratuito costituito da 10 a massimo 14 incontri. Il progetto nasce per contribuire nella ricerca di risposte verso questi disturbi che non sempre vengono trattati nei servizi pubblici e la cui risoluzione prevede costi non accessibili a tutti.

Chiara Giovannoni

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Wall Street, allarme rosso. Con il terzo trimestre che, come i due precedenti, si chiude in rosso, i listini americani hanno registrato la peggior serie di trimestri negativi dal crollo del 2008. Grazie ad settembre terribile (-12%, il peggiore in 20 anni), e affondato da Apple (che prospetta un calo della domanda) e Nike (che lamenta un inventario eccessivo), l’S&P500 chiude il trimestre a -5.3% e dall’inizio dell’anno scende del 25%, il terzo peggior risultato dal 1931. Inoltre, questo è stato il primo trimestre dal 1938 in cui l’indice ha chiuso in negativo dopo essere stato in rialzo di oltre il 10%. Allarmante è infine anche il valore della capitalizzazione persa, oltre $36 trilioni, e la velocità con cui essa è andata in fumo, visto che è pari a quanto le borse avevano guadagnato tra il maggio 2020 e l’inizio del 2022.

Borse, ancora in calo. Dopo aver iniziato la settimana e il mese con rialzo consistenti, Wall Street ha virato in negativo sulla scia dei dati del mercato del lavoro. Ancora una volta, infatti, una buona notizia viene accolta dagli investitori come una cattiva: la creazione di 263.000 posti di lavoro a settembre, oltre le previsioni che ne stimavano 250.000, e il calo della disoccupazione dal 3.7% al 3.5%, in attesa dei dati sull’inflazione pubblicati mercoledì e giovedì, sembrano lasciare il campo libero alla Federal Reserve per alzare ancora i tassi senza timori di “rompere” l’economia. Particolarmente pesante la reazione dei mercati a questi dati, con l’S&P500 a -2.8% e il Nasdaq a -3.8%.

Europa, l’inflazione accelera. I dati sull’inflazione nell’Eurozona mostrano due andamenti contrastanti. Da un lato paesi come Spagna e Francia hanno registrato dei cali consistenti, essendo passati rispettivamente dal +10.5% e +6.6% di agosto al +9.3% e +6.2% dello scorso mese, contro le attese degli economisti; dall’altro paesi come Germania e Paesi Bassi, principalmente per la loro maggiore esposizione ai rincari del gas naturale, hanno invece subito tassi rispettivamente del 10% e del 17.1%, dati condizionati dai prodotti energetici (+43.9% in Germania, +114% nei Paesi Bassi). Nel suo complesso, l’eurozona registra per la prima volta nella serie storica un’inflazione del 10%, battendo per il quinto mese consecutivo le previsioni degli economisti e rendendo quasi scontato un ulteriore rialzo di 75 punti base nei tassi d’interesse praticati dalla BCE.

Petrolio, tagli alla produzione. Dopo giorni di indiscrezioni, il meeting dell’OPEC+ di mercoledì scorso ha tagliato la produzione di greggio dei paesi del cartello di 2 milioni di barili al giorno per prevenire la debolezza del mercato che si prospetta causa il probabile rallentamento economico mondiale, una decisione voluta da Arabia Saudita e altri paesi del Golfo appena due mesi e mezzo dopo l’incontro Biden-bin Salman da cui il presidente aveva ottenuto un aumento delle estrazioni. Vista l’attuale incapacità di diversi paesi OPEC, soprattutto in Africa, di raggiungere le quote assegnate, il taglio effettivo è nell’ordine dei 7-800.000 barili giornalieri, ma è significativo che la misura sia stata decisa con il Brent quotato sui $90, livello relativamente elevato, e soprattutto, con la presenza a Vienna del vice premier russo Novak, cosa che fa lamentare la Casa Bianca di un allineamento dell’OPEC alle posizioni russe.

Twitter, la saga continua. Quando ormai mancavano pochi giorni all’inizio delle udienze in tribunale per dirimere la vicenda dell’acquisizione del social media da parte di Elon Musk e dopo mesi di accuse su bot e dati falsati, l’uomo più ricco al mondo ha spiazzato tutti e ha notificato alla società che avrebbe rispettato l’offerta del 14 aprile per $54.20 ad azione ed un valore di $44 miliardi. La notizia ha mandato le azioni, inizialmente sospese, in rialzo del 22% fino a quota $52, molto vicine al prezzo proposto da Musk e segnale dell’ottimismo in merito ad una conclusione positiva. L’offerta è però vincolata alla sospensione del processo, cosa a cui Twitter si era opposta ma che è poi stata ottenuta (fino al 28 ottobre), e all’ottenimento di circa $13 miliardi in vari finanziamenti estesi da diverse banche di Wall Street, una condizione non scontata vista la mutata situazione finanziaria rispetto alla scorsa primavera.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

Burkina Faso, colpo di stato. Ibrahim Traoré nuovo presidente. Era un volto sconosciuto, Ibrahim Traoré, prima che il 30 settembre scorso, acquisisse il potere in Burkina Faso con un colpo di stato militare, diventando così, ad appena 34 anni, il più giovane Capo di Stato del mondo. Il colpo di stato ha rovesciato il precedente governo del tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, che aveva egli stesso preso il potere nel gennaio 2022 con un golpe. Traoré, in quell’occasione, aveva sostenuto il colpo di stato di Damiba. Oggi invece, le grandi foto di Damiba appese nella capitale sono state sostituite con quelle del nuovo presidente in divisa militare. Il colpo di stato sembra principalmente motivato da un generale malcontento della popolazione, che ha infatti in gran parte osannato questo cambio di regime, e da parte dei militari, per la tragica situazione terroristica nel paese. Damiba infatti nei mesi del suo governo non è stato in grado di fronteggiare la minaccia jihadista che ha trascinato il paese in una vera e propria guerra. Al contrario gli attacchi contro civili e militari sono aumentati. Traoré,dopo aver chiesto diverse volte un cambio di strategia al suo predecessore, ha deciso, spinto anche dai suoi uomini, di prendere in mano il potere lui stesso. Infine, il colpo di Stato in Burkina Faso, si inserisce nella più ampia lotta per l’influenza tra Francia e Russia nell’Africa francofona, dove le ex colonie francesi si stanno rivolgendo sempre di più a Mosca.

(Andrea Ghilardi)

Etiopia, il governo accetta di partecipare ai negoziati con i ribelli del Tigrè. Addis Abeba ha annunciato di aver risposto favorevolmente all'invito dell'Unione Africana a partecipare a colloqui di pace con i ribelli della regione del Tigrè. Non sono stati specificarti né la data né il luogo dei negoziati, che , da quanto comunicato dal servizio di comunicazione del governo etiope, sarebbero però già stati decisi. Un tweet di un esponente vicino al primo ministro etiope ha tweettato “Il governo dell'Etiopia ha accettato questo invito, in linea con la nostra posizione di principio in merito alla risoluzione pacifica del conflitto e alla necessità di colloqui senza precondizioni”. Dopo una tregua di cinque mesi, che aveva spinto le parti verso dei negoziati di pace, il 24 agosto sono ripresi i combattimenti tra l'esercito federale etiope, sostenuto dalle forze delle regioni vicine e dalle truppe della confinante Eritrea, e i ribelli della regione autonomista del nord. Da molti osservatori il conflitto è visto come lo scontro fra il tentativo del premier Abiy di superare l'attuale federalismo etnico e le resistenze di un'etnia, appunto quella tigrina, che pur costituendo solo il circa 6% dei quasi 120 milioni di etiopi non si rassegna a un ridimensionamento dell'egemonia politico-economica che aveva esercitato sull'intera Etiopia per quasi tre decenni fino al 2018.

(Andrea Ghilardi)

Rwanda, raggiunto un accordo per 310 milioni di dollari con il FMI. Il Fondo Monetario Internazionale ha annunciato di aver raggiunto durante lo scorso venerdì un accordo con il Rwanda in merito ad un finanziamento del valore di 310 milioni di dollari al fine di sostenere il paese nella lotto contro gli effetti del cambiamento climatico e nell’attuazione di riforme economiche strutturali. L’accordo dovrà essere approvato durante la riunione che si terrà questo dicembre del Consiglio del FMI. A quanto pare il governo ruandese si è impegnato per rafforzare l’economia nazionale attraverso politiche monetarie ed una risistemazione del proprio bilancio.

(Giulio Ciofini)

Lesotho, il 7 ottobre si sono svolte le elezioni generali. A seguito della mancata approvazione delle riforme costituzionali da parte della precedente classe politica, la popolazione del piccolo paese del Lesotho è stata chiamata alle elezioni. Ci sono tre partiti principali, l'ABC (Convenzione di Al Basotho), la DC (Congresso Democratico) e la RFP (Rivoluzione per la Prosperità). Si prevede che circa 2 milioni di persone prenderanno posto nella speranza che il prossimo governo metta fine a questa prolungata crisi di instabilità a seguito dei numerosi tentativi di colpo di stato e della debolezza della monarchia dove, però, il re Letsie III non ne detiene più potenza.

(Giulio Ciofini)

Giulio Ciofini ed Andrea Ghilardi



AMERICA DEL NORD

Usa: in aumento il debito nazionale. Il debito nazionale lordo Usa ha superato per la prima volta i 31mila miliardi di dollari. Lo rivela un rapporto del Tesoro americano. La cifra è cresciuta a seguito di un lungo periodo di interessi molto bassi, che ha alimentato i prestiti in una prospettiva di sostenibilità. Il quadro rischia di peggiorare a seguito dell'aumento dei tassi da parte della Fed per combattere l'inflazione, con i prestiti che diventeranno sempre più cari.

Il virologo Fauci lascia il suo incarico. Joe Biden ha annunciato che Antony Fauci, il virologo italoamericano che è diventato in questi anni il volto della risposta della Casa Bianca al Covid, lascerà il suo incarico al Niad, dove "per quasi quattro decenni è stato direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases". "Grazie ai molti contributi del dottor Fauci alla sanità pubblica, sono state salvate molte vite" ha detto Biden in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca.

Biden perdona i reati per droga. Il Presidente degli Usa Joe Biden ha annunciato che darà la grazia a tutti i condannati federali per reati legati al consumo e alla detenzione di cannabis. "Come ho detto spesso durante la mia campagna presidenziale, nessuno dovrebbe essere in prigione solo per aver usato o posseduto marijuana”, ha affermato il Capo della Casa Bianca. Migliaia di cittadini statunitensi beneficeranno del provvedimento seppur non saranno graziati i condannati per reati di vendita e distribuzione.

Federico Pani

AMERICA LATINA


Brasile, si va al ballottaggio. Il 4 ottobre gli elettori brasiliani sono stati chiamati alle urne per le presidenziali: lo scontro è stato serrato tra Lula, ex Presidente candidato con il Partido do trabalhadores, e Jair Bolsonaro, l’attuale Presidente del Paese. L’ex Presidente ha raccolto poco più del 48% dei voti, mentre l’avversario si è attestato al 43%: nessuno dei due ha raggiunto il 50% necessario per essere eletto al primo turno, ed ora i brasiliani hanno 4 settimane per decidere chi votare al ballottaggio che si terrà il 30 di questo mese. Simone Tebet, candidato di centrodestra arrivato terzo alle elezioni di domenica con il 4% dei voti, e l'ex presidente Fernando Henrique Cardoso hanno entrambi annunciato che sosterranno da Silva.

Colombia, ripartono i dialoghi con l’ELN. Il governo colombiano del Presidente socialista Gustavo Petro e l’Esercito di Liberazione Nazionale hanno annunciato la volontà di riprendere i dialoghi per giungere ad un accordo di pace. C’erano stati diversi tentativi nel passato, ma i colloqui sono ormai fermi da 4 anni. Dopo essersi incontrati nella capitale del Venezuela, i rappresentanti del governo colombiano e dell'ELM hanno rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che la data di inizio dei colloqui di pace sarà annunciata dopo la prima settimana di novembre. La dichiarazione aggiungeva anche che Norvegia, Venezuela e Cuba sarebbero stati "stati garanti" nei colloqui e che la partecipazione dei gruppi della società civile sarebbe stata "essenziale" per il successo dei colloqui di pace.

Ludovica Costantini



ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Thailandia, ex poliziotto uccide 25 bambini. In Thailandia un ex poliziotto ha fatto irruzione armato in un asilo nido nell’area nord-est del Paese, colpendo sia bambini che adulti. In totale le persone che hanno perso la vita in questo attacco sono 35, di cui almeno 25 sono bambini di età inferiore a tre anni. L’assassino ha ucciso anche la moglie, il figlio e infine ha deciso di togliersi la vita.

Hong Kong, cinque adolescenti condannati. Nel 2020 è stata introdotta nel Paese una legge di sicurezza nazionale, che ha un raggio d’azione molto ampio e permette la persecuzione dei manifestanti. Questa è la prima volta che la legge viene utilizzata in tribunale contro i minori di 18 anni: i cinque ragazzi sono stati condannati a tre anni di detenzione a Hong Kong per aver sostenuto il rovesciamento del governo di Pechino. La corte ha sentenziato che gli imputati avevano usato i social media e gli stand di strada per sostenere una “rivoluzione sanguinosa” per rovesciare lo Stato cinese nell’ex colonia britannica.

Ludovica Costantini

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA X

Danimarca, elezioni legislative anticipate il 1° novembre. La premier socialdemocratica danese Mette Frederiksen, dopo una minaccia di sfiducia da parte di un partito della coalizione, ha annunciato che il prossimo 1° novembre si terranno anticipatamente le elezioni legislative. La crisi in corso sembra dovuta anche alle tensioni, ancora molto sentite, legate all’abbattimento, definito illegittimo, di quindici milioni di visoni all’inizio della pandemia di Covid-19 in Danimarca. Per ora, secondo le prime previsioni, ci sarà un testa a testa tra il centrosinistra e l’alleanza di destra ed estrema destra.

Comunità politica europea, primo vertice a Praga. Gli scorsi giovedì e venerdì, nella capitale della Repubblica Ceca la Comunità politica europea si è riunita per la prima volta: si tratta di un vertice allargato ai Paesi europei al di fuori dell’UE (escluse Russia e Bielorussia), fortemente voluto dal presidente francese Emmanuel Macron. Durante gli incontri si è discusso di pace e sicurezza, clima, energia e situazione economica in Europa. Al Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre verranno presentate le sintesi delle proposte discusse durante il vertice di Praga. In particolar modo sono attese le decisioni prese in merito alla crisi energetica; si tratta di un nodo importante, che potrebbe rappresentare, secondo alcuni, l’ultima possibilità per l’Europa di agire unita.

UE, nuove sanzioni europee alla Russia. Lo scorso 5 ottobre i Paesi dell’UE hanno raggiunto un accordo su un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia proposto dalla Commissione europea. Tra le nuove sanzioni vi sono un tetto sul prezzo del petrolio importato dalla Russia e divieti per quanto riguarda le importazioni di diverse merci. Secondo la Commissione, questo ottavo pacchetto di sanzioni dovrebbe costare alla Russia ogni anno circa 7 miliardi di euro. Tutti i governi dei Paesi dell’UE hanno approvato queste sanzioni, nonostante si temessero voti non favorevoli viste le difficoltà durante l’approvazione dell’embargo alle importazioni di petrolio russo.

Bianca Franzini

EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA


Elezioni nei Balcani. Vari Stati balcanici si stanno preparando a votare per eleggere i propri presidenti. In Bosnia Erzegovina i cittadini hanno votato il 9 ottobre, in un contesto nazionale segnato da dibattiti sull’appartenenza etnica, inflazione e crisi energetica. La Bulgaria ha appena eletto il suo presidente, Bayko Borisov, il quale ha affrontato un programma principalmente europeista; il sistema politico bulgaro, specialmente il Parlamento rimane abbastanza frammentato per la mancanza di una maggioranza stabile. La Slovenia, invece, si prepara alle elezioni nazionali il prossimo 23 ottobre.



Serbia, non riconosciuti i referendum russi. La Serbia ha annunciato di non riconoscere i risultati dei referendum russi che permetterebbero la de facto annessione dei territori dell’Ucraina orientale. Il motivo della suddetta decisione sembrerebbe riguardare la disputa con il Kosovo, infatti sono stati citate violazioni del diritto internazionale e delle integrità territoriali dello Stato ucraino. La Serbia è stata criticata dal Parlamento europeo dopo che il ministro degli esteri serbo, Nikola Selankovic, ha incontrato la sua controparte, il russo Sergej Lavrov a New York per discutere di un piano di consultazioni. Per concludere, anche se la Serbia ha condannato ufficialmente l’invasione russa in Ucraina alle Nazioni Unite, si rifiuta di procedere all’utilizzo di sanzioni economiche contro il regime di Putin.



Francesco Andrea Rossi




MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA) X

Libia, nuovi accordi e nuove discordie. Una folta delegazione del governo turco ha compiuto un viaggio a Tripoli per firmare un nuovo accordo di intesa con il Governo di Abdulhamid Dabaiba per approfondire la collaborazione nel settore degli idrocarburi. A presenziare la firma degli accordi vi erano i ministri turchi di Esteri, Difesa, Energia e Commercio. A conferma della rilevanza che il paese nordafricano ricopre nella strategia regionale di Ankara. Immediate sono state le aspre critiche da parte dell’Unione Europea, di Atene e del Cairo. L’accordo infatti ricalca il precedente memorandum di intesa tra Tripoli ed Ankara che però non rispetta il diritto del mare e lede formalmente la sovranità di Atene. Per ora non vi sono state prese di posizioni ufficiali da parte del rivale Bashaga e del suo alleato Haftar, uomo forte della Cirenaica. Nel mentre, Mosca sembra tentare la via del riavvicinamento con Tripoli e vi sono rumors riguardo l’eventuale riapertura dell’ambasciata russa in loco.

(Michele Magistretti)

Yemen, fine della tregua tra gli Houthi e la coalizione a guida saudita. L’inviato speciale delle Nazioni Unite in Yemen, Hans Grundberg, ha dichiarato che il cessate il fuoco è scaduto domenica 2 ottobre e non è stato rinnovato a causa della mancata volontà di entrambe le parti. La breve tregua, firmata il 2 aprile, aveva permesso un lieve miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, allo stremo per il conflitto, la fame e le malattie come il colera. Il diplomatico Grundberg ha cercato sia da parte dei Paesi del Golfo che dai ribelli sciiti una ricomposizione della tregua, ma invano: la milizia filo-iraniana che controlla la capitale Sana’a e buona parte del territorio della penisola yemenita ha minacciato una ripresa delle ostilità nei confronti di Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Si teme che il fallimento delle trattative diplomatiche possa portare al riaccendersi di un conflitto, scoppiato nel 2014, il quale ha provocato la peggiore crisi umanitaria al mondo secondo l’Onu.

(Sara Oldani)



Sara Oldani Michele Magistretti




TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Somalia, ucciso uno dei fondatori del gruppo jihadista al-Shabaab. Nelle ultime settimane l’esercito somalo ha dato avvio ad un’operazione militare volta a riconquistare terreno a scapito del movimento terroristico legato ad al-Qaeda: grazie al contributo di supporto straniero e di milizie locali, con un’ottima conoscenza del territorio e delle tecniche di guerriglia, sono stati riconquistati circa 40 villaggi sotto il controllo jihadista. Nell’operazione, è rimasto ucciso anche Abdullahi Nahir, uno dei fondatori e probabilmente futuro leader di al-Shabaab. La rappresaglia da parte del “Partito dei Giovani”, non si è però fatta attendere: una serie di attacchi ha sconvolto Beledweyne, area centrale della Somalia, in cui ci sono state almeno 20 vittime e circa 36 feriti.

(Sara Oldani)

Etiopia, avvio dei negoziati di pace tra forze governative e separatisti del Tigré. L’invito a sedersi al tavolo dei negoziati era stato lanciato dall’Unione Africana - organizzazione intergovernativa che comprende tutti i paesi del continente riconosciuti dalla Comunità internazionale - invito al quale il Governo di Addis Abeba ha risposto favorevolmente. L’inizio dei colloqui tra le due parti in causa è previsto per questo fine settimana in Sudafrica, tra i mediatori ci saranno Olusegun Obasanjo e Uhuru Kenyatta, rispettivamente ex presidenti di Nigeria e Kenya. Tuttavia, alcuni portavoce delle forze separatiste hanno già espresso forti dubbi circa l’efficacia dei negoziati, in particolare hanno manifestato diffidenza nei confronti di una serie di mediatori e osservatori esterni chiamati a prendere parte alle trattative.

(Davide Shahhosseini)

Siria, uccisi tre membri chiave dell’ISIS. Secondo quanto riportato da fonti vicine al comando centrale dell’esercito statunitense (CENTCOM) - a capo delle operazioni In Medio Oriente, Nord Africa e Asia Centrale - tre membri di alto profilo dello Stato Islamico sono stati uccisi con due attacchi aerei separati compiuti nel nord-est della Siria. Nel primo attacco è stato ucciso Rakkan Wahid al Shammri, che secondo il CENTCOM si occupava del traffico di armi e combattenti per conto dell’ISIS. Nel secondo attacco sono stati uccisi Abu Hashum al Umawi, leader locale dell’ISIS, e un suo collaboratore di cui non è stato diffuso il nome.

(Davide Shahhosseini)



Davide Shahhosseini e Sara Oldani




Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.

Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana

Bianca Franzini: Europa Occidentale e Unione Europea

Chiara Giovannoni: Diritti Umani

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Elisa Maggiore: America Latina

Federico Pani: America del Nord

Francesco Rossi: America Latina, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Laura Salvemini: Asia ed Estremo Oriente

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Lorenzo Franceschetti: Diritti Umani

Ludovica Costantini: America Latina

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Rosario Giorgio Maria Saffioti: Europea Centro-Orientale e Russia

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa, Terrorismo e Sicurezza internazionale


Immagine: https://unsplash.com/photos/nX...

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