Introduzione
Il 2024 è e sarà un anno di elezioni in tutto il mondo: un tour elettorale iniziato a Taiwan e che attende trepidante le elezioni europee di giugno e le presidenziali negli Stati Uniti a novembre. La polarizzazione dei nuovi governi in America Centrale e Sudamerica riposiziona la scacchiera geopolitica e altera nuovamente gli equilibri globali. I riflettori sono al momento puntati su un Paese che ricopre un ruolo chiave in America Latina.
A meno di un mese dalle elezioni presidenziali in Messico, in programma il 2 giugno 2024, l'attenzione è tutta rivolta alla presenza femminile in politica, data dalle due candidate in sfida. In uno dei Paesi più marcatamente machisti del continente, si sta per assistere a un evento storico: per la prima volta dalla sua indipendenza, infatti, una donna assumerà la massima carica del Paese. Chi vincerà non solo diventerà la prossima Presidente del Messico per sei anni, ma ricoprirà anche ruoli cruciali come Capo dell'Esecutivo federale, comandante delle Forze Armate e avrà il compito di nominare un nuovo giudice presso la Corte Suprema di Giustizia.
Come stabilito dalla Costituzione messicana, il presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, non potrà ricandidarsi per un prossimo mandato. Obrador, dal canto suo, ha fortemente appoggiato Claudia Sheinbaum, esponente del suo partito di sinistra "Morena" ed ex sindaca di Città del Messico. Al polo opposto, la coalizione del partito conservatore "PAN" ha scelto Xóchitl Gálvez, senatrice dal 2018, che si presenta come candidata indipendente.
Si prevede che quasi 99 milioni di cittadini esprimeranno il loro voto per eleggere oltre 20.000 funzionari locali, statali, e membri del Congresso, oltre alla presidenza del Paese.
Politica estera e relazioni diplomatiche
Negli ultimi tempi, le tensioni diplomatiche con l'Ecuador hanno dominato i titoli di cronaca messicani. Il recente raid della polizia ecuadoriana nell'ambasciata messicana, dove si era rifugiato l'ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas, ha portato alla rottura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, con Obrador che ha definito l'azione ecuadoriana come “una violazione del diritto internazionale e della sovranità messicana”.
Riguardo alla politica estera, il Messico sembra orientato a rafforzare i legami con il "global south", in particolare con i Paesi dell'America Centrale e Meridionale, segnando una svolta rispetto alla sua tradizionale neutralità e alla sua interdipendenza con gli Stati Uniti. Nel 1930, il Messico presentò presso la Società delle Nazioni la cosiddetta Dottrina Estrada, secondo la quale uno Stato non dovrebbe intromettersi o giudicare i governi degli Stati esteri, basandosi sui principi di non-intervento negli affari interni di altri Paesi e di autodeterminazione dei popoli. Nonostante la condanna dell’invasione russa in Ucraina, non ha espresso pareri favorevoli all’intervento NATO.
In un panorama geopolitico sempre più complesso, a settembre 2023 il Messico ha nuovamente preso parte al G-77, gruppo precedentemente noto come Movimento dei Paesi Non Allineati, da cui si era ritirato nel 1994 per aderire all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), a predominanza occidentale.
Chi sono le due candidate?
Il confronto elettorale vede in campo due figure di spicco che rappresentano i partiti di maggiore importanza in Messico: Claudia Sheinbaum, vista come l'erede politica di Obrador, e Xóchitl Gálvez, che propone una visione alternativa alla linea politica di Obrador, sottolineando l'importanza della sicurezza per contrastare la criminalità organizzata.
Claudia Sheinbaum è la punta di diamante del partito del presidente uscente: capo del governo di Città del Messico dal 2018 al 2023, Sheinbaum ha un dottorato in ingegneria energetica ed è autrice di oltre 100 articoli e libri sui temi dell'energia, dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. La sua promessa è quella di portare avanti l’agenda politica di Obrador, consolidando progetti infrastrutturali e di benessere sociale, oltre a investire l’esercito di un ruolo centrale in ambito politico ed economico.
La coalizione di destra, invece, punta su Xóchitl Gálvez, senatrice di origini indigene, che rivendica con fierezza. Con un curriculum professionale notevole, Gálvez è imprenditrice, ingegnera di robotica, appartiene alla tribù indigena Otomi e lo sottolinea indossando l’huipil, l’indumento ricamato tipico messicano. La sua proposta mira a convogliare lo sforzo dell’esercito verso la lotta alla criminalità organizzata: in un Paese in cui narcotraffico e corruzione sono all’ordine del giorno e anche uno dei temi principali che impattano la politica messicana, la sicurezza nazionale diventa una priorità.
La candidata favorita dai sondaggi è Claudia Sheinbaum. La popolarità del partito del presidente uscente è tale da aver condotto all’unione delle opposizioni, che sosterranno Xóchitl Gálvez, candidata del Fuerza y Corazón por México (Forza e Coraggio per il Messico), una coalizione che raccoglie tutti i Partiti tradizionali messicani: il PRI (Partido Revolucionario Institucional), PAN (Partido Acción Nacional) e PRD (Partido de la Revolución Democrática).
Con le elezioni sempre più vicine, resta da vedere quale delle due candidate riuscirà a conquistare il favore degli elettori. L'auspicio è quello di sperare in un governo che riesca a far fronte alle sfide economiche e sociali che il Messico deve affrontare, specialmente a causa del potere sempre più crescente del narcotraffico anche in politica.
Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ®
Condividi il post
L'Autore
Alessia Boni
Alessia Boni è originaria di Modena, Emilia-Romagna ed è nata il 13 giugno 1998. Ha una profonda passione per la politica internazionale, l'economia, la diplomazia, le questioni ambientali e i diritti umani.
Alessia ha conseguito una laurea in Relazioni internazionali e Lingue straniere, con un semestre trascorso come studentessa di scambio per il programma Overseas in Argentina presso l'Universidad Austral de Buenos Aires, dove ha sviluppato il suo profondo interesse per l'America Latina.
Categorie
Tag
Messico mexico elezioni giugno Mondo Internazionale mondointernazionalepost obrador Presidente President June