A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS
Nella giornata del 28 aprile 2025 l’Europa ha vissuto una immagine inedita, che tuttavia potrebbe essere propria quanto ventura: la Spagna con il Portogallo sono collassati per il generalizzato black out del sistema elettrico integrato dell’intera penisola iberica. In passato le probabilità che questo fatto potesse verificarsi erano valutate tecnicamente come estremamente basse e, a parte le gratuite speculazioni sulle sue cause, l'episodio nella realtà è apparso da subito di somma gravità per la grave confusione sociale che ha generato e le ingentissime perdite economiche a tutti i livelli delle attività di vita e di lavoro.
Il mercato elettrico in Spagna
L'energia elettrica viene generata da fonti rinnovabili – intermittenti e variabili – fossili e/o con impianti termici di vario tipo ed a energia nucleare. Un operatore del sistema centralizza le offerte di energia prodotta (una certa quantità a un certo prezzo da erogarsi ad una certa ora), creando una relativa offerta aggregata e dimensionata secondo i requisiti della domanda delle aziende che poi la distribuiscono. Su questo sistema, infine, viene commercializzata direttamente l'energia elettrica o la si vende a sua volta ad aziende commerciali indipendenti, in molti casi rappresentate da piccole aziende locali o di livello regionale.
Sistemi analoghi ed integrati esistono ampiamente in tutta Europa. Queste forme di mercato si sviluppano solitamente con 24 ore di anticipo (mercato del giorno prima), lasciando aperto un mercato giornaliero (detto “ spot” ) per assorbire eventuali fluttuazioni intese ad evitare qualsivoglia depressione funzionale del sistema (fall-out).
Inoltre, sussistono contratti a medio e lungo termine in cui i produttori si impegnano a soddisfare le richieste di energia elettrica in ogni periodo previsto dai contratti. Il tutto viene gestito da “REDEIA” (nome attuale dell'antica “Red Eléctrica de España”), l’ente statale spagnolo che distribuisce l'energia elettrica.
L'energia rinnovabile richiede l’esistenza di un grande sistema operativo e produttivo
Oltre ai prezzi divenuti più elevati e alle diverse tariffe applicate ai consumatori finali, l'aumento dell'energia da fonti rinnovabili sta provocando, paradossalmente, una sorta di preoccupante destabilizzazione del sistema. In effetti, l'energia generata con risorse rinnovabili rappresenta, in media, una gran parte della produzione totale: ha un costo di installazione in discesa, è rispettosa dell’ambiente e richiede scarsa manutenzione per il suo mantenimento. Ma gli impianti di produzione energetica con l’utilizzo di risorse fossili sono ugualmente necessari per qualsiasi eventualità anche durante il giorno (per bassa performance degli impianti eolici come ad esempio in assenza di vento) e/o nelle ore di oscurità (per l'uso del fotovoltaico), e devono essere remunerati in ogni momento in quanto contribuiscono ad elevare sostanzialmente il prezzo di mercato, anche se i componenti rinnovabili lo diminuiscono.
Inoltre, l'incremento verticale dell’ energia fotovoltaica ed eolica può provocare diverse e sensibili oscillazioni dei livelli di energia erogata circolanti nelle reti attuali, che in alcune circostanze non del tutto prevedibili non sono preparate per il trasporto di quantità smisurate di energia in modo regolare e puntuale, così che alla fine del processo il sistema sia in grado di eliminarla dall'offerta. In ogni caso, il sistema deve gestire i flussi di energia in entrambi i sensi, in debito con i vertici produttivi dei piccoli produttori di energia rinnovabile.
Allo stesso tempo, la Spagna (come altri in Europa, compresa l’Italia) ha continuato il processo di spegnimento delle centrali nucleari presenti nel proprio territorio– il che ha significato secondariamente un effetto negativo sulla produzione totale annua di energia – un fatto che dovrebbe essere rilevante non solo a livello tecnico ma anche sociale, poiché l’Unione Europea ha dichiarato da tempo che l’energia nucleare è da considerarsi dimostratamente come una forma di energia pulita.
Una domanda energetica dinamica e fluttuante
Tutte queste argomentazioni suscitano una domanda cruciale : è possibile che il sistema di produzione soddisfi effettivamente le esigenze di ogni richiesta sempre più vivace e fluttuante?
La risposta immediata è no. Non soltanto perché la domanda di elettricità è ogni volta e per tutto il mondo occidentalizzato sempre più dinamica e fluttuante. Ma perché si accentua con l'aumento del numero dei server distributivi intermedi e sistemi centrali di elaborazione dati, eventualmente alimentati dall'intelligenza artificiale (IA). La produzione di elettricità è resa più diversificata sia nella sua composizione che per la sua origine.
In altre parole, il costo di generazione e trasmissione di un kilowatt dipende dal fatto che sia generato interamente tramite energia rinnovabile e/o nucleare e/o in centrali termiche. Inoltre dipende dal momento nel quale è stato generato e dalla distanza che deve essere percorsa dalla rete di distribuzione tra il locus di produzione e la destinazione finale.
E in relazione all’Unione Europea?
L'unificazione sempre più progredita dei sistemi di generazione elettrica e la possibilità tecnica di travasare energia tra i vari sistemi nazionali è una tendenza progressivamente consolidata nell'UE: dove esistono già mercati unificati come il “Mibel” (Mercato Iberico Elettrico, che abbraccia Spagna e Portogallo) o il “NordPool” (nei paesi nordici), con permeabilità parziale verso altre reti (interscambi di energia con mercati limitati). Sono inclusi anche progetti vari che suggeriscono di centralizzare maggiormente il controllo sia della produzione che la distribuzione dell'energia ad un livello più europeo.
Un vantaggio noto di un sistema di distribuzione dell'energia centralizzato è la diversificazione della produzione, che può disporre della massima flessibilità, non solo al livello delle centrali di produzione, ma anche al livello delle risorse utilizzate. In questo senso, la razionalizzazione del sistema aumenterebbe grazie alla maggiore efficienza tecnica e alla possibilità di offrire prezzi finali più vicini ai costi marginali di produzione, diminuendo il potere di mercato delle aziende produttrici.
Tuttavia, con questo sistema aumenta anche il rischio di contagio dei blackout rispetto a qualsiasi shock negativo, come può essere una catastrofe, un problema tecnico grave o un disastro naturale. Così, è stato scoperto nella giornata del 28 aprile, si tratta di un chiaro esempio di questa tendenza: la quasi totalità della Spagna e del Portogallo e alcune zone del sud della Francia sono state gravemente colpite.
La disconnessione del sottosistema iberico ha evitato in questo caso di generare gravi cadute energetiche nel resto dell’Unione Europea. Anche se il mercato Mibel e i travasi di energia con la vicina Francia assicurano un'erogazione di elettricità più efficiente e sicura, se si produce una caduta massiccia del sistema le conseguenze sono imprevedibili.
Il futuro sarà un sistema centralizzato o misto ?
L'esposizione precedente ha aperto numerosi interrogativi sul futuro della produzione di energia elettrica e su come dovrebbe essere distribuito e commercializzato in Europa. L'incremento della produzione di energia posto al di fuori del sistema centralizzato – ovvero attivando unità di generazione e consumo in una scala più piccola – sembra il modo più accettato per gestire e soddisfare in buona parte la domanda di ognuno, facendo sì di converso che i paesi meno vulnerabili possano subire uno shock energetico oppure un assorbimento generalizzato, traslando di conseguenza verso il consumatore la difficile gestione delle risorse.
L'incremento della domanda e il miglioramento delle tecnologie di generazione mediante fonti rinnovabili devono configurare un mercato elettrico con meno potenza delle aziende produttrici, una razionalizzazione delle reti di distribuzione e un incremento della versatilità tra l'energia prodotta in forma centralizzata e le porte di accesso al sistema di produzione eccedente per gli utenti finali. L’attuale black out iberico si è verificato e la realtà vissuta drammaticamente ha superato di gran lunga la finzione. A questo punto, la sfida sulla riforma del sistema elettrico europeo deve superare il dibattito politico per convertirsi in un rapido piano d'azione a corto raggio.
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