Giovani

Dati demografici e proposte elettorali

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  Matteo Gabutti
  18 September 2022
  13 minutes, 11 seconds

In piena campagna elettorale, oltre a tasse, sicurezza e ambiente, si sente discutere anche di “giovani.” La porzione di cittadini di cui faccio parte viene infatti assurta a tema di dibattito politico, per quanto non sia in cima alla lista delle priorità di nessun programma elettorale.

Qual è il peso specifico nell’economia delle elezioni di questo segmento della popolazione? Quali le proposte presentate dai vari schieramenti per accattivarsene il favore? In questo articolo andremo a considerare questi ed altri quesiti, fornendo un’estrema sintesi delle politiche rivolte specificatamente ai giovani messe sul tavolo dai diversi candidati. Ogni politica nazionale, infatti, ha un effetto più o meno indiretto su ogni cittadino, indipendentemente dall’età. Ciò che ci interessa, tuttavia, è passare in rassegna le principali intenzioni dei leader politici riguardo ai giovani per capire come i partiti si pongano di fronte a questi ultimi.



Quanti giovani voteranno?

L’Italia non è esente dalle tendenze demografiche che contraddistinguono i Paesi sviluppati: innalzamento dell’aspettativa di vita – nonostante l’inversione momentanea dovuta al Covid –, calo delle nascite, invecchiamento della popolazione. Stando ai dati INSTAT, infatti, negli ultimi vent’anni l’indice di vecchiaia si è impennato, passando da 131,4 anziani ogni 100 giovani (0-14 anni) a 182,6. Al contrario, quello di natalità è precipitato da 9,4 nascite annuali ogni mille abitanti a 6,8. Al contempo, l’età media si è alzata di quasi il 25%, ed è ora stimata intorno a 50 anni.

Ai fini elettorali, e secondo le stime per il 2022, possiamo dividere la popolazione in tre blocchi: 9,8 milioni di giovani (18-34 anni), 16,7 milioni di adulti (35-54), 22,8 milioni di anziani (55 in su). Per prevedere l’astensionismo, possiamo inoltre prendere come riferimento i dati IPSOS raccolti in occasione delle elezioni politiche del 2018, sebbene per il 2022 ci si aspetti una percentuale di astenuti ben maggiore.


Come emerge dai grafici, si può stimare che andranno a votare circa 7 milioni di elettori di età compresa fra 18 e 34 anni, ben al di sotto dei 12 milioni di quelli dai 35 ai 54 anni, e addirittura meno della metà di quelli con 55 o più anni, che si aggireranno intorno ai 15,6 milioni. Pertanto, i giovani rappresentano una porzione minoritaria della popolazione, e dunque una categoria su cui non è politicamente conveniente scommettere troppo, per quanto l’indecisione diffusa li renda un bacino elettorale contendibile.

Con queste premesse, passiamo ora a riassumere le proposte dei principali candidati.



Centrodestra

Quasi a voler confermare il peso marginale dei giovani, la coalizione del Centrodestra formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega ed altri partiti minori dedica loro l’ultimo punto del programma comune “Per l’Italia.” Le proposte sono presentate in termini piuttosto opaci – com’è prevedibile per una coalizione così ampia –, ma un ruolo centrale è dedicato allo sport, con supporti per le società sportive dilettantistiche, introduzione di borse di studio per meriti sportivi, ed investimento e potenziamento dell’impiantistica sportiva. A ciò si aggiungono la promozione e rilancio dell’artigianato e il supporto all’imprenditoria giovanile, con incentivi alla creazione di “start up tecnologiche e a valenza sociale.”

Per quanto riguarda l’istruzione, cui è dedicato il penultimo punto del programma, la coalizione propone una revisione meritocratica e professionalizzante del percorso scolastico, e un rinnovo dell’edilizia scolastica. Inoltre, vi è un punto dedicato al “buono scuola” per garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie, ovvero un voucher – di dubbia efficacia – da usare presumibilmente per le scuole paritarie. Da sottolineare poi l’approfondimento dedicato al tema del sostegno a studenti affetti da disabilità nel programma della Lega, in cui vi è però anche il controversoStop alla propaganda a scuola.” Degna di nota è anche la proposta di Forza Italia di introdurre il tempo pieno nelle scuole statali o paritarie di ogni ordine e grado, la più radicale in materia fra tutti i programmi elettorali.

Infine, come nota di colore, Salvini ha rilanciato la reintroduzione della leva militare obbligatoria, suo vecchio cavallo di battaglia. Una proposta osteggiata anche da ambienti militari e che di certo non rafforza la coesione all’interno della coalizione.



Centrosinistra

A differenza del Centrodestra, la coalizione del Centrosinistra non ha presentato un programma comune. Di conseguenza, a farne da principale portavoce è il Partito Democratico, il primo per distacco rispetto ad Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa ed Impegno Civico, che pur difendono la propria autonomia.

Anche il PD dedica ai giovani la parte conclusiva del proprio programma, che, a onor del vero, appare meglio strutturato di quello del Centrodestra. Anche le proposte per i giovani sembrano più consapevoli delle esigenze degli under-35, sebbene rimangano piuttosto vaghe. La più rumorosa è senz’altro lo stanziamento di una “Dote giovani” di 10 mila euro al compimento dei 18 anni sulla base dell’ISEE familiare, finanziata tramite una riforma dell’imposta sulle successioni. A questa si aggiungono, inter alia, l’obbligo di retribuzione per stage curriculari e l’abolizione degli stage extra-curriculari, l’introduzione di una pensione di garanzia, l’abbassamento dell'età del voto a 16 anni e l’istituzione di una nuova legge per il voto fuorisede. Per il tema scuola, infine, il PD s’impegna a garantire la gratuità su base ISEE dei libri di testo e del trasporto pubblico locale per le famiglie, e l’estensione del tempo pieno “con particolare attenzione al Sud” – per quanto manchi una riforma decisa per ridurre i divari dell’apprendimento tra Meridione e Settentrione.

L’Alleanza Verdi e Sinistra, dal canto proprio, si pone al di là delle logiche di un partito centrista, progettando una vera rivoluzione, per esempio sul tema dell’istruzione. Il programma descrive infatti un ambiente scolastico revisionato in un’ottica inclusiva – abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali, “gratuità della formazione dall’asilo all’università”… – e volta al riconoscimento e alla realizzazione delle aspirazioni e potenzialità dell’individuo, “in aperto contrasto con la scuola aziendalista” piegata alle logiche competitive del mercato e alla valutazione quantitativa degli studenti.



M5S

Nel programma del M5S, al contrario, i giovani occupano una posizione relativamente prioritaria. Tra le principali proposte, spiccano la pensione di garanzia e il riscatto gratuito della laurea, sebbene il partito non spieghi come intenda attuarle, né nella versione breve del programma né nella versione completa, che, pur essendo più prolissa, pecca di una certa fumosità. Il Movimento si distingue inoltre per il sostegno all’introduzione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, e per una particolare insistenza sulla necessità di integrare strutturalmente la figura dello psicologo nell’organico scolastico.



Terzo Polo

Riguardo al cosiddetto “terzo polo,” infine, il primo punto sui giovani del programma comune di Azione e Italia Viva è dedicato all’incentivazione dell’imprenditoria giovanile, usando parte dei 200 milioni di euro di fondi del PNRR dedicati al rilancio dei Centri per l’Impiego non ancora allocati. Si insiste poi sulla necessità di facilitare la transizione tra formazione e lavoro, rafforzando i servizi di orientamento, regolando i tirocini curriculari e semplificando l’accesso alle professioni.

Quanto all’istruzione, per contrastare la dispersione scolastica, si propone di estendere l’obbligo scolastico ai 18 anni, e di individuare e superare le disparità e le situazioni di svantaggio territoriale. Inoltre, si prevede la presenza sistematica in tutti i programmi scolastici dell’educazione civica, l’obbligatorietà dell’insegnamento di economia finanziaria, e l’investimento nella formazione e sviluppo delle competenze digitali dei giovani. In ambito universitario, poi, Calenda e Renzi promettono un sostegno quadriennale alla residenzialità per tutti i fuorisede. Propongono in aggiunta di dedicare alla ricerca un punto percentuale di spesa del PIL in più, e di incrementare l’attrattività e la competitività delle università italiane nel mercato globale incentivandone l’internazionalizzazione e trasformando gli atenei in fondazioni di diritto privato a capitale interamente pubblico.



Fonti consultate per il presente articolo

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L'Autore

Matteo Gabutti

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Matteo Gabutti è uno studente classe 2000 originario della provincia di Torino. Nel capoluogo piemontese ha frequentato il Liceo classico Massimo D'Azeglio, per poi conseguire anche il diploma di scuola superiore statunitense presso la prestigiosa Phillips Academy di Andover (Massachusetts). Dopo aver conseguito la laurea in International Relations and Diplomatic Affairs presso l'Università di Bologna, al momento sta conseguendo il master in International Governance and Diplomacy offerto alla Paris School of International Affairs di SciencesPo. All'interno di Mondo Internazionale ricopre il ruolo di autore per l'area tematica Legge e Società, oltre a contribuire frequentemente alla stesura di articoli per il periodico geopolitico Kosmos.

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Matteo Gabutti is a graduate student born in 2000 in the province of Turin. In the Piedmont capital he has attended Liceo Massimo D'Azeglio, a secondary school specializing in classical studies, after which he also graduated from Phillips Academy Andover (MA), one of the most prestigious preparatory schools in the U.S. After his bachelor's in International Relations and Diplomatic Affairs at the University of Bologna, he is currently pursuing a master's in International Governance and Diplomacy at SciencesPo's Paris School of International Affairs. He works with Mondo Internazionale as an author for the thematic area of Law and Society, and he is a frequent contributor for the geopolitical journal Kosmos.

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