GRAN BRETAGNA

il Parlamento ha approvato la legge sul trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda

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  Giorgia Savoia
  18 May 2024
  3 minutes, 36 seconds

“L’adozione del progetto di legge sulla Sicurezza del Rwanda da parte del Parlamento britannico solleva importanti questioni riguardanti i diritti umani dei richiedenti asilo e lo Stato di Diritto in generale”, ha dichiarato Michael O’Flaherty, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.

Nel mese di aprile 2024 il Parlamento inglese ha approvato la contestata legge sul trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda, dopo 4 mesi di ostruzionismo della Camera dei Lord, preoccupata per le potenziali violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale.

La legge prevede che tutte le persone migranti arrivate nel Regno Unito dal gennaio 2022, illegalmente e passando attraverso un paese sicuro, vengano trasferite in Ruanda, un paese dell’Africa orientale, dove le loro richieste di asilo verranno esaminate.

La definizione di paese sicuro nell’ambito del diritto internazionale è controversa. La direttiva 2013/32/UE ne contiene una:

“Un paese è considerato paese di origine sicuro se, sulla base dello status giuridico, dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico e della situazione politica generale, si può dimostrare che non ci sono generalmente e costantemente persecuzioni quali definite nell’articolo 9 della direttiva 2011/95/UE 2 , né tortura o altre forme di pena o trattamento disumano o degradante, né pericolo a causa di violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato interno o internazionale [...].”

Quindi i migranti giunti in Inghilterra illegalmente, attraverso un’imbarcazione, partendo dalla Francia o dalla Germania, sarebbero eleggibili per essere trasferiti in Ruanda.

I possibili esiti dell’esame delle richieste d’asilo sono due:

  • accettazione che comporta che le persone possano rimanere in Ruanda e non tornare nel Regno Unito;
  • respingimento e successiva espulsione dal Ruanda in qualsiasi altro “paese sicuro”, ma non nel Regno Unito.

Inoltre i richiedenti asilo avranno possibilità limitate di contestare o appellarsi alle decisioni di allontanamento: il Ruanda non dispone dei servizi o delle infrastrutture necessarie per gestire adeguatamente le richieste di asilo, né potenziali ricorsi. La situazione di protezione dei diritti umani nel paese è preoccupante, come sottolineato anche da Amnesty International.

Il testo approvato nel mese di aprile è il risultato delle richieste di modifica avanzate dalla Corte Suprema del Regno Unito nel 2023 finalizzate ad una maggiore protezione dei migranti, che comunque non è stata raggiunta.

Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, hanno chiesto al Parlamento britannico di riconsiderare il piano di trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda. L’adozione di un piano per gestire i flussi migratori sulla base della cooperazione internazionale e del rispetto della legislazione internazionale sui diritti umani, sarebbe la strada da percorrere.

Questa nuova legislazione, trasferendo la responsabilità sui rifugiati, riducendo la capacità dei tribunali britannici di controllare le decisioni di espulsione, limitando l’accesso ai rimedi legali nel Regno Unito e limitando la portata delle tutele nazionali e internazionali dei diritti umani per un gruppo specifico di persone, ostacola seriamente lo stato di diritto nel Regno Unito e crea un pericoloso precedente a livello globale”, ha dichiarato Türk.

Le pericolose conseguenze che questa legislazione potrebbe causare si possono già rilevare in Italia, dove la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è così espressa: “Io non la vedo come una deportazione ma come un accordo tra Stati liberi, nei quali viene garantita la sicurezza delle persone, e credo che parlare di deportazione o lasciare intendere che il Ruanda sarebbe un Paese che non rispetta i diritti e sarebbe una nazione inadeguata o indegna, credo che questo, sì, sia un modo razzista di leggere le cose”.

L’approvazione di questa legislazione solleva gravi preoccupazioni per i diritti umani e lo stato di diritto, sia nel Regno Unito che a livello globale. In un momento in cui le sfide migratorie sono al centro dell'agenda globale, è essenziale la cooperazione tra gli stati, ma il rispetto del diritto internazionale deve rimanere il parametro con cui le decisioni vengono prese.

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Giorgia Savoia

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