La crescente tensione all’interno dei BRICS

  Articoli (Articles)
  Redazione
  15 November 2024
  6 minutes, 24 seconds

A cura del Dott. Pierpaolo Piras, studioso di Geopolitica e componente del Comitato per lo Sviluppo di Mondo Internazionale APS

Recentemente si è tenuto il vertice dei BRICS nella città russa di Kazan. Per gli ospiti, l'obiettivo del vertice BRICS è stato chiaro da subito: la Russia, che ha sopportato il peso delle sanzioni occidentali espansive durante la brutale invasione dell'Ucraina, è stata ansiosa di mostrare come il Cremlino pur in difficoltà non sia, di fatto, isolato.

Nella città di Kazan, il presidente russo Vladimir Putin ha accolto le delegazioni degli stati membri del blocco BRICS e di decine di altri paesi, affermando che la Russia avrebbe sostenuto "valori comuni, una visione comune di sviluppo e, soprattutto, il principio di tenere conto degli interessi reciproci" in combutta con le nazioni del "Sud globale". Ma, all'inizio di quest'anno, Putin è stato ancora più schietto sulla gestione della Russia della conferenza di quest'anno.

I BRICS, ha detto, erano impegnati in uno sforzo che avrebbe sconfitto il "classico colonialismo" di un ordine mondiale guidato dagli Stati Uniti. Il leader cinese Xi Jinping, che spesso decanta un'ulteriore alternativa coordinata da Pechino ante l' "egemonia" occidentale, ha salutato gli stretti rapporti della sua nazione con la Russia presentandolo come un baluardo di quest’epoca incerta.

Sia la Russia che la Cina vedono i BRICS come un'istituzione che può aiutarli (sottintendendo da leaders della stessa!) a organizzare una coalizione di stati definiti “non occidentali” per proteggersi tacitamente e affrontare un Occidente qualificato come ostile ad essi. Al summit BRICS dell'anno scorso, Xi Jinpin — in una frecciatina al bullismo singolarmente attribuito agli Stati Uniti — ha affermato che i BRICS - pretendendo con sgradita protervia di parlare a nome di tutti - non intendono soccombere alle pressioni esterne, né agire nel ruolo di vassalli di altri, né credono che la forza sostituisca la ragione sulla scena mondiale.

Va da sé che sono affermazioni evidentemente contraddittorie, date le palesi e brutali violazioni del diritto internazionale e della sovranità territoriale dell'Ucraina tuttora effettuate da parte della Federazione Russa. Xi riconosce che il mondo sta attraversando cambiamenti mai visti negli ultimi cento anni e che la situazione internazionale è intrecciata con una situazione politica internazionale a dir poco confusa.

La storia dei BRICS

Questa associazione è stata evocata più di due decenni fa come un espediente analitico da un noto economista britannico della Goldman Sachs - una banca d’investimento tra le prime al mondo e un'istituzione di sentore totemico del capitalismo americano, con l’intento di raggruppare alcune importanti economie non occidentali che sembravano intenzionate e pronte ad esercitare un ruolo da leader nella politica internazionale e decollare economicamente sulla scena mondiale. Brasile, Russia, India e Cina erano le quattro potenze presenti nella compagine originale.

Successivamente, a queste nazioni si è unito il Sudafrica nel 2010 e, ancora più di recente, Iran, Egitto, Etiopia ed Emirati Arabi Uniti, con la Turchia con una reale manciata di altri, stanti in attesa dietro le quinte. Tale blocco di nazioni rappresenta, oggi, già quasi il 50 percento dell'intera umanità e potrebbe presto raggiungere una maggioranza globale.

Ma….

Tuttavia, sotto alcuni aspetti tale raggruppamento è sensibilmente più debole della somma delle sue parti: moltissimo divide i suoi attori principali, dai sistemi politici dei loro governi alle loro aree geografiche, a numerosi dei loro leader non democraticamente eletti, ai loro interessi geopolitici ed economici talvolta opposti.

Differiscono per l’incertezza nei principi e nell'approccio concreto su questioni globali scottanti come le guerre in Ucraina e Gaza, e non sono allineati come si dovrebbe su alcune delle ambizioni più ampie lanciate dai leader del blocco, tra le quali l'allentamento del commercio internazionale dalla sua dipendenza dal dollaro USA e l'attenuazione della minaccia unica rappresentata dalle sanzioni statunitensi.

Importanti paesi come il Brasile e l'India possono sottoscrivere la filosofia onnicomprensiva dei BRICS come istituzione che può contribuire a plasmare il nuovo mondo "multipolare" in un'epoca di apparente declino dell'influenza degli Stati Uniti e dell'Occidente, ma non sono per niente interessati a sottoscrivere un'alleanza anti-occidentale. Anzi, entrambi erano inizialmente scettici sulla spinta di Cina e Russia ad espandere il blocco, vedendola come un tentativo implicito di instillare la diffidenza nei partecipanti di diluire la propria influenza.

Alcuni analisti in entrambi i paesi dimostrano che potrebbe essere meglio abbandonare del tutto l'impresa. "Per noi, gli Stati Uniti sono di gran lunga il partner più importante in termini di crescita futura, tecnologie e accesso alle tecnologie e, pertanto, non vogliamo una situazione in cui i BRICS diventino il punto focale del conflitto con l'Occidente sui fronti politico-economici", ha detto assertivamente in un'intervista Kanwal Sibal, ex ministro degli Esteri in India ed ex ambasciatore in Russia, ma presente al meeting.

"Quindi, mentre siamo lì, vorremmo avere più cooperazione all'interno dei BRICS e lavorare su un'agenda positiva per la forma del sistema internazionale in modalità cooperativa, piuttosto che in modalità conflittuale", ha detto significativamente Sibal”…….. "Altrimenti i BRICS si muoveranno in una direzione che diventerebbe decisamente anti-occidentale".

Alcuni analisti sostengono che l'uso che la Russia fa del blocco come un manganello anti-occidentale rischia sostanzialmente di indebolirlo del tutto. La Russia sta usando un'analisi che spesso inizia correttamente, identificando alcune lamentele e frustrazioni su come i paesi africani sono stati trattati dalle potenze globali. Ma questa narrazione a volte è troppo forzata allorquando la Russia si presenta come un'alternativa credibile. In un periodo di notevole disfunzione nelle principali istituzioni multilaterali attive nel mondo come le Nazioni Unite, il formato BRICS ha portato a una proposta di cooperazione lievemente più concreta tra gruppi più piccoli di stati che si trovano sotto il suo ombrello.

I paesi membri hanno anche cucito legami invisibili ma estremamente importanti attraverso costanti incontri di medio livello per approfondire le relazioni su commercio e investimenti, diplomazia, diritto, finanza e altro. Al centro c'è l'idea che le economie emergenti non possano emergere a meno che non spingano il “leviatano fuori dal sole”. Le idee animatrici alla base dei BRICS, una governance globale riformata e una maggiore sovranità politica e finanziaria, sono ancora oggi abbastanza ampie da ospitare tecnicamente l'intera adesione tentacolare dei BRICS.

Nonostante tutti i suoi difetti e i suoi attori il più delle volte di idee opposte e intenzioni fatti a scacchi, i BRICS in crescita potrebbero sulla carta configurarsi tra i tanti correttivi necessari a un mondo squilibrato. Ovviamente, non possono sostituire il sistema delle Nazioni Unite, anche se quest’ultimo si trova oggi in qualche difficoltà. Ma la persistenza e la crescita dei BRICS dimostrano che, mentre la frammentazione può dominare i titoli mediatici odierni, l'impulso concreto all'azione collettiva rimane alquanto irregolare, discontinuo e privo di decisioni comuni e concrete sul piano dell’azione sul piano internazionale.

Un motivo in più per il quale gli Stati Uniti e le altre potenze occidentali dovrebbero prendere il blocco più seriamente, e impegnarsi per rimediare ad alcune delle sue lamentele. I paesi ricchi possono anche essere considerati come i migliori risolutori dei maggiori problemi che preoccupano i paesi più poveri, pur condividendone la tecnologia e aiutandoli nel costoso processo della transizione verde.

Mentre l'Occidente dovrebbe fare sforzi più consistenti e genuini per democratizzare maggiormente l'ordine globale, ad esempio eliminando la tradizione per certi versi anacronistica secondo la quale solo gli europei stanno stabilmente a capo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e solo importanti cittadini statunitensi guidano la Banca Mondiale. Probabilmente occorre un equilibrio qualitativamente superiore. E non senza adeguate quanto indispensabili compensazioni sul piano dell’affermazione di tutti i contraenti sotto il profilo democratico.

Riproduzione Riservata ®

Share the post

L'Autore

Redazione

Tag

BRICS Russia China Multilateralismo