Russia e Turchia: lo stato delle relazioni fra BRICS, rapporti con il G7 e cooperazione energetica.

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  Matteo Francescucci
  30 October 2024
  4 minutes, 37 seconds

Negli ultimi anni, le dinamiche geopolitiche ed energetiche tra Russia e Turchia hanno subito trasformazioni significative, influenzate da fattori quali le sanzioni internazionali e i conflitti regionali. Tra i vari aspetti che caratterizzano questo complesso rapporto, la crescente importanza della Turchia come centro di raffinazione del petrolio russo ha avuto un ruolo centrale nel mantenere la resilienza economica di Mosca nonostante le pressioni delle sanzioni occidentali.

Secondo il think tank CREA, la Russia ha sfruttato una falla nel sistema sanzionatorio internazionale, incrementando le sue esportazioni di greggio verso la Turchia. Quest’ultima, con tre raffinerie operative, si è trasformata in un nodo cruciale per la lavorazione del petrolio russo, che viene successivamente raffinato e rivenduto ai mercati occidentali. Le esportazioni russe di greggio verso i Paesi del G7+ sono ammontate a circa 1,3 miliardi di dollari, mentre i prodotti dal prodotto raffinato dalla Turchia sono stati acquistati dagli stessi per un valore complessivo di circa 2 miliardi di dollari.

Un ulteriore elemento che ha accentuato questa dinamica è l'aumento delle importazioni dai Paesi occidentali, in risposta alla crisi energetica globale seguita all’invasione dell’Ucraina. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno registrato un aumento delle importazioni di prodotti raffinati dalle raffinerie turche del 335% nella prima metà del 2024. Questo cambiamento dimostra una crescente dipendenza da queste fonti di approvvigionamento energetico, mentre le esportazioni russe verso i mercati asiatici sono calate del 10% a causa di una diminuzione della domanda.

Nell'ambito della cooperazione energetica turco-russa, anche il contesto nucleare ha visto una convergenza tra i due Paesi. Un progetto significativo è la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu, il primo impianto di questo tipo in Turchia, realizzato dalla società russa Rosatom. Il progetto prevede la costruzione di almeno quattro reattori VVER 1200, con la prima unità che dovrebbe entrare in funzione nel 2025 e la conclusione dell'intera centrale entro il 2028, anno in cui dovrebbe anche diventare operativa.

Tuttavia, le relazioni tra i due Paesi non sono esenti da tensioni. A seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dai loro alleati hanno complicato i rapporti commerciali tra Ankara e Mosca, con restrizioni che riguardano circa 40 tipologie di tecnologie militari. Queste limitazioni hanno contribuito a ridurre i traffici commerciali a livello di import-export tra i due Paesi e hanno costretto la Russia a trovare nuovi modi per continuare il flusso di prodotti tecnologici da specialmente da Istanbul. Washington ha espresso preoccupazione per il ruolo della Turchia come potenziale intermediario nell'accesso russo a beni legati all'industria militare, incluse tecnologie avanzate come elettronica e componenti per la produzione di armi. In risposta, l'amministrazione Biden ha inviato alti funzionari in Turchia, cercando di persuadere il governo di Erdoğan a imporre ulteriori restrizioni alle esportazioni, sanzionando anche alcune aziende turche coinvolte nel commercio con la Russia.

In un contesto geopolitico sempre più complesso, la Turchia ha cercato di bilanciare le sue relazioni. Mentre ha mantenuto una stretta cooperazione con la Russia, Ankara ha anche rafforzato i legami con l'Ucraina, siglando un accordo di libero scambio e aumentando la cooperazione militare. L'impiego di veicoli blindati di produzione turca in Ucraina ha provocato il disappunto di Vladimir Putin, mettendo il presidente turco Erdoğan nella posizione di dover gestire con attenzione le sue alleanze tra la NATO e i Paesi BRICS .

Durante il vertice BRICS di quest'anno a Kazan, la Turchia ha tentato di rafforzare la sua cooperazione economica con i Paesi membri del blocco, pur senza ottenere l'adesione formale. La richiesta della Turchia di entrare nei BRICS è stata respinta principalmente a causa delle resistenze di Cina e India. Pechino ha espresso perplessità in merito alla posizione della Turchia rispetto alla questione della minoranza uigura nello Xinjiang, che rimane un tema particolarmente delicato per il governo cinese. D'altra parte, l'India ha manifestato preoccupazioni legate ai rapporti di Ankara con il Pakistan, considerato un rivale strategico, il che rende l'ingresso della Turchia nel blocco meno appetibile per Nuova Delhi .

Nonostante la mancata adesione, la Turchia ha ottenuto lo status di "paese partner", una posizione che le consente di mantenere aperti canali di dialogo e cooperazione economica con i Paesi BRICS senza compromettere i rapporti con l'Occidente. In particolare, Erdoğan ha cercato di posizionare la Turchia come alternativa nella distribuzione di gas naturale verso l'Europa, siglando accordi con Paesi come Bulgaria, Ungheria e Moldova per rafforzare la sua posizione strategica .

Le relazioni tra Russia e Turchia rappresentano un delicato equilibrio tra cooperazione e competizione. Sebbene vi sia una solida intesa nel settore energetico, entrambe le nazioni devono affrontare sfide significative legate alla politica internazionale e alle pressioni economiche. Da un lato, la Russia cerca di consolidare la sua influenza sfruttando la propria posizione all'interno dei BRICS, mentre dall'altro, la Turchia tenta di mantenere un equilibrio tra Mosca e le nuove alleanze strategiche che sta costruendo, con uno sguardo sempre più rivolto alla stabilità regionale e globale.

In conclusione, le dinamiche tra Russia e Turchia continueranno a evolversi nei prossimi anni, con il settore energetico che potrebbe rappresentare un elemento fondamentale per garantire la stabilità economica di entrambi i Paesi. Sarà interessante osservare come Ankara riuscirà a mantenere una posizione bilanciata tra la cooperazione con Mosca e la necessità di diversificare i propri partner, in un panorama geopolitico in costante trasformazione.

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Matteo Francescucci

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