L’intelligenza artificiale (IA) è ormai un elemento determinante nella trasformazione della guerra contemporanea. A partire dal conflitto in Ucraina, che ha rappresentato un vero e proprio laboratorio tecnologico bellico, l’uso sistematico dell’IA ha cambiato radicalmente le modalità con cui si conducono le operazioni militari. Droni autonomi, sistemi di sorveglianza intelligenti, guerra cibernetica e algoritmi per il supporto decisionale sono ormai realtà operative sul campo.
Questa rivoluzione tecnologica ha innescato una corsa globale agli armamenti basata sull’IA, con Cina e Stati Uniti in competizione per la leadership e la Russia impegnata a investire pesantemente nello sviluppo delle proprie capacità.
Washington ha da sempre fondato la propria sicurezza nazionale sulla superiorità tecnologica, un piano ribadito nelle Strategie di Difesa Nazionale del 2018 e del 2022, che attribuiscono un ruolo centrale all’IA nel mantenimento della supremazia militare. In entrambi i documenti, l’IA viene riconosciuta come elemento fondamentale per la modernizzazione delle capacità difensive e per assicurare agli Stati Uniti il continuo vantaggio tecnologico sui potenziali avversari.
In linea con questa visione, le forze armate statunitensi stanno investendo in modo massiccio nello sviluppo e nell’applicazione dell’IA a fini militari. Secondo le analisi, i fondi destinati all’innovazione nella difesa - di cui una parte significativa riguarda progetti basati sull’IA - hanno raggiunto 34 miliardi di dollari nel 2022, pari a circa il 4% del bilancio nazionale per la sicurezza. Gli investimenti specifici del Dipartimento della Difesa in intelligenza artificiale sono cresciuti costantemente, passando da poco più di 600 milioni di dollari nel 2016 a circa 1,8 miliardi di dollari nel 2024. Il Dipartimento ha concentrato i propri sforzi sull’integrazione dell’IA in ambiti chiave come l’intelligence, la sorveglianza, la ricognizione, la logistica, le operazioni cibernetiche e i sistemi autonomi, con l’obiettivo di rafforzare l’efficacia operativa e mantenere il primato strategico globale.
Anche la Cina ha riconosciuto il valore strategico dell’IA, collocandola al centro della propria strategia militare. Pur operando con un livello di trasparenza limitato, Pechino ha avviato un investimento che potrebbe eguagliare, o addirittura superare, quello del Dipartimento della Difesa statunitense. Il “Piano di sviluppo per l’IA di nuova generazione”, lanciato nel 2017, ha definito l’IA come una priorità strategica e un ambito centrale della competizione globale. Tra i settori di maggiore sviluppo vi sono i veicoli militari autonomi e le tecnologie “a sciame” (swarm technology), progettate per neutralizzare i sistemi di difesa missilistica. Queste iniziative si inseriscono nella visione del presidente Xi Jinping, che mira a trasformare l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) in una forza armata “di livello mondiale” entro la metà del secolo.
Mosca, sebbene significativamente indietro rispetto a Washington e Pechino, ha delineato una propria strategia nazionale per colmare il divario. Questo piano prevede obiettivi a cinque e dieci anni, concentrandosi sul rafforzamento delle competenze in IA, sulla formazione, sul potenziamento delle infrastrutture, sulla disponibilità di dataset e sulla creazione di un quadro normativo adeguato. Parallelamente, la Russia ha varato un programma decennale specifico per l’impiego militare dell’IA, finalizzato allo sviluppo e allo schieramento di sistemi autonomi.
Nell’ambito degli sforzi di modernizzazione delle forze armate, Mosca punta ad automatizzare il 30% del proprio equipaggiamento militare entro la fine del 2025. Tuttavia, nonostante la chiarezza degli obiettivi dichiarati, valutare l’efficacia operativa di queste tecnologie resta complesso, a causa della natura altamente riservata dei programmi in corso.
L’Unione europea, la difesa e l’intelligenza artificiale
Negli ultimi anni, anche l’Unione europea ha avviato un percorso di rafforzamento della propria capacità tecnologica e difensiva nel campo dell’IA. L’UE ha infatti riconosciuto il valore strategico dell’intelligenza artificiale non solo come strumento militare, ma anche come leva per aumentare la competitività economica e il peso geopolitico dell’Unione nello scenario internazionale.
Questo rinnovato impegno si è concretizzato nella Dichiarazione di Versailles del 2022, con cui i leader europei hanno stabilito obiettivi chiari: aumentare la spesa per la difesa, investire in tecnologie critiche ed emergenti e promuovere le sinergie tra i settori civile, spaziale e militare. Questi impegni sono stati poi ribaditi e rafforzati attraverso la “Bussola Strategica”, un documento guida che sottolinea l’urgenza per l’UE di dotarsi di strumenti tecnologici all’avanguardia, tra cui l’intelligenza artificiale, per affrontare le minacce del futuro.
In questo contesto, la Commissione europea ha assunto un ruolo sempre più attivo nella difesa, non più limitandosi a funzioni di coordinamento, ma intervenendo direttamente attraverso iniziative industriali e normative. L’intenzione è quella di rafforzare la base tecnologica e industriale della difesa europea, promuovendo l’integrazione delle capacità civili e militari, soprattutto nel campo delle tecnologie a duplice uso.
Un passo decisivo in questa direzione è stato lanciato con la Strategia industriale della difesa europea del 2024, che invita esplicitamente ad aumentare l’innovazione nel settore. Secondo il White Paper European Defence Readiness 2030, pubblicato nel marzo 2025, la rivalità geopolitica globale ha generato una nuova corsa agli armamenti tecnologici, incentrata su IA, tecnologie quantistiche, biotecnologie, robotica e sistemi ipersonici. In questo scenario, l’innovazione tecnologica non può essere lasciata al caso, ma deve essere guidata da una visione strategica. L’IA, insieme alla guerra elettronica e al cyber, viene definita una delle sette aree prioritarie per costruire una difesa europea solida e autonoma.
Per colmare il divario con le grandi potenze, l’UE ha lanciato numerose iniziative. Tra queste spicca il ReArm Europe Plan, annunciato dalla presidente Ursula von der Leyen, che prevede un pacchetto di investimenti fino a 800 miliardi di euro per rafforzare le capacità difensive europee. Questo piano comprende strumenti finanziari innovativi come il Security Action for Europe, con prestiti fino a 150 miliardi di euro, e il coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti per attrarre capitale privato, una parte del quale destinato all’innovazione nell’IA.
Nonostante questi progressi, la distanza rispetto ad attori come gli Stati Uniti è ancora considerevole. Gli Stati membri dell’UE investono complessivamente 14,4 miliardi di euro all’anno in ricerca e sviluppo militare, contro i 130 miliardi investiti dagli Stati Uniti.
Tuttavia, segnali incoraggianti emergono: secondo i dati dell’Agenzia europea per la difesa, la spesa in ricerca e tecnologia è in costante crescita dal 2016. Nel 2023 ha raggiunto i 4 miliardi di euro, con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente, e le previsioni per il 2025 indicano un’ulteriore crescita. Inoltre, il Fondo europeo per la difesa dedica tra il 4% e l’8% del proprio bilancio annuale a tecnologie emergenti e dirompenti, come l’IA. Tra i progetti finanziati figurano iniziative sull’automazione intelligente, la cooperazione uomo-macchina in sistemi terrestri, l’apprendimento automatico “frugale” per adattamenti rapidi e la cybersicurezza avanzata potenziata dall’IA.
In conclusione, l’IA è diventata il fulcro della competizione strategica globale. Stati Uniti e Cina guidano una corsa agli armamenti tecnologici senza precedenti, mentre la Russia accelera i propri programmi per colmare il divario. L'Unione europea, consapevole delle sfide legate alla frammentazione e al ritardo competitivo, punta a costruire una difesa autonoma e innovativa attraverso l'integrazione dell'IA. In un contesto internazionale sempre più instabile, il controllo dello sviluppo dell'intelligenza artificiale sarà decisivo per ridefinire gli equilibri di potere del XXI secolo.
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L'Autore
Valentina Cannito
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