Il diritto alla salute mentale

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  Alessia Cominotti
  13 November 2022
  3 minutes, 53 seconds

La Costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanitá (OMS) ci fornisce la definizione di salute mentale,descritta come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplice assenza di malattia o di infermità". Il diritto alla salute è tra i diritti fondamentali nella vita delle persone,a prescindere da etá,genere o contesto socio-economico. Tutti nel corso della propria vita hanno necessità di un ambiente salubre che incentivi una crescita personale e,se tale supporto viene a mancare,chiunque può diventare possibile fruitore di servizi a cura della salute mentale.

Il diritto alla salute mentale, seppur di estrema importanza nella vita di ogni essere umano,ha subito una storia lunga e travagliata fatta di profonde violazioni e maltrattamenti. Per molti anni infatti la salute mentale É stata ritenuta un problema di una stretta cerchia di persone poco rilevanti per la società civile. I pazienti non erano considerati come individui da aiutare,bensì come “problemi” da neutralizzare: da questo seguivano trattamenti disumani come lobotomie ed elettroshock. Solo dagli anni ‘50 l’approccio assume una nuova sfumatura grazie alla scoperta degli psicofarmaci che avevano lo scopo di attenuare i sintomi più gravi e rendere gestibili i momenti di crisi. In Italia il diritto alla salute sancito dalla Costituzione del 1948 veniva inquadrato come diritto sociale. In questo senso l’approccio era di carattere positivo in quanto non si riferiva a un mero benessere fisico bensì ad un bene essere, da intendere come uno stato di integrità psico-fisica dell’individuo. Questo ha portato a numerose critiche da parte di diverse dottrine che contestavano l’introduzione del diritto alla salute nella “lista” dei diritti fondamentali,al pari del diritto alla libertà e di proprietà. Queste dottrine hanno finito con l’esaurirsi autonomamente: il diritto alla salute mentale poggia sull’incontrastato diritto all’uguaglianza,non da intendersi come un trattamento paritario verso tutti i soggetti bensì come un trattamento differenziato per le specifiche necessità. Il diritto alla salute mentale infatti mira all’eliminazione delle barriere che creano al cittadino problematiche relazionali e operative. La disposizione nel sancire la tutela della salute come “diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività” obbliga lo Stato a proteggere questa sfera fondamentale per l’uomo e per la collettività. La Costituzione italiana appare la sola,fra quelle contemporanee, ad accennare alla salvaguardia della salute,seconda solo alla Costituzione di Weimar del 1919. Parlare della tutela della salute come di un diritto statico significherebbe svalorare le innumerevoli sfaccettature che la società,in continuo mutamento, ha evidenziato. Il concetto di salute É da intendere non solo come cura della malattia,ma come spinta al raggiungimento della migliore condizione di salute possibile. In questo senso abbraccerà una serie di situazioni (affettive,relazionali e sociali) che assumono rilevanza in ottica di una vita di qualità.

Ad aver avuto un impatto sulla salute mentale e sul benessere delle persone in tutto il mondo è stata la pandemia di COVID-19: L’OMS evidenzia un aumento del 25% della prevalenza di ansia e depressione in tutto il mondo. Questo aumento di problemi di salute mondiale ha coinciso peraltro con gravi interruzioni dei servizi di cura. L’impegno per la salute mentale deve essere anche accompagnato da un aumento globale degli investimenti. Il più recente Atlante della salute mentale dell’OMS ha mostrato che i governi di tutto il mondo hanno speso in media nel 2020 il 2% dei loro budget sanitari per la salute mentale e molti paesi hanno riferito di avere meno di 1 operatore di salute mentale ogni 100.000 persone. Ci troviamo quindi in un paradosso: proprio quando i disturbi aumentano,i servizi e le cure a essi destinati diminuiscono.

In quest’ottica una domanda sorge spontanea: salute mentale e salute fisica sono trattate allo stesso modo? Ad indagare sul tema É stata Ipsos,indagine internazionale svolta in occasione della Giornata Mondiale della salute mentale,chiedendo ai cittadini la loro opinione in merito alla considerazione che hanno di questi due concetti. Nonostante la maggior parte degli intervistati sostenga di preoccuparsi del proprio benessere mentale,circa 2 individui su 3 ritengono che che il sistema sanitario del proprio Paese non gli dia la giusta rilevanza. Il 42% degli intervistati infatti sostiene che salute fisica e mentale siano trattate differentemente e che la priorità venga data alla salute fisica. In un’ottica in cui i disturbi mentali sono una realtà presente e rilevante nella nostra società,occorre abbattere lo stigma che da troppo tempo affligge la sfera mentale.

Le fonti impiegate per la stesura della presente pubblicazione sono liberamente consultabili

https://lospiegone.com/2020/06/04/il-diritto-alla-salute-mentale/

http://www.ildirittoamministrativo.it/archivio/allegati/EVOLUZIONE%20DIRITTO%20ALLA%20SALUTE,%20%20a%20cura%20di%20GLORIA%20MANCINI%20PALAMONI.pdf

https://unric.org/it/oms-covid-19-aumenta-del-25-i-casi-di-ansia-e-depressione/

https://www.janssenconte.it/it-it/abcdepressione/news/salute-mentale-e-salute-fisica-sono-trattate-allo-stesso-modo




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Alessia Cominotti

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benessere diritti fondamentali #Society